Tutela del territorio: il fuoco prescritto come prevenzione agli incendi nel basso Lazio

In commissione il tema del contrasto agli atti dolosi con risposte non solo repressive.
28/02/2022 - Il contrasto agli incendi nei territori dei Monti Aurunci, Formia e Ventotene il tema dell’audizione odierna in commissione Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile e ricostruzione, presieduta da Enrico Cavallari (FI), richiesta dai rappresentanti di alcune associazioni dell’area, quali l’Associazione "Incontri e Confronti" di Formia, il "Comitato per il Parco degli Aurunci Formia", la "Cooperativa Agricola Sociale Le Mura" e l’ex assessore all’Ambiente del Comune di Ventotene Francesco Carta, ente da poco commissariato, al voto in primavera.

“Un approccio nuovo” all’annoso problema degli incendi boschivi che sul territorio dei Monti Aurunci lo scorso anno sono stati particolarmente distruttivi è arrivato da Marcello De Meo, dell’Associazione "Incontri e Confronti", relatore di una proposta congiunta redatta con il contributo di esperti del mondo agropastorale ed allevatori, per un “approccio diverso che non fosse solo poliziesco e repressivo, ricercando soluzioni alternative, sostenibili anche economicamente”. Un approccio che potrebbe anche “portare all’abbassamento dello scontro sociale fra chi deve vivere la montagna con le problematiche del caso e chi con una visione solamente ambientale”.

Principale strumento individuato quello del “fuoco prescritto”, un fuoco controllato che ha lo scopo di rinnovare il cotico erboso, rimanendo circoscritto nelle aree prestabilite, così come pure introdotto nel nuovo Piano AIB 2021-2025, del Parco Naturale dei Monti Aurunci, il parco più meridionale del sistema delle aree naturali protette del Lazio, diretto da Giorgio De Marchis che lo ha definito “una sorta di testo unico degli incendi”, che dagli anni 2000 ad oggi dà “un quadro organico suffragato da dati e riscontri oggettivi”.

“Combattere il fuoco con il fuoco, ovvero la tecnica del fuoco prescritto” è anche per De Marchis la soluzione principale per combattere la natura dolosa degli incendi boschivi, “in gran parte dovuti al rinnovo delle superfici per il pascolo. È forse il primo Piano del Lazio che fa sua questa tecnica”, ha detto il direttore del Parco aggiungendo però che, sebbene prevista dalla legge regionale 39, il Regolamento di attuazione ne vieta l’uso. De Marchis ha quindi chiesto ai consiglieri di riallineare la normativa regionale affinché non preveda il divieto dell’utilizzo del fuoco come attività di prevenzione.

Come suggerito dagli esperti dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, andrebbe inoltre differenziato il bestiame, attualmente in maggioranza bovino, e valorizzati i benefici che può apportare il Cavallino di Esperia, antica razza autoctona a rischio che può contribuire a mantenere sotto controllo una delle matrici più pericolose per lo sviluppo degli incendi, ovvero l’ampelodesma, una pianta erbacea che si insedia di norma nella macchia degradata per incendio o per disboscamento. Un progetto già in corso gestito dall’Università della Tuscia come tecnica di “pascolo pilotato”. Secondo il dirigente dell’Arsial Claudio di Giovannantonio, inoltre, occorre “responsabilizzare gli allevatori”, superando il modello attuale dei fidi annuali e intervenendo sui comuni per far sì che le superfici siano aperte anche agli allevatori non residenti “per ridurre il potenziale di innesco” in quanto l’abbandono dei territori montani e rurali aumenta il rischio.

Per Gaia Pernarella (M5s) il ruolo dei comuni è importante anche culturalmente, devono “mettere mano in maniera continua alle aree interessate dal fuoco, contro i criminali, perché di questo stiamo parlando” andando invece incontro a chi il territorio lo vive, aggiornando costantemente il catasto degli incendi boschivi.

Anche per Salvatore La Penna (Pd) “non dobbiamo nascondere le motivazioni dalle quali nascono certi problemi” e occorre ora “un lavoro di squadra, il fuoco prescritto è una tematica che si può affrontare”.

“Il percorso intrapreso è quello giusto”, ha detto anche Giuseppe Simeone (FI), “è ovvio che deve essere un insieme di cose ad arginare il fenomeno”.

All’audizione è intervenuto anche Carmelo Tulumello, direttore dell’Agenzia regionale di Protezione Civile. “La mia agenzia e gli strumenti di pianificazione che abbiamo messo in campo hanno già dato delle risposte al tema del contrasto agli incendi boschivi”, ha detto ricordando il finanziamento dell’aggiornamento dei Piani AIB dove sono state introdotte procedure tra le quali il fuoco prescritto. Al proposito Tulumello ha annunciato una esercitazione il 6 aprile a Farnese, per testare questa tecnica. Tuttavia, “i temi di oggi hanno una caratura rispetto alla quale la necessità di una regolamentazione più puntuale è legata a un’attività di gestione delle risorse agrosilvopastorale che esula dalle competenze dell’agenzia”.

Anche di “cospicuo risparmio per la Regione Lazio”, riconoscendo la differenza tra un incendio pascolativo, “pratica necessaria ma che deve essere regolata” ha parlato Biagio Magri, botanico del "Comitato per il Parco degli Aurunci Formia" che con le altre associazioni hanno proposto una delibera per un’approvazione condivisa su contrasto e prevenzione incendi, consegnata all’assessora del Comune di Formia, Eleonora Zangrillo, pure presente. Zangrillo ha assicurato il suo appoggio prima al comune di Formia e poi nei 14 altri comuni dell’area “per fa sì che sia approvata in modo congiunto magari nella stessa data”, ha detto.

Il presidente Cavallari ha quindi dichiarato che verrà coinvolta la Giunta regionale per la revisione del Regolamento. “Verificheremo e solleciteremo le strutture affinché le tematiche riconosciute come soluzioni siano a loro conoscenza”, riferendosi in particolare alle direzioni Ambiente e Agricoltura e promettendo di tornare presto sul tema.

Erano presenti anche i consiglieri Orlando Tripodi (Lega), Marco Cacciatore (Gruppo misto) e Sergio Pirozzi (FdI), Simone Di Mascolo, delegato alle politiche ambientali del Comune di Itri e Massimiliano Pelliccia, presidente "Cooperativa Agricola Sociale Le Mura". A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio