Istituire un servizio psico-oncologico nella rete oncologica regionale, ora c'è una proposta di legge

Per il presidente dell’Ordine degli psicologi, Davide Lazzari, isituire la figura dello psico-oncologo non è solo etico, ma dei beneifci del supporto psicologico ne parla la scienza. 
08/04/2021 -

In commissione Sanità, presieduta da Giuseppe Simeone, si è tenuta, in modalità telematica, l’audizione sulla proposta di legge regionale n. 191 concernente: "Istituzione del servizio psico-oncologico nella rete oncologica regionale".

In apertura dei lavori, Loreto Marcelli (M5S) ha illustrato la legge di cui è primo firmatario. Il consigliere ha parlato del perché di questa legge, ha spiegato di quanto il cancro rappresenti per il paziente e per la sua famiglia, ma anche per i terapeuti, una prova esistenziale sconvolgente che incide sulla qualità della vita. Questa prova coinvolge tutti gli aspetti della persona colpita, le relazioni sociali, familiari e professionali,  dunque l’elemento psicologico diventa fondamentale, perché permette di superare dinamiche che derivano dalla malattia. Marcelli ha ricordato che oggi si trovano figure di supporto psico-oncologico solo perché attivate da associazioni di volontariato o da singole realtà ospedaliere.  “È giunto il momento – ha dichiarato Marcelli - di legiferare in materia, sarebbe auspicabile farlo anche a livello nazionale,  istituire il servizio di psico-oncologia nella rete ospedaliera”.

Dagli invitati all’audizione si è registrato grande plauso all’iniziativa,. Anna Costato dell’Associazione Salute Donna Onlus, ha parlato di una proposta di legge “preziosa”, dell’importanza della figura dello pisco-oncologo nel team multidisciplinare che si occupa della cura del paziente.  L’oncologo Livio Blasi,  presidente dell’associazione Cipomo, ha riportato l’esperienza in atto in Sicilia,  dove lo psico-oncologo è già parte integrante del team multidisciplinare e ha riportato uno studio realizzato proprio sull’importanza di questa figura.  Il presidente dell’Ordine degli psicologi, Davide Lazzari, ha detto chiaramente che esiste  una letteratura  molto  abbondante sugli effetti dell’aiuto psicologico sia per le persone che hanno questo tipo di problema, sia per i loro cargiver , ha sottolineato gli effetti importanti proprio anche sul decorso della patologia oltre che sulla qualità della vita, quindi non solo un fatto etico umano ma un dato anche scientifico. Per l’associazione Sipo la vicepresidente Angela Piattelli oltre a condividere la necessità di una legge in materia, ha puntato l’attenzione sulla formazione di queste figure specializzate. 

Per Aieop, la professoressa Dorella Scarponi ha portato il suo contributo per quanto riguarda l’oncologia pediatrica e ha relazionato  sul censimento del 2014 delle risorse di psico-oncologia presenti nei 50 centri di oncologia pediatrica da cui è emerso che soltanto 23 figure di psicologi erano strutturati all’interno di equipe multidisciplinari,  mentre il 70% era rappresentato da colleghi competenti, legati alle strutture sanitarie con contratti e borse di studio. “Credo – ha spiegato la professoressa Scarponi - che sia il primo punto fondante  sul quale ci piacerebbe lavorare, rendere non soltanto presente la figura dello psico- oncologo così come è stata delineata nella legge, ma che sia una presenza costante e strutturata nel team di cura”.  A seguire il professor  Francesco Cognetti; presidente dell’Associazione Foce,  nella premessa del suo intervento ha dichiarato che i dati sull’ incidenza delle neoplasie sono in crescita, che tanti sono stati i danni fatti ai pazienti oncologici e cardiologici in questa pandemia. “ È assolutamente appropriata e opportuna una legge di questo tipo – ha dichiarato il professor Cognetti -  la figura dello psico oncologo è rilevante e importante perché praticamente assiste ed è protagonista in tutte le fasi della malattia, sin  dalla prima diagnosi quindi il momento in cui viene comunicata al paziente la natura della malattia, che il più momento di grave stress psicologico, fino alla comunicazione  dei trattamenti con tutto quello che si può ottenere in termini di qualità di vita. Sono figure importanti anche in tutta la fase delle cure palliative, sono professionisti che ci aiutano veramente tantissimo”.  Infine,  Elisabetta Iannelli dell’Associazione Aimac e Favo ha concluso con il suo intervento  “nonostante  le documentate esigenze di presa in carico e l’eccellente accordo della Conferenza Stato regioni del 2019,  in molte Regioni, non dico nel Lazio, ma in altre la situazione è sicuramente drammatica perché l’assistenza psicologica è solamente sulla carta.  Nel Lazio abbiamo osservato  un andamento che per fortuna è andato in senso migliorativo, ma che ha vissuto momenti molto critici, perché in alcuni casi i piani aziendali hanno mortificato la funzione e il ruolo degli psicologi”.

La seduta si è conclusa con l’intervento del consigliere Rodolfo Lena (PD) che ha ricordato come già in passato la Regione si occupò di queste figure  nei centri multidisciplinari di senologia,  “siamo stati un esempio per tante regioni italiane”.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio