Illustrata in commissione Sanità la delibera sulla disciplina delle case funerarie e delle sale del commiato
Nella stessa seduta, il consigliere Colarossi ha presentato la proposta di legge per la sperimentazione del test prenatale su DNA fetale libero nel sangue materno.

04/07/2025 - La commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, si è riunita oggi sotto la presidenza di
Alessia Savo (FdI), per l’illustrazione di due provvedimenti, uno amministrativo e l’altro legislativo. Lo schema di deliberazione di Giunta n. 100, concernente il Regolamento della disciplina delle case funerarie e delle sale del commiato (in attuazione e integrazione dell'articolo 13, commi da 77 a 84, della Legge di Stabilità regionale 2025), è stato illustrato da
Andrea Siddu, dirigente dell’Area “Promozione della Salute e Prevenzione” della Direzione regionale “Salute e integrazione sociosanitaria”. La Proposta di legge regionale n. 196, concernente “Disciplina della fase di avvio, in forma di sperimentazione, dell’erogazione del test prenatale non invasivo su DNA fetale libero nel sangue materno”, è stata invece illustrata dal primo firmatario, il consigliere
Marco Colarossi (Forza Italia).
Il Regolamento della disciplina delle case funerarie e delle sale del commiato, contenuto nello schema di delibera di Giunta n. 100, si compone di 9 articoli, compresa l’entrata in vigore (articolo 9). L’articolo uno definisce l’oggetto del provvedimento, che “disciplina le modalità di realizzazione, l’autorizzazione all’apertura e l’esercizio delle case funerarie e delle sale del commiato”. L’articolo due dispone che “la realizzazione, l’autorizzazione all’apertura e la gestione delle case funerarie, può essere affidata ai soggetti che esercitano l’attività funebre, previa Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), completa del parere favorevole dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio”. I requisiti strutturali delle case funerarie e la loro ubicazione saranno poi definiti dai comuni competenti, “garantendo una piena conformità agli standard normativi”. Gli stessi comuni provvederanno poi anche alla vigilanza sul funzionamento delle medesime case.
L’articolo tre del Regolamento elenca i servizi specifici dalle case funerarie, erogati su richiesta dei familiari della persona defunta o di altri soggetti aventi titolo e usufruibili senza discriminazione di alcun tipo in ordine all’accesso. All’articolo quattro, invece, sono indicati i requisiti e le caratteristiche igienico-sanitarie delle case funerarie, tra cui il divieto di ubicarle all’interno di strutture obitoriali, di strutture sanitarie pubbliche o private, di strutture sociosanitarie o socioassistenziali e all’interno dei cimiteri e a meno di 150 metri dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dai cimiteri e dai crematori. Previsti anche 14 requisiti minimi, strutturali e impiantistici, elencati al comma 5. L’articolo cinque disciplina l’accessibilità alle case funerarie, prevedendo che le stesse siano dotate di entrata e uscita autonoma, che non interferiscano con il sistema generale dei percorsi interni della struttura, e che non siano collocate all’interno di uno stabile in cui ci siano abitazioni civili.
L’articolo sei riguarda la verifica dei requisiti minimi delle case funerarie, riservata al comune territorialmente competente, avvalendosi – per gli aspetti amministrativi – della Polizia Locale e – per gli aspetti igienico-sanitari – della Asl territorialmente competente. L’articolo sette è dedicato alla “Sala del commiato”, la struttura destinata alla celebrazione di riti di commemorazione e di dignitoso commiato del defunto. L’articolo otto, infine, elenca i requisiti igienico-sanitari e strutturali delle sale del commiato: a) locale di osservazione o di sosta delle salme; b) camera ardente; c) locale preparazione per il personale; d) servizi igienici per il personale; e) servizi igienici per i visitatori; f) sala per cerimonie e riti di estremo saluto al defunto; g) locale per deposito materiale. Anche le sale del commiato, alla stregua delle case funerarie, non possono essere collocate in strutture obitoriali o nell'ambito di strutture sanitarie pubbliche o private, all’interno di strutture sociosanitarie o a una distanza inferiore ai 150 metri dalle medesime strutture.
Nella seconda parte della seduta della commissione Sanità, il consigliere
Marco Colarossi ha illustrato la Proposta di legge regionale n. 196 del 24 marzo 2025 concernente: “Disciplina della fase di avvio, in forma di sperimentazione, dell’erogazione del test prenatale non invasivo su DNA fetale libero nel sangue materno”.
“Il Nipt (Non invasive prenatal test) è un test di screening genetico non invasivo che consente, mediante l'analisi del dna fetale libero nel sangue materno, di effettuare un controllo sulle principali anomalie cromosomiche fetali già a partire dalla nona/decima settimana di gravidanza”, ha spiegato Colarossi. “Questa proposta di legge – ha proseguito il primo firmatario – persegue l'obiettivo di disciplinare la fase di avvio, in forma di sperimentazione, della sua erogazione, subordinatamente alla tariffa massima omnicomprensiva indicata dalla normativa nazionale, erogabile a carico del Sistema sanitario nazionale per la remunerazione del Nipt ed entro i limiti dell'importo della stessa”. La proposta di legge si compone di tre articoli: il primo disciplina la fase di avvio dell’erogazione del Nipt e i requisiti di qualità che devono possedere le strutture sanitarie specializzate preposte all’esecuzione; il secondo articolo elenca i criteri e le modalità per l’individuazione delle strutture sanitarie specializzate e la durata della fase di sperimentazione; l’articolo tre contiene le disposizioni finali, stabilendo che l’applicazione della legge è subordinata all’esecutività del decreto ministeriale con cui viene stabilita la tariffa massima omnicomprensiva di riferimento erogabile dal Sistema sanitario nazionale per la remunerazione del Nipt.
In chiusura di seduta, la presidente Alessia Savo ha annunciato che il termine per la presentazione di osservazioni allo schema di delibera n. 100 sarà il 10 luglio alle 11, mentre l’iter della proposta di legge 196 proseguirà con un ciclo di audizioni con i soggetti interessati. Hanno partecipato alla seduta, oltre a Savo e Colarossi, i consiglieri: Eleonora Berni, Marika Rotondi, Maria Chiara Iannarelli (tutte di Fratelli d'Italia); Giorgio Simeoni, Roberta Della Casa (entrambi di Forza Italia); Mario Luciano Crea (Lista Civica Rocca); Valerio Novelli (M5s).
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio