Tor Bella Monaca, lo Stato deve togliere terreno fertile alla criminalità

L’appello di Don Coluccia e delle associazioni locali alla commissione: “Bene i blitz delle forze dell’ordine, ora servono interventi profondi e non spot”.
L'audizione in commissione. 21/09/2023 - “Le istituzioni devono occupare il territorio che abbiamo lasciato per troppo tempo alle organizzazioni criminali”. Questo, in sintesi il messaggio lanciato da don Antonio Coluccia nell'audizione che si è svolta in commissione Lotta alla criminalità e antimafia del Consiglio regionale, presieduta da Flavio Cera.

Un appello, quello lanciato dal sacerdote vittima del tentativo di aggressione del 31 agosto durante la marcia della legalità a Tor Bella Monaca, che le associazioni presenti hanno declinato nei vari ambiti di lavoro: lotta alla dispersione scolastica, recupero del degrado dei quartieri, percorsi formativi per dare lavoro ai soggetti più deboli che, altrimenti, diventano un serbatoio di mano d’opera per le mafie.

L’audizione, dedicata al quadrante est di Roma, in particolare a Tor Bella Monaca, è stata introdotta dal presidente Cera che ha voluto ringraziare “le forze dell’ordine per il blitz di stamani. Noi tutti siamo chiamati a fare sistema per contrastare la criminalità. Le istituzioni devono essere vicine ai cittadini. Vogliamo dare un segnale forte a tutti i romani. Proprio per questo la prossima seduta della commissione la faremo proprio a Tor Bella Monaca. All'audizione di oggi era stato invitato anche il sindaco di Roma, ci dispiace che non sia venuto”.  

Due le situazioni da aggredire per togliere spazio ai clan secondo don Antonio Coluccia: il traffico di droga e il racket delle occupazioni delle case popolari: “Non basta l’azione delle forze di polizia, bisogna creare un’alternativa: serve una nuova proposta di vita, cercando di fare capire ai ragazzi che c’è un futuro diverso”.

Per il presidente del VI Municipio, Nicola Franco “le istituzioni cominciano ad accendere i riflettori sul nostro territorio. Abbiamo la piazza di spaccio più grande d’Europa, controllata da 14 clan mafiosi. Ora dobbiamo riprenderci gli spazi che abbiamo ceduto alla criminalità. A Tor Bella Monaca ci sono circa mille persone agli arresti domiciliari, le case sono occupate da chi non ha diritto: le persone contigue alla criminalità devono essere mandate via”.

E’ stata poi la volta di associazioni e sindacato: sono intervenuti Gaetano Salvo (Libera), Francesca Petrucci (Cubo Libro), Barbara Di Tommasi (segretaria Cgil Roma Est), Rita Romano (Utopia), Tiziana Ronzio (Tor Più Bella), Enrico Coppetelli (segretario regionale Cisl) e Pompeo Bozza (Spi Cgil VI Lega). Il quadro emerso è chiaro: l’illegalità affonda le sue radici nel degrado, nella dispersione scolastica, nella mancanza di lavoro. Unanime la richiesta alla commissione: lavorare al fianco dell’associazionismo, non interventi spot, ma un lungo percorso per togliere terreno fertile alle mafie.

Secondo la consigliera Eleonora Mattia (Pd) “dobbiamo parlare chiaro: Tor Bella Monaca è la Scampia di Roma. Non possiamo dividerci per appartenenza politica. Servono più fondi per parchi inclusivi, asili nido, azioni per prevenire dispersione scolastica, dobbiamo sostenere le battaglie del territorio”. Per Chiara Iannarelli (FdI): “Non servono la retorica e le vetrine: servono azioni concrete, bilanciare la denuncia con la parte di costruzione”. D’accordo anche Emanuela Mari (FdI): “Oggi abbiamo scritto una pagina importante, questa non deve essere un’audizione fine a sé stessa, dobbiamo mettere a disposizione le risorse necessarie per combattere dispersione scolastica: investire sulla prevenzione”.

E sulle proposte concrete è tornato Nicola Franco che ha chiesto “il sostegno della commissione per realizzare la città delle arti e dei mestieri sul territorio del VI Municipio”.

L’audizione è stata chiusa dal presidente Cera che ha definito l’audizione “un passo importante per capire quello che è Tor Bella Monaca, ora servono i fatti. A partire dalla lotta allo spaccio: la droga è il portafoglio della criminalità organizzata”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio