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L'assessore Schiboni ha illustrato la proposta di legge su "Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio"

Il provvedimento era stato proposto dall’assessore Pasquale Ciacciarelli, titolare della delega all’Urbanistica fino allo scorso febbraio. La seduta riprenderà con la discussione generale.
Una seduta del Consiglio regionale del Lazio11/06/2025
Il Consiglio regionale del Lazio ha iniziato oggi l’esame della proposta di legge regionale n. 171 del 9 agosto 2024, concernente “Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio”, di iniziativa della Giunta regionale. Il provvedimento era stato proposto dall’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, titolare della delega all’Urbanistica fino allo scorso febbraio, ma è stato illustrato in Aula dall’assessore Giuseppe Schiboni, che ne ha ereditato le competenze. Si tratta di disposizioni che interessano il governo del territorio e le politiche della casa, andando a modificare numerose norme esistenti e introducendone altre nuove. La seduta riprenderà con la discussione generale.

“Ho ereditato un lavoro in avanzato stato di elaborazione, considerando che a fine gennaio la proposta è stata licenziata dalla competente commissione consiliare”, ha esordito Schiboni. “In questi mesi del mio mandato – ha proseguito – si sono svolte ulteriori riflessioni, frutto di approfondimenti con le realtà sociali e di ampi confronti con gli esponenti di maggioranza, con cui ho presentato, sempre nel rispetto delle linee politiche impostate dal Presidente, diverse proposte emendative del testo approvato dalla commissione, le quali costituiscono il frutto del compatto lavoro di squadra della componente di maggioranza”.

L’assessore Schiboni ha spiegato che le disposizioni della proposta di legge consistono in modifiche di normative esistenti (articoli 1, 2, 3, 4, 5, 8, 10, 12, 13, 16, 17 e 18) ovvero introduzione di innovative previsioni autonome (articoli 6, 7, 14, 15, 19, 20, 20-bis). “Talune modifiche – ha spiegato Schiboni – rivestono carattere sostanziale, andando quindi a introdurre discipline positive volte a regolare funzioni o attività sia pubbliche che private. Altre, non di minore importanza, hanno carattere procedurale volte ad aumentare l’efficacia e l’efficienza della produzione di atti e a ridurre al minimo gli sprechi procedimentali da parte delle pubbliche amministrazioni in termini di tempistiche e passaggi necessari”.

Secondo l’assessore, “si tratta sicuramente di una manovra sulle discipline del governo del territorio e delle politiche dell’abitare che ha pochi precedenti quanto a organicità del disegno riformatorio, sistematicità degli interventi che incidono nel quadro normativo esistente, profondità delle ricadute.” Schiboni ha poi sintetizzato alcuni tra gli interventi normativi più rilevanti. “In primo luogo, è importante evidenziare come il primo emendamento da me presentato è volto ad eliminare l’articolo 1 della proposta di legge, ossia la disposizione che comporta diverse modifiche alla legge regionale n. 38 del 1999, soprattutto in tema di disciplina delle zone agricole”.

Tuttavia, la disciplina che viene maggiormente toccata dalle modifiche è quella della legge della rigenerazione urbana (L.r. n. 7 del 2017) che, secondo Schiboni, “ha sinora sofferto di un’applicazione troppo limitata rispetto alle sue potenzialità. Per questo motivo, si è deciso di mettere mano agli istituti più rilevanti per inaugurare una nuova e assai più proficua fase di rigenerazione urbana, che consenta una maggiore flessibilità degli obiettivi di riqualificazione individuati dalle amministrazioni comunali e un ampliamento dello spettro di interventi realizzabili”. A tal proposito, Schiboni ha anticipato il contenuto di un emendamento che mira a restituire ai Comuni la discrezionalità di autodeterminarsi sul proprio territorio, prevedendo che possano deliberare di non applicare o di escludere dal campo di applicazione alcuni ambiti o anche singoli edifici. Per l’assessore, inoltre, “si è intervenuti: sui programmi di rigenerazione urbana, finora sostanzialmente inesistenti, potenziandone le trasformazioni ammesse; sulle delocalizzazioni tra gli ambiti territoriali individuati dal Comune; sulle modifiche alle destinazioni d’uso degli immobili esistenti per riattivarne le funzioni e rivitalizzare i territori; sugli interventi di efficientamento energetico, per la prima volta stabilendo degli obiettivi di classe energetica da raggiungere e di miglioramento sismico, consentiti in tutto il territorio comunale, non solo nelle aree urbanizzate; sulle ristrutturazioni e le demolizioni maggiormente incentivate quanto a premialità in termini di volume e superfici”.

La proposta di legge rivede anche disposizioni che riguardano il recupero dei sottotetti. “Un intervento certamente minore dal punto di vista dell’assetto del territorio – ha spiegato l’assessore – ma che desta grande interesse da parte dei cittadini, in quanto consente il recupero a fini urbanistici di locali già presenti nelle abitazioni private e dunque ben si sposa con il contenimento del consumo del suolo. Si è quindi ritenuto di ampliare la platea degli edifici dei quali può recuperarsi il sottotetto, portando la data di realizzazione al 31 marzo 2025, già più volte in passato modificata rispetto a quella originaria del 1° giugno 2017”. Viene proposto anche il recupero per finalità sanitarie e socioassistenziali, oltre alle vigenti finalità residenziali e turistico-ricettive. Infine, l’assessore ha annunciato che “si è consentito il recupero anche dei sottotetti che non si accompagnano ad unità immobiliari dell’edificio, purché vengano destinati a prima casa”.

Il provvedimento propone anche modifiche al regime delle deleghe urbanistiche (L.r. n. 19 del 2022), prevedendo un diverso procedimento di approvazione degli strumenti urbanistici dei Comuni, cui sono state conferite le funzioni urbanistiche. Interessata anche la legge n.36 del 1987, per la quale si propone di introdurre diverse semplificazioni, tra cui la competenza della Giunta comunale al posto del Consiglio per le modifiche a piani attuativi che non costituiscano variante e la possibilità di attuare il piano attraverso singoli e separati comparti, purché ne siano garantite l’autonomia funzionale e le necessarie infrastrutture, il riconoscimento della specificità delle sempre più emergenti attività di logistica, lo snellimento del procedimento di approvazione del permesso a costruire convenzionato.

L’assessore ha poi spiegato che, relativamente ai temi dell’edilizia residenziale sociale e Piano Casa, “la proposta interviene sulla determinazione del valore del canone calmierato, adeguandolo, dopo 14 anni dall’entrata in vigore della legge, ai valori di mercato inevitabilmente profondamente mutati, oltre ad una serie di novelle correttive in relazione all’alienazione di detti immobili per coloro che, avendone i requisiti, ne facciano richiesta”.

Infine, Schiboni ha accennato anche alle proposte di modifica della legge n. 7 del 2014 in tema di interventi di edilizia agevolata destinati alla locazione, “al fine di ridisciplinare la modifica dei termini del vincolo di locazione obbligatoria, onde consentire la trasformazione del titolo di godimento del bene in favore dei locatari interessati”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa