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Dimissioni Marrazzo: il dibattito in Aula



28/10/09 - "Avverto l'esigenza morale di stare vicino a chi sta nella polvere anche quando non ne condivido le condotte di vita, che non possono essere sempre esemplari", ha esordito in apertura del dibattito Antonio Cicchetti, capogruppo An-Pdl. "Questo non può far dimenticare 4 anni e mezzo vissuti sull'onda dell'euforia politica ma connotati da scarsa consistenza sul piano amministrativo. L'attività di questa maggioranza è stata scarsa e di bassa qualità." Per Cicchetti, che ha dato la disponibilità a votare un bilancio "scheletrico", cioè non inondato di normative, e condiviso, occorre andare a votare "il prima possibile".

Piena solidarietà al Presidente Marrazzo dal punto di vista umano e piena vicinanza anche da Fabio Armeni, capogruppo F.I.-Pdl. "Non abbiamo richiesto le dimissioni di Marrazzo ma un atto di chiarezza istituzionale e di coerenza". Armeni ha detto di non essere d'accordo a proseguire con l'ordinaria amministrazione e a usufruire di tutti e 90 i giorni che la legge "vi mette a disposizione. Qualcuno ancora mi deve spiegare che vuol dire ordinaria amministrazione". Per il capogruppo F.I. invece non è possibile concordare il bilancio di previsione, chiedendo di accelerare i tempi per le elezioni. "Chiediamo i motivi per i quali volete proporci di abbinare le elezioni all'Election day. Abbiamo diritto ad una risposta", ha concluso.

Ha preso poi la parola Enrico Fontana, capogruppo di Sinistra e Libertà. "E' importante ascoltare parole non formali ma sostanziali di solidarietà al presidente Marrazzo, è un segno di stile di tutta la classe politica regionale" e, rivendicando l'approvazione di norme importanti, ha detto: "Noi non abbiamo nessun timore del giudizio dei cittadini della regione Lazio. Dobbiamo decidere con responsabilità nell'interesse dei cittadini qual è la data utile", ricordando il precedente dell'Abruzzo.

Anche Aldo Forte, capogruppo Udc, ha ricordato di non aver chiesto le dimissioni di Marrazzo, "una vicenda gestita in modo dilettantistico". "Non ci appassiona il dibattito sulla data per le elezioni, c'è bisogno di un surplus di responsabilità. Finiamo questa legislazione senza aver approvato un piano sanitario, energetico, dei trasporti, dei rifiuti. Il giudizio su questa maggioranza non può essere che negativo". Forte, sottolineando la differenza di posizioni tra il capogruppo di An e quello di F.I., ha dichiarato "siamo disponibili ad andare a votare anche domani".

Per Claudio Moscardelli, vice-capogruppo Pd, "le dimissioni del Presidente Marrazzo rappresentano un atto di sensibilità e responsabilità nei confronti di questa istituzione". Esprimendo un apprezzamento "vero e sincero" per il senso di responsabilità di Marrazzo, "solidarietà e vicinanza all'uomo e alla sua famiglia", Moscardelli ha rivendicato con forza "5 anni di esperienza di governo molto positiva, un governo che ha dato risposte ai cittadini del Lazio, che ha rimesso in piedi la macchina regionale, con un programma che per la prima volta ha puntato allo sviluppo dell'intera regione. Il Lazio per primo ha previsto un pacchetto anti crisi a sostegno delle imprese e delle fasce più deboli, attraverso importanti provvedimenti come quello sul reddito minimo garantito e il piano casa, grazie all'azione del Presidente, alla Giunta e alla maggioranza che ha operato nell'interesse dei cittadini del Lazio". Da Moscardelli l'intenzione "a gestire con rigoroso rispetto delle norme il periodo di transizione" e la piena disponibilità al dialogo con l'opposizione per arrivare alle elezioni.


"Abbiamo avuto un grande senso di responsabilità, nessuno di noi aveva chiesto le sue dimissioni - ha dichiarato Donato Robilotta, capogruppo Socialisti Riformisti-Pdl - Nessuno di noi ha intenzione di fare la campagna sulla vicenda personale che ha interessato il Presidente, la vicenda Marrazzo deve restare fuori dalla campagna elettorale". Robilotta ha spiegato che non spetta al Governo fissare la data di elezioni nel Lazio, questo accade solo per le Regioni che non hanno approvato Statuto e legge elettorale mentre il Lazio, che ha approvato Statuto e legge elettorale, le elezioni le indice il presidente della Regione. "Sono personalmente contrario che le regioni vadano a votare tutte lo stesso giorno, perché così diventano elezioni nazionali". Per Robilotta serve un tavolo di discussione per definire la data. "Secondo la mia interpretazione della legge elettorale, si vota entro i novanta giorni. Compresi i 45 giorni di campagna elettorale. Non possiamo arrivare al 28 marzo: in cinque mesi cosa facciamo? Andiamo a votare subito".


"Noi liberali-riformisti siamo garantisti per natura - ha detto Antonietta Brancati, capogruppo Liberali e Rete riformista dei cittadini - e per questo esprimiamo solidarietà, sia politica che a livello umano, al nostro presidente Piero Marrazzo. Ci batteremo perché la gogna mediatica non ripeta altri casi come quello di Enzo Tortora. I cittadini normali e uomini semplici non possono non essere turbati da tutto quanto è avvenuto nella nostra Regione. Chiedo agli avvoltoi della morale, cosa altro poteva fare Piero Marrazzo dopo essersi prima autosospeso e poi dimesso". Brancati ha poi ricordato la vicenda Clinton "ora uno degli uomini più amati e rispettati nel mondo. Noi liberali ci chiediamo perché il nostro presidente Marrazzo ha dato le dimissioni? Il pubblico ministero ha detto che non è indagato. C'è una legge regionale o nazionale che vieta di avere rapporti al di fuori del matrimonio? Nessuno chiede di rendere di pubblico dominio i propri gusti sessuali. Del resto a Marrazzo non sono imputabili corsi di formazione fasulli, turbative d'asta e corruzione, neanche accompagnamenti con le minorenni. Questa vicenda ha messo in risalto l'uso dei mezzi di comunicazione e il rapporto con le procure da cui filtrano notizie come un colabrodo, per questo continuo ripetersi di fuga di notizie occorre individuare le responsabilità".


Secondo Fabio Desideri (Pdl) "emerge la necessità urgente di voltare pagina. L'opposizione che fa riferimento al Pdl ha mantenuto una linea di rispetto, di coerenza e di dignità nella vicenda che non trova eguali in vicende pressappoco assimilabili che accadono su altri piani. In questi 4 giorni abbiamo detto solo che non esiste il principio dell'autosospensione nel nostro ordinamento. Abbiamo affermato con coerenza la necessità che si vada subito alle elezioni. Lo ribadiamo oggi con una posizione politica di rispetto dei cittadini: al voto subito. Siamo pronti a fare una campagna elettorale di merito, contestando uno per uno tutti gli insuccessi di questa Giunta in questi 5 anni. Piero Marrazzo è il responsabile politico dello sfascio e della mancata competitività di questa Regione".


Ivano Peduzzi, capogruppo Prc, ha ritenuto correttissima la presa d'atto da parte del presidente Marrazzo degli errori personali. "Ma gli errori riguardano anche la gestione politica - sostiene Peduzzi - Ci sono due questioni. La prima riguarda etica e moralità di quanti si presentano come candidati o sono eletti. E' stato un errore in passato sottovalutare i segnali da noi lanciati con proposte sui privilegi: non sono state accolte, ma vanno rilanciate e rafforzate. Propongo la sottoscrizione di una Carta sull'etica dei comportamenti. Oggi non c'è in consiglio regionale la stessa maggioranza eletta, abbiamo assistito ad un'emigrazione costante tra schieramenti che non corrisponde più alla configurazione originaria". Ciò, a giudizio del consigliere, ha comportato che siano stati stracciati gli impegni programmatici. L'altro aspetto riguarda gli effetti della crisi nel Lazio, che la risposta della Giunta ha arginato solo in parte. "Pensiamo di aver assistito in materia di politica sanitaria ad una subalternità della Giunta alle logiche di mercato ed al Governo". Una politica che per Peduzzi avrebbe dovuto tener conto "anche di un bisogno diffuso della collettività e non solo della necessità di aggiustare i conti".


"Provo il massimo della solidarietà umana per chi è vittima - ha affermato Alessio D'Amato (Pd), presidente della commissione Affari costituzionali e statutari - ma ritengo che l'etica della responsabilità comporta che un uomo politico non può cedere ai ricatti. Se un errore c'è stato è stato quello di non aver attivato subito quel patto istituzionale che oggi il vice presidente Montino ha proposto all'aula. Dobbiamo individuare un percorso e dobbiamo farlo assieme. Mi auguro che si possa attivare un tavolo istituzionale che permetta, nel rispetto delle norme, di garantire la tenuta del sistema regionale. Nei prossimi mesi la Giunta può compiere atti di ordinaria amministrazione e il Consiglio può adottare atti considerati indifferibili, a partire dal bilancio".

Il consigliere Roberto Alagna, capogruppo Lista Civica per il Lazio, ha sottolineato il valore umano della lettera di dimissioni di Piero Marrazzo, "una nota toccante - ha detto - in cui c'è il dolore di un uomo, il dramma, accanto alla valutazione del proprio impegno istituzionale".
"I fatti privati di un personaggio pubblico hanno una evidenza e un'importanza pubblica", ha proseguito Alagna. "Sulla base di questo principio, il Presidente della Regione ha agito nel modo giusto in poco tempo. Qualsiasi giudizio su questa vicenda non può toccare il giudizio sui quattro anni di presidenza Marrazzo, che io reputo positivi per i motivi che spiegheremo in campagna elettorale". Sulla data delle elezioni, poi, secondo Alagna "se i tempi si restringono facciamo un danno ai cittadini e verrebbe meno il loro ruolo. Ma noi saremmo pronti lo stesso".

Il dibattito poi è proseguito con l'intervento dei singoli consiglieri.


 

A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio
Info: 800 01 22 83
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