Sanità Lazio, si va verso l'uscita dal commissariamento
Il 30 luglio il tavolo tecnico di verifica riceverà la relazione i cui punti salienti sono stati illustrati oggi in commissione dall’assessore Alessio D’Amato.
22/07/2019 - Bilancio consuntivo 2018 del Ssr chiuso con avanzo di 24,475 mln di euro; punteggio di 180 (il minimo è di 160) conseguito dall’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza nel 2017; adempimento del 79 per cento delle attività previste nel Programma operativo 2016-2018 e copertura del Fondo rischi per il triennio 2019-2021. Sono queste le tre carte che l’assessore regionale con delega alla Sanità e all’integrazione Socio-Sanitaria, Alessio D’Amato, metterà sul tavolo tecnico di verifica del Piano di rientro, convocato per martedì 30 luglio presso il Ministero, per fare uscire il Lazio dal commissariamento.
E’ questo il dato centrale emerso in commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Giuseppe Simeone (FI), dopo l’audizione di D’Amato e del direttore regionale Renato Botti. L’incontro di oggi apre un periodo di verifiche sulla situazione del piano di rientro che, verosimilmente, si chiuderà il 31 luglio, data di convocazione della seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata al tema. In mezzo, domani è prevista la parificazione del bilancio regionale da parte della Corte dei Conti e il 30 luglio, come detto, il tavolo nazionale presso il ministero dove è quasi certo, come ha dichiarato D’Amato, “che ci sarà una valutazione positiva e anche l’approvazione della proposta di piano operativo che ci porterà all’uscita dal regime commissariale”.
A tal proposito, l’assessore ha sottolineato che per la prima volta, dopo 11 anni, il bilancio consuntivo del Ssr presenta un avanzo, pari a 24,475 milioni di euro, al 31 dicembre 2018. Per D’Amato e Botti, questo dato, insieme al punteggio della griglia Lea (dal 2014 superiore al minimo richiesto di 160 punti) e al rispetto del piano operativo, condurranno la Regione fuori dal commissariamento. “Anche se – ha precisato lo stesso D’Amato – ci sono ancora tante cose su cui lavorare e le verifiche andranno avanti ancora per un paio di anni”.
Secondo D’Amato e Botti, rispetto al totale delle attività previste dal Programma operativo 2016-2018, restano da riprogrammare le seguenti azioni: potenziamento dell’assistenza territoriale; sistemazione contabile del Fondo di dotazione; analisi del Fondo rischi aziendale e della Gsa; tempi di pagamento; flussi informativi. In particolare, il passivo del Fondo di dotazione è stato ridotto da 1.005,4 a 852,9 milioni di euro, ma nel triennio 2019-2021 la Regione Lazio ha programmato la prosecuzione dei lavori con le Aziende del Ssr, prevedendo la completa ricostruzione e ricapitalizzazione del Fondo di dotazione. “Operazione ampiamente coperta dal Fondo rischi”, ha precisato Botti in risposta al consigliere Davide Barillari (M5s), che aveva chiesto maggiori dettagli per escludere in futuro il rischio di tornare alla gestione commissariale, “visto il passivo di quasi tutte le Asl”.
Lo stesso Barillari ha chiesto a D’Amato come mai il bilancio sia stato sempre negativo nonostante il riconoscimento da parte del Ministero dell’aumento della popolazione nel Lazio che ha portato, dal 2014, un incremento nel Fondo sanitario di circa un miliardo di euro. D’Amato ha risposto che gran parte di quelle entrate sono servite a coprire la spesa sanitaria che nel frattempo ha avuto un incremento di circa il 3 per cento annuo per garantire servizi e prestazioni ai cittadini del Lazio e il resto è servito per raggiungere il risultato odierno di attivo nel bilancio, condizione fondamentale per il piano di rientro.
Nel corso del dibattito, Antonello Aurigemma (FI) e Massimiliano Maselli (NcI) hanno auspicato un approccio “meno ragionieristico e più orientato alla qualità dei servizi e delle prestazioni”. A sostegno di questa posizione, Aurigemma ha riportato i dati di Cittadinanzattiva che pongono il Lazio all’ultimo posto nei tempi delle liste d’attesa, costringendo molti residenti nel Lazio ad andare in altre regioni per alcune prestazioni.
Chiusa l'audizione, la commissione ha proseguito i lavori in seduta ordinaria per permettere a D’Amato di illustrare 5 decreti del presidente della Regione per la nomina di altrettanti direttori, la cui discussione il presidente Simeone ha rimandato alla seduta che sarà convocata per giovedì 25 luglio alle ore 12. Le nomine in esame prevedono due conferme e tre nuove indicazioni: Maria Paola Corradi verrebbe riconfermata all’Ares 118 e Giuseppe Quintavalle all’Asl Roma 4 (Civitavecchia); Adriano Marcolongo all’Azienda ospedaliera Sant’Andrea, Stefano Lorusso all’Asl di Frosinone e Massimo Annicchiarico all’Azienda ospedaliera San Giovanni, sono le nuove proposte di Zingaretti.
Presenti all’audizione, oltre a Simeone, Barillari, Aurigemma e Maselli, i consiglieri: Paolo Ciani (Centro Solidale–DemoS), Loreto Marcelli (M5s), Marta Bonafoni (Lista Civica Zingaretti), Michela Di Biase (Pd), Marco Vincenzi (Pd), Chiara Colosimo (FdI), Daniele Giannini (Lega), Sara Battisti (Pd) ed Enrico Cavallari (gruppo Misto).
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio