Progetto vertiporto nel parco Piccolomini, audizione in commissione Trasparenza

Nuove forme di mobilità con i taxi droni, confronto con associazioni e comitati locali.
Il rendering di un progetto di Urban V 21/11/2023 - Un progetto sicuramente avveniristico, ma su cui, secondo i comitati e le associazioni locali, restano tanti punti di domanda, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei vincoli.

La commissione Trasparenza e pubblicità del Consiglio regionale, presieduta da Marta Bonafoni, ha svolto oggi una lunga audizione sul progetto per la realizzazione di un vertiporto nell’area del parco Piccolomini, nel XIII Municipio di Roma.

“Abbiamo voluto dare una risposta – ha spiegato Bonafoni – a tante richieste di chiarimento che ci sono arrivate da una serie di associazioni e comitati, in seguito al bando per la locazione di 8 ettari di terreno di proprietà dell’Azienda pubblica di servizi alla persona Nicolò Piccolomini, assegnato alla Urban V, che qui vorrebbe realizzare un vertiporto”. Barbara Manara (comitato parco Piccolomini) ha ripercorso la storia di quell’area, che il comitato vorrebbe diventasse parco pubblico, e ha ribadito i numerosi vincoli che impediscono la realizzazione di nuovi edifici. Annamaria Bianchi (Carte in regola) ha spiegato che “non siamo contrari a forme di mobilità come i vertiporti, ma siamo per innovazioni e nuove forme di mobilità che rispondano innanzitutto all’interesse pubblico”.

Sul progetto è intervenuto anche Eugenio Patanè (assessore alla Mobilità del Comune di Roma) che ha spiegato come i vertiporti servano per far atterrare i taxi droni, velivoli elettrici con batteria, molto differenti dai classici elicotteri, che si muovono in quasi totale assenza di rumore. Una forma di mobilità che abbiamo cominciato a inserire nel Piano urbano per la mobilità sostenibile”

Per Luigi Tamborrino (Territorio Roma) “la location è sbagliata. Perché si tratta di una villa storica”.  Sulla stessa linea Francesca Danese (Forum Terzo settore): “Non siamo contrari all’innovazione – ha dichiarato - ma il punto rimane a monte: si fanno scelte di innovazione tecnologica senza coinvolgere cittadini”.

Si tratta di un “progetto avveniristico” per Massimiliano Maselli (assessore ai servizi sociali della Regione Lazio): “E’ chiaro che dovrà rispettare tutte le regole, saranno le strutture competenti e non il mio assessorato a verificare il progetto. L’Asp Piccolomini sta facendo il suo lavoro, cercando forme di autosostentamento”.

Per l’Asp sono intervenuti il presidente Edoardo Siravo e la direttrice Valeria Carovana che hanno spiegato che si tratta “di un terreno chiuso, non fruibile attualmente dai cittadini, che vogliamo mettere a reddito per finanziare i progetti della Fondazione. Un’area che verrà valorizzata e messa in sicurezza. Il progetto sposa tecnologia e rispetto dell’ambiente”.

Nessun pregiudizio da parte di Salvatore Petrarca (assessore Mobilità e lavori pubblici del XIII Municipio) che ha dichiarato di aspettare il progetto per dare una valutazione precisa.

La strategia europea sulla mobilità sostenibile avanzata è stata illustrata da Carmela Tripaldi e Davide Drago di Enac: “Stiamo lavorando per regolamentare la materia, in maniera da avere standard di sicurezza elevati, coordinandoci con gli enti locali e le Regioni in maniera da avere una rete corridoi aerei che si coordini con la mobilità a terra”:

E’ stata poi la volta di Carlo Tursi , amministratore delegato di Urban V che ha spiegato come “l’iter approvativo non sia ancora neanche iniziato. Vogliamo realizzare un “Parco dimostrativo sulla mobilità sostenibile”, che occuperà soltanto il 10 per cento dell’area, mentre il resto sarà a verde, aperto alla cittadinanza. Realizzeremo piccole strutture temporanee integrate con il paesaggio che saranno rimosse alla fine del progetto, mentre l’area a parco resterà a disposizione del territorio. Rispetteremo tutti i vincoli presenti in questa zona”.

A chiusura della seduta è intervenuto il consigliere Daniele Sabatini (FdI) che ha espresso “dubbi rispetto alla competenza in materia della commissione trasparenza. Si è trattato comunque di un confronto utile”,

Di opposto avviso la presidente Bonafoni: “Si chiama commissione Trasparenza e pubblicità – ha spiegato – non è un tribunale: proprio perché non c’è ancora un progetto serve trasparenza. E per questo oggi abbiamo fatto il nostro mestiere, facendo comunicare le istituzioni, la società che propone il progetto, con i cittadini”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio