Una casa famiglia in terzo municipio e i punti nascita di Anzio e Velletri all'attenzione della VII commissione

Questi i temi delle altre due audizioni di oggi nell'organismo presieduto da Giuseppe Simeone.
12/11/2020 -

La seconda audizione, richiesta da Marta Leonori (Partito democratico),  verteva sul tema del  Centro diurno e casa famiglia “Casaletto”, anche conosciuto come “Fratelli Lumière”. Leonori ha detto che la richiesta è stata fatta congiuntamente con Paolo Ciani del Centro solidale, perché la struttura, che ospita un centinaio di pazienti ed è diventata un punto di riferimento dei quartieri del terzo municipio in ambito di integrazione dei servizi sociosanitari, dovrebbe essere messa ad avviso pubblico da parte del comune, come comunicato da Roma capitale alla Asl Roma 1 nel mese di giugno scorso. Un odg del municipio terzo a fine ottobre si è espresso invece per la continuità della gestione e la valorizzazione dell’esperienza già fatta. Si chiede, ha concluso Leonori, il riavvio del tavolo tecnico ai fini di garantire la continuità assistenziale, sempre apprezzata da parte delle famiglie degli assistiti.

Il Direttore Generale della ASL RM1, Angelo Tanese, ha detto che si è cercato di rappresentare a Roma capitale la bontà di questa esperienza integrata tra casa famiglia  e centro diurno; la preoccupazione verte ovviamente sulla continuità assistenziale in favore degli ospiti, che potrebbe essere messa in forse da una gestione differenziata, poiché il bando non copre tutto il servizio in modo unitario, così come è ora.

L’Assessora alla Persona, scuola e comunità solidale di Roma Capitale, Veronica Mammì, supportata dal direttore di dipartimento Giovanni Serra, ha detto che non si intende compromettere questo progetto assistenziale ma solo riportare la struttura all’interno della normativa vigente, sia nazionale (codice degli appalti) che regionale (le competenze nel settore socio assistenziale sono state trasferite dalla stessa regione a Roma capitale): a questo fine sono state inviate richieste di collaborazione cui la Asl non ha dato seguito, ha aggiunto. Si sta agendo in piena trasparenza, ha detto l’assessora, per cui non si riesce a comprendere l’opposizione a questa procedura, cui sta partecipando infatti la stessa cooperativa che opera al presente nel centro.

Il Presidente del Municipio Roma III, Giovanni Caudo, ha sottolineato la peculiarità della struttura, che non è assimilabile a una casa famiglia come tante altre; proprio questa specificità andrebbe perduta dando seguito al bando del Comune. La Presidente della consulta per le persone con disabilità del terzo municipio, Maria Grazia Pessina, ha espresso la sua preoccupazione per la procedura in atto che separerebbe due servizi ad ora perfettamente integrati.

Tra i consiglieri, Massimiliano Maselli di Fratelli d’Italia ha rimarcato un atteggiamento non collaborativo da parte della rappresentante istituzionale di Roma capitale. Anche Ciani ritiene che la collaborazione sia l’unica via per venire a capo del problema. Secondo Rodolfo Lena del Pd, la procedura che va messa in atto per l’accreditamento delle strutture socioassistenziali non comporta necessariamente una gara. Leonori ha detto invece che spera che da questa audizione esca una soluzione coprogettata tra Asl e Roma capitale che salvaguardi l’esperienza già fatta.

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La terza e ultima audizione di oggi aveva come tema “Riattivazione punti nascita ospedali di Anzio e Velletri” ed era stata richiesta da un gruppo di consiglieri di Fratelli d’Italia con in testa Giancarlo Righini, che ha spiegato come le rassicurazioni ricevute su questo tema dall’assessorato mesi fa avevano tranquillizzato i richiedenti, ma la recente notizia della trasformazione dell’ospedale dei Castelli in ospedale Covid ha reso di nuovo urgente il tema. Un impoverimento delle nascite nella Rm6 si è verificato infatti nei mesi scorsi a causa di questa situazione, ha detto Righini: la richiesta del territorio è la riapertura di questi punti, ha concluso pertanto il consigliere.

Il sindaco del comune di Anzio, Candido De Angelis, ha condiviso le preoccupazioni del  consigliere Righini, riferendo come l’ospedale di Anzio avesse una cifra di circa mille nascite l’anno che ne testimonia la rilevanza, confemata d’altronde dall’entità della popolazione del comune. L’ospedale non può consentirsi un tale impoverimento dei servizi offerti alla cittadinanza, ha aggiunto il sindaco. Analoghe le preoccupazioni del sindaco di Velletri, Orlando Pocci, che ha sottolineato anche lui l’importanza del punto nascita per la sua popolazione residente. Se il problema è il personale, si può attingere alla graduatoria degli specializzandi, ha detto il sindaco.

Il Direttore generale dell’ASL RM 6, Narciso Mostarda, ha replicato che la chiusura dei punti nascita è stata determinata dall’esplodere della pandemia di Covid, ma l’intenzione è di riaprire, non appena la situazione sanitaria lo consentirà, entrambi i punti, risolvendo nel prossimo futuro  i problemi di personale che storicamente affliggevano le due strutture. Il totale delle nascite nel punto unico del nuovo ospedale dei Castelli, ha detto anche Mostarda, non è lontano dalla somma totalizzata dai due punti nascita in precedenza.

Soddisfatta, tra i consiglieri, delle rassicurazioni offerte da Mostarda si è detta Marietta Tidei del gruppo misto, che ha sottolineato anche lei le enormi difficoltà causate dalla pandemia. Il nocciolo del problema è costituito dal personale, ha detto Lena del Pd, riprendendo un passaggio dell’intervento di Mostarda: la soluzione può essere solo trovare un modo per attrarre medici nelle province piuttosto che a Roma. D’accordo sul problema del personale medico, Valentina Corrado del Movimento 5 stelle ha aggiunto che le strutture Covid e non Covid devono restare separate. “Obiettivo di tutti” è la riapertura dei punti nascita secondo Maselli di Fratelli d’Italia.”Moderatamente pessimista” si è definito Antonio Aurigemma, anch’egli di Fratelli d’Italia, proprio per il fatto già ricordato che il problema dei due punti nascita dipende dalla disponibilità di personale. Che alle parole non seguano i fatti è anche il timore dell’altro consigliere di FdI Fabrizio Ghera. Insoddisfatto delle risposte ricevute oggi anche il primo richiedente Righini che ha anche contestato la validità di alcuni numeri esposti da Mostarda sulle nascite nei due punti di Anzio  e Velletri.

D’accordo invece Egidio Schiavetti, in rappresentanza dell’assessore D’Amato, sulle cose dette da Mostarda, con l’impegno da parte dell'assessorato di avviare a soluzione la questione del personale in tempi rapidi.

 

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio