menù principale per la navigazione

  1. menù argomenti correlati
  2. contenuto della pagina
  3. servizi

Ora per ora:

ferma lo scorrimentomostra tutte le notizie
Siete qui: Homepage / Elenco news / Dettaglio

Nasce il Centro d'accesso unico alla disabilità



Aula04/02/09 - “Quando nasce un bambino disabile, il bambino è dei genitori, ma la disabilità è della collettività”. Secondo questo principio, pronunciato in Aula dalla consigliera Maria Antonietta Grosso (Pdci), la Regione Lazio garantirà ai cittadini portatori di handicap un adeguato livello di assistenza durante tutto il loro ciclo vitale, attraverso un sistema di interventi e servizi sociosanitari integrati. Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto dal vicepresidente Carlo Lucherini (Pd), ha approvato oggi all’unanimità la legge pensata per assicurare cittadini svantaggiati e ai loro familiari la “presa in carico globale” da parte della Regione.

Il provvedimento, d’iniziativa dei consiglieri Grosso, Milana, Pizzo, Laurelli, Mariani, Brianti, Dalia, Canali e Rinaldi,  prevede l’istituzione del Centro di accesso unico alla disabilità (Caud, ne verrà aperto uno in ogni distretto sociosanitario) che, oltre a dare un orientamento sui diritti alle prestazioni sociosanitarie, fornirà assistenza per la gestione degli interventi e dei servizi rivolti ai disabili e ai loro congiunti. Un’équipe multidisciplinare e una rete territoriale garantiranno unitarietà nella fase di analisi della domanda, valutazione multidimensionale del caso e predisposizione del progetto di vita personalizzato. Su una scheda individuale verranno registrati i dati della persona disabile, la composizione e la situazione del nucleo familiare, la valutazione della disabilità, delle capacità residue e dei bisogni, il piano di trattamento e i sostegni attivati e da attivare ai fini dell’inclusione sociale. Ai soli fini statistici e programmatici e nel rispetto del diritto alla riservatezza dei soggetti interessati, verrà istituita l’anagrafe delle persone disabili. Un operatore di riferimento seguirà le diverse fasi attuative del progetto individuale, facilitando così l’apporto delle diverse figure professionali coinvolte e la cooperazione tra le diverse organizzazioni interessate.

Tra le linee d’intervento previste dalla legge approvata oggi, la realizzazione di nuove strutture residenziali, affinché il cittadino disabile possa rimanere nel proprio territorio anche qualora venga meno il sostegno familiare, interventi che favoriscano l’inserimento al lavoro e progetti nell’agricoltura sociale.

“Fino al momento in cui i disabili sono minori, si riesce in qualche modo a dare loro risposte sia nel campo della scuola sia della riabilitazione - ha spiegato la Grosso, prima firmataria del provvedimento, nel corso della relazione introduttiva -, ma poi si apre un problema enorme quando il disabile raggiunge la maggiore età. Abbiamo delle Asl che non hanno ancora messo in atto la figura di chi si prende in carico il disabile adulto, come se il problema a diciotto anni e un giorno svanisse. Lo spirito di questa legge vuole la presa in carico reale e l’accompagnamento  della persona disabile nelle varie problematiche durante tutte le fasi della vita”.

“Non si tratta di un provvedimento aggiuntivo alle varie leggi che ci sono sia a livello nazionale che a livello regionale – ha proseguito la Grosso -, bensì è una legge che cerca di razionalizzare le risorse e le potenzialità esistenti sul territorio, laddove oggi c’è un’enorme frammentazione, per assicurare assistenza dalla nascita fino all’età adulta. La legge, dunque, affronta anche il problema del ‘dopo di noi’ (la preoccupazione di ogni genitore di disabile: quando non ci sarò più io chi lo accudirà?). C’è un doppio binario: si prende in carico sia la persona disabile sia il nucleo familiare che a sua volta ha bisogno di essere sostenuto e accompagnato. Purtroppo, oggi le famiglie molte volte vengono lasciate sole nell’iter. Sono loro il punto di riferimento e devono muoversi all’interno delle varie istituzioni. Con questa legge ci sarà il centro di accesso unificato sulla disabilità, un imbuto dove tutto viene incanalato e dove avviene la presa in carico della persona disabile”.

Il gruppo Udc ha accolto subito con favore il provvedimento, pur con il rammarico di non aver potuto dare un contributo durante i lavori preparatori. L’Udc, infatti, non ha rappresentanti nella Commissione Lavoro e Politiche sociali dove la proposta di legge è stata esaminata. “Ben venga questa iniziativa”, ha detto in Aula Augusto Pigliacelli (Udc), il quale ha ripercorso gli ultimi trent’anni di trasformazioni nel mondo della disabilità. Trent’anni  durante i quali, secondo il consigliere dell’Udc, “è maturato un approccio non finalizzato più al ricovero, ma, al contrario, teso a costruire una rete di sostegno e di opportunità per la persona disabile e la sua famiglia, e per rendere possibile e facilitare il processo di integrazione”.

“Diverse le sfide che il mondo della disabilità lancia alla società, - ha proseguito Pigliacelli nel corso della discussione generale sul provvedimento - la più impegnativa delle quali può essere individuata nel garantire una condizione di vita integrata alle persone gravemente non autosufficienti che restano prive del sostegno del nucleo familiare, quel nucleo familiare che molto spesso è costretto da solo a far fronte alle esigenze quotidiane dei congiunti disabili”.

In fase di dichiarazione di voto è intervenuto Augusto Battaglia (Pd), il quale ha voluto ricordare il percorso della Regione Lazio, iniziato nel 1974 con i primi servizi per la disabilità. “Oggi siamo chiamati ad affrontare nuove sfide – ha detto Battaglia – a cominciare dal lavoro, per dare maggiori possibilità d’inserimento alle persone con disabilità, alla sfida dell’handicap grave, dell’autismo, e alla sfida della vita indipendente. Questa legge sul Caud non risponde a tutto ma ci fa fare un grande passo importante, anche nella prospettiva della riforma complessiva dei servizi sociosanitari della Regione Lazio”. Annamaria Massimi (Pd) ha voluto sottolineare “un aspetto importante: con questa legge nasce una rete di centri sul territorio, un punto di riferimento importante per i disabili e le loro famiglie”.

 


Link al Web


A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio
Info: 800 01 22 83
torna al menù