Lazio: Legge Consulta femminile, Consiglio approva modifiche

Diventano obbligatori i pareri dell’organo di consultazione per le pari opportunità. Tra i nuovi compiti, la banca dati dei talenti rosa

Il Consiglio Regionale del Lazio, presieduto dal vicepresidente Carlo Lucherini (Pd), ha approvato un provvedimento che introduce modifiche alla legge regionale del 1976 istitutiva della Consulta femminile regionale, l’organismo istituito per rappresentare le istanze delle donne, per formulare proposte, promuovere iniziative ed esprimere pareri sulla programmazione regionale e sugli atti deliberativi riguardanti le condizioni di vita e di lavoro delle donne nel Lazio. Con la legge approvata oggi, tali pareri diventano obbligatori.

Anche la denominazione viene modificata: la “Consulta femminile regionale”, nella quale sono rappresentati 101 soggetti, tra associazioni, partiti e organizzazioni sindacali, diventa “Consulta femminile regionale per le pari opportunità”, come vuole il nuovo statuto della Regione del 2004. Oltre ad aggiornare il testo per adeguarlo ad altre norme nazionali e regionali intervenute dal 1976 a oggi, il provvedimento semplifica ruoli e forme organizzative. Alle componenti della Consulta che, autorizzate dalla Presidente della Consulta stessa, partecipano alle iniziative istituzionali proprie della Consulta, è corrisposto il trattamento di missione previsto per i dipendenti regionali appartenenti alla categoria “D”, comprensivo del rimborso delle spese effettivamente sostenute e debitamente documentate, nel rispetto della normativa vigente e, comunque, nei limiti del budget annualmente assegnato.

“La parità tra uomini e donne è uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione - ha dichiarato la prima firmataria del provvedimento,  Luisa Laurelli (Pd), nel corso della relazione introduttiva -ed è anche uno dei valori fondanti dell’Unione europea. Noi abbiamo bisogno di fare in modo che questa Consulta abbia una maggiore efficacia di intervento, che si possa garantire la partecipazione degli organismi che la compongono e che sia reso più efficace il parere della Consulta sugli atti della Regione, siano essi proposte di legge o proposte di deliberazione”.

Tra i nuovi compiti della Consulta, la realizzazione di una banca dati dei talenti femminili che si sono contraddistinti nei diversi ambiti, “perché molto spesso – come ha spiegato Luisa Laurelli nell’Aula del Consiglio - noi rappresentanti delle istituzioni ci troviamo in difficoltà quando dobbiamo individuare curricula all’altezza delle necessità di enti e realtà societarie dipendenti dalla nostra Regione, per i quali bisognerebbe agire nel rispetto dello statuto regionale, vale a dire con nomine paritarie”. 

“Credo che questa legge sia davvero esaustiva – ha concluso la Laurelli -  e spero che, per almeno altri trent'anni abbondanti, chi verrà dopo di noi in questo Consiglio regionale riterrà utile questo provvedimento e soprattutto la Consulta regionale femminile per le pari opportunità”.