Focus sulla Asl Roma 3 in commissione speciale emergenza Covid-19

Con l'audizione della direttrice Francesca Milito, prosegue il ciclo di audizioni con per approfondire l’impatto della pandemia sulle asl del Lazio.
Il presidente della commissione speciale emergenza Covid-19, Paolo Ciani. 08/03/2022 - Prosegue nella commissione speciale emergenza Cpvid-19 il ciclo di audizioni con i direttori generali delle Asl laziali per approfondire l’impatto della pandemia su ciascuna azienda, con riferimento all’erogazione delle prestazioni sanitarie e all’organizzazione dei servizi di prevenzione, diagnosi e cura. Oggi è stata sentita Francesca Milito, direttrice generale dell’Asl Roma 3.

I lavori sono stati introdotti dal presidente della commissione, Paolo Ciani: “Abbiamo avviato in questa commissione una serie di audizioni con i direttori generali delle Aziende sanitarie locali del Lazio e di Roma – ha detto – perché vorremmo conoscere come sono andati questi due anni di pandemia e come le Aziende hanno reagito alle sue varie fasi, ma contemporaneamente capire anche come si sono comportate in maniera più generale sulla presa in carico dei pazienti. Dalle esperienze raccolte, vorremmo proporre, alla luce delle novità post-pandemia e delle novità del Pnrr, nuove politiche di presa in carico sanitaria e sociosanitaria”.

Partendo proprio da questa impostazione, Francesca Milito ha iniziato il suo intervento affermando che “l’esperienza del Covid sicuramente ci ha insegnato che la presa in carico di un paziente non può che essere una presa in carico globale ed è questa la prospettiva che andremo a sviluppare per quanto attiene il discorso del Pnrr e non solo”. La direttrice ha poi aggiunto che “sono stati due anni particolarissimi, che nessuno di noi avrebbe immaginato di vivere in un tempo moderno, per cui, a fronte di un iniziale disorientamento da parte di tutti rispetto al da farsi, immediatamente si è proceduto nel realizzare percorsi concreti”.

Milito ha poi ripercorso cronologicamente gli eventi principali che hanno caratterizzato questi due anni di pandemia. “Sappiamo bene che i filoni che hanno interessato le Aziende territoriali sono di molteplici tipi, ovvero un’attività di prevenzione e una di assistenza”, ha detto. “L’attività di prevenzione e l’attività di tracciamento, quindi l’attività di individuazione di isolamento dei casi in prima battuta, è stata particolarmente impegnativa per l’Asl Roma 3, perché l’ha vista doversi far carico di tutta una serie di attività proprie, ma anche di quelle delle Aziende ospedaliere dello stesso territorio”. A titolo esemplificativo, la direttrice ha citato l’attivazione dei punti per la somministrazione di tamponi, “che hanno visto l’impegno della Asl Roma 3 su un territorio particolarmente vasto, da Fiumicino al Forlanini, passando per Casal Bernocchi, per tutta una serie di ulteriori dislocazioni territoriali, che hanno richiesto la messa in campo di risorse non indifferenti, oltre a tutta la parte domiciliare, che atteneva al monitoraggio e alla verifica delle condizioni di contagio dei pazienti che erano risultati positivi o che erano stati contatti di pazienti positivi”.

Tra gli esempi, è stato citato anche il ruolo dell’ospedale Grassi di Ostia, “che nella prima fase pandemica, quindi a partire da marzo 2020, è stato integralmente trasformato in ospedale Covid, e si è fatto carico di un bacino d’utenza particolarmente rilevante, se consideriamo che l’ospedale a sud più vicino è quello di Anzio, mentre a nord è quello di Civitavecchia”, ha spiegato Milito.

“Anche dal punto di vista della somministrazione dei vaccini, l’Asl Roma 3 è stata impegnata in maniera molto significativa – ha proseguito la direttrice – se pensiamo solo a due dei diversi centri dove si è fatta una somministrazione massiva: l’hub aperto a Lunga Sosta di Fiumicino, con una capacità che nei momenti di massima è arrivata anche a 5.000 somministrazioni al giorno; il Polo natatorio di Ostia, chiuso a metà dello scorso mese, con potenzialità di arrivare a un paio di migliaia di vaccinazioni al giorno”.

Con riferimento alla premessa del presidente Ciani, Milito ha spiegato che “sotto il profilo della presa in carico chirurgica di pazienti di natura oncologica tutte le Aziende sono riuscite a dare comunque una risposta. Quello che magari è stato meno sviluppato, purtroppo, come abbiamo verificato anche nel nostro territorio, è stato il discorso degli screening, per i quali stiamo cercando di mettere in piedi degli interventi importanti”.

Per quanto riguarda le altre attività, la direttrice ha spiegato che “già dalla metà del 2020 e poi nel 2021 è ricominciata l’attività di recupero delle prestazioni non rese, soprattutto sotto il profilo chirurgico, dove ci sono grossi elementi di ritardo rispetto all’erogazione di prestazioni e alla necessità di dover recuperare interventi in numero significativo. Anche con riferimento al discorso del recupero degli screening stiamo realizzando tutta una serie di progettualità, con particolare riferimento agli screening della cervice uterina, a quelli mammari, a quelli del colon retto. Stiamo cercando di accelerare anche facendo accordi di collaborazione con altre aziende che possono supportarci”.

Nella parte finale dell’audizione, Milito ha risposto a due richieste di informazioni avanzate dal vicepresidente della commissione, Loreto Marcelli (M5s) e dallo stesso presidente Ciani. Il primo ha chiesto lumi sulla carenza di figure professionali specializzate nei disturbi neuropsichiatrici dei minori nell’ambito delle strutture di competenza dell’Asl, “perché ci sono state delle difficoltà, chiaramente aumentate dal Covid e, quindi, dall’emergenza, di accesso alle terapie psicologiche e psicoterapeutiche”, ha detto Marcelli. Paolo Ciani invece ha posto l’attenzione sul tema dell’assistenza alle persone anziane: “C’è una riflessione che avete portato avanti come Azienda sulla questione degli anziani? Sappiamo la differenza che c’è stata in alcune Rsa rispetto ad alcune case di riposo. Mi sembra però, di fondo, che quello che tutti abbiamo potuto constatare drammaticamente è che queste strutture, nate al tempo con l’idea di poter salvaguardare e proteggere la vita degli anziani, si siano dimostrate ampiamente non all’altezza delle aspettative”, ha detto il presidente. “Volevo capire se avevate fatto una riflessione sulle opportunità offerte dalla telemedicina e dall’assistenza domiciliare in questo ambito – ha aggiunto Ciani – e sapere a che punto è il tema delle riaperture, delle visite dei pazienti da parte dei familiari, dei volontari, cioè, se c’è una libertà di ingresso”.

A Loreto Marcelli la direttrice Milito ha risposto che ci sono state molte difficoltà a reperire quelle figure professionali. “A far data da oggi – ha spiegato – dovrebbero essere partite già tre professioniste, che stanno riprendendo questa attività presso il nostro Tsmree, che effettivamente ha sofferto di questa carenza. Peraltro, il 16, se non sbaglio, entrerà in ruolo un altro neuropsichiatra. Noi abbiamo solo il tempo tecnico di espletamento di alcune procedure, perché abbiamo un bando di mobilità di sei posti di neuropsichiatri e dobbiamo acquisire, attraverso graduatoria di altra Azienda sanitaria ulteriori sei figure di neuropsichiatri”. Per quanto riguarda le figure professionali degli psicologi, Milito ha spiegato che “è stata appena approvata la graduatoria della Asl Roma 2, che prevede un numero particolarmente significativo di psicologi che sono destinati alla nostra Asl e via via tutte le altre figure professionali elencate da Marcelli”.

Sul tema degli anziani, posto da Ciani, Milito ha spiegato che “purtroppo è stato il più difficile in tutta questa pandemia, sia per l’alto numero di decessi che ha colpito quella fascia di età e sia per l’isolamento sociale che riguarda molte persone anziane. Io rimango dell’idea che l’anziano dovrebbe essere curato a casa. La cura domiciliare, l’assistenza domiciliare e il monitoraggio delle sue condizioni rimangono, secondo me, l’elemento più importante, anche ai fini del mantenimento di un equilibrio relazionale e sociale”. Infine, per quanto riguarda le modalità di accesso alle Rsa, la direttrice dell’Asl Roma 3 ha detto che “ormai sono quelle diffuse anche per gli accessi alle strutture ospedaliere: parliamo di Green Pass, quindi, avendo ormai superato il discorso del tampone. Parliamo di ripresa in qualche modo di contatti, anche se, da quello che ho come notizia in termini generali, si tende un po’ ancora da parte delle direzioni delle Rsa a limitare al minimo questi accessi”.

Nelle conclusioni finali, il presidente Ciani ha sottolineato come “tutta la vicenda dei vaccini, soprattutto qui a Roma e nel Lazio, abbia in parte riconciliato i nostri concittadini con la sanità pubblica, perché abbiamo fatto un intervento molto puntuale e molto ben realizzato anche in termini di accoglienza, di accompagnamento e di prenotazione. Questo è stato molto apprezzato dai nostri concittadini. Quindi, noi dobbiamo fare lo sforzo di trasferire l’eccezionalità e anche la qualità dell’intervento che abbiamo dimostrato nella pandemia nella quotidianità. Credo che questa sarà la sfida dei prossimi mesi e dei prossimi anni, di cui chiaramente tutte le Aziende sanitarie saranno protagoniste”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio