Terza audizione in settima commissione sulla proposta di legge a sostegno della famiglia e della natalità

Dopo due incontri positivi, il testo della Giunta registra la netta contrarietà delle associazioni intervenute in quella che presumibilmente sarà l’ultima audizione prima dell’esame dell’articolato.
La sala Etruschi del Consiglio regionale durante la terza audizione sulla PL 207 14/10/2025 - La commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare, presieduta da Alessia Savo (FdI), ha svolto oggi la terza audizione sulla proposta di legge regionale n. 207 del 15 maggio 2025, concernente “Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica”, di iniziativa della Giunta. Anche oggi, come nelle due precedenti audizioni, era presente l’assessora regionale Simona Renata Baldassarre, titolare delle deleghe alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile.

La proposta di legge n. 207/2025 prevede un quadro organico di interventi a sostegno della famiglia e della natalità: benefici economici, servizi di prossimità, strumenti per la conciliazione vita-lavoro, sostegno alla genitorialità, progetti dedicati alla maternità fragile e alle famiglie numerose, fino all’istituzione della Carta Famiglia del Lazio e al potenziamento dei centri per la famiglia. Con i suoi 27 articoli, la legge si propone di contrastare il calo demografico e di rafforzare e supportare la famiglia come soggetto centrale della società civile.

Tutte le associazioni intervenute – in quella che presumibilmente sarà l’ultima audizione prima dell’esame dell’articolato – hanno espresso un giudizio di netta contrarietà alla proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, usando anche espressioni molto forti (“irricevibilità”, “arretratezza”, “inutilità”, “pericolosità”) e auspicandone il ritiro.
Sono intervenuti: Gianluca Voglino, (Associazione “Famiglie Arcobaleno”); Paola Corneli (Associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT – Agedo); Paola De Nigris, presidente Associazione “Scosse”; Daria Damiani (Associazione “Lucha y Siesta”); Federica Scrollini (Associazione “Be Free”); Elisa Ercoli, presidente Associazione “Differenza Donna”; Gabriella Marando (Coordinamento consultori donne e libere soggettività del Lazio); Barbara Piccininni (Associazione “Cattive Ragazze”); Antonella Viggiani, intervenuta per “Eppur si muove APS” e “Per le future generazioni ODV”; Giulia Ciafrei (Associazione “Sui Generis”); Maura Cossutta (Casa Internazionale delle Donne) e Silvana Agatone (L.A.I.G.A. – Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della Legge 194).

Alcune obiezioni sono state comuni a tutti gli interventi: l’impostazione ideologica del testo; il lessico sbagliato, laddove si continua a parlare di “famiglia” e non di “famiglie”; in tema di maternità, la centralità data al nascituro e non al diritto di scelta delle donne; il conflitto con le norme nazionali, a partire dall’affermazione della tutela giuridica del nascituro. Le associazioni hanno poi espresso altre criticità in base al loro orientamento e alle loro attività: l’assenza di qualsiasi riferimento alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica; l’accezione sbagliata della mediazione familiare perché tende a includere nella “conflittualità” anche quelli che invece sono veri e propri casi di violenza; l’esclusione dal concetto di famiglia di tante situazioni esistenti (monogenitorialità, omogenitorialità, genitorialità adottiva, tra gli esempi più citati); l’ambiguità del ruolo delle associazioni familiari e della loro selezione per far parte di organismi partecipativi a supporto delle istituzioni; l’introduzione del consenso informato preventivo nelle scuole.
L’ultimo intervento è stato quello di Carla Di Lello, vicepresidente dell’Ugci (Unione giuristi cattolici italiani), inizialmente previsto per la sessione mattutina, la quale ha espresso invece apprezzamento per la proposta di legge, obiettando sia sulla presunta incostituzionalità del testo e sia sulla presunta esclusione di tante situazioni dalla definizione di famiglia contenuta nella legge.

Subito dopo gli interventi dei soggetti invitati in audizione, hanno preso la parola i consiglieri di minoranza Rodolfo Lena (Pd), Marta Bonafoni (Pd), Marietta Tidei (Italia viva) – entrambe già intervenute nel corso dell’audizione mattutina – Salvatore La Penna (Pd) e Alessandra Zeppieri (Polo Progressista). Tutti hanno parlato di “Legge Manifesto”, che si sovrappone a iniziative e interventi già previsti in altre leggi regionali. “Basterebbe stanziare maggiori risorse e rifinanziare le leggi esistenti – ha detto il vicepresidente della settima commissione, Rodolfo Lena – che prevedono sostegni alla maternità, alle donne lavoratrici, alle giovani coppie, al fattore famiglia e a tante altre situazioni”. Alessandra Zeppieri ha aggiunto che “il sostegno alle famiglie e alla natalità si fa a 360 gradi, con il supporto ai redditi bassi e con la lotta alla povertà, non servono voucher o piccoli interventi assistenzialistici”. Tutti hanno chiesto il ritiro della proposta di legge.
Presenti all'audizione anche il vicepresidente della settima commissione, Angelo Orlando Tripodi (FI), le consigliere Eleonora Berni e Maria Chiara Iannarelli (entrambe di Fratelli d’Italia) e il consigliere Mario Luciano Crea (Lista civica Rocca). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio