Terminato in undicesima commissione l'esame della proposta di legge sulle botteghe storiche

Il testo passa ora in commissione bilancio per l’analisi delle disposizioni finanziarie.
15/04/2021 - La commissione Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione, presieduta da Marietta Tidei (gruppo Misto) e riunita oggi in modalità telematica, ha concluso l’esame dell’articolato della proposta di legge n. 267 del 30 dicembre 2020, concernente: "Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche.". Sono stati approvati i primi dieci articoli, con una ventina di emendamenti e subemendamenti, la maggior parte ei quali presentati dalla consigliera Marta Leonori (Pd) e altri riformulati dall’assessore regionale Paolo Orneli. Tra questi ultimi, ha suscitato ampio dibattito la riformulazione dell’articolo 6 (“Attività storiche di commercio su aree pubbliche”), tra lo stesso Orneli, Massimiliano Maselli (FdI) ed Enrico Cavallari (gruppo Misto), sulla questione dei cosiddetti “urtisti”. Restano da esaminare gli ultimi due articoli del testo, in particolare, l’articolo 11 (“Istituzione del Fondo regionale per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche”) che sarà oggetto di esame approfondito da parte della commissione Bilancio, per l’approvazione delle disposizioni finanziarie. Subito dopo, il provvedimento tornerà in undicesima commissione per l’approvazione complessiva e l’invio all’Aula consiliare per concludere l’iter legislativo.

La proposta di legge n. 267, prima firmataria Marta Leonori ma sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, intende promuovere, in collaborazione con i comuni, iniziative volte alla valorizzazione delle botteghe storiche e alla salvaguardia delle attività economiche, commerciali e artigianali, di prossimità, individuate attraverso criteri di durata, continuità merceologica e di specialità. L’articolo due della proposta fornisce le definizioni di tre tipologie di botteghe storiche:

“a) locali storici, i locali e le botteghe connotati da valore storico-artistico e architettonico, destinati ad attività di commercio, somministrazione, artigianato, artistiche o miste, compresi cinema, teatri, librerie e cartolibrerie, svolte continuativamente anche da soggetti diversi e in modo documentabile da almeno settanta anni;

b) botteghe d’arte e di antichi mestieri, le botteghe nelle quali sono svolte, in modo documentabile da almeno cinquanta anni, attività artistiche consistenti in creazioni, produzioni e opere di elevato valore estetico […] e attività artigiane e commerciali che hanno conservato antiche lavorazioni, prevalentemente manuali, e tecniche di produzione derivanti da tradizioni, usanze o da culture locali che rischiano di scomparire […];

c) attività storiche e tradizionali, le attività di commercio e somministrazione in sede fissa, artigianato, artistiche o miste, compresi cinema, teatri, librerie e cartolibrerie, edicole, svolte, in modo documentabile, continuativamente, nel medesimo locale, da almeno cinquanta anni, con la stessa tipologia di vendita, somministrazione o lavorazione e di cui siano mantenute l’identità e le caratteristiche originarie dell’attività, restando ininfluenti l’eccellenza degli arredi, il valore storico, artistico, architettonico, della bottega storica in cui detta attività si svolge.”.

L’articolo tre dispone il “Censimento delle botteghe storiche” da parte dei Comuni, i quali poi devono redigere e aggiornare un apposito piano comunale delle botteghe storiche presenti nel proprio territorio e trasmetterlo alla Regione. Quest’ultima si occuperà di istituire l’apposito “Elenco regionale delle botteghe storiche”, che comporta l’acquisizione della qualifica di bottega storica con il rilascio di specifica attestazione e di un logo di riconoscimento. Secondo quanto disposto dall’articolo cinque, nell’Elenco possono essere iscritti anche i mercati e le fiere di cui all’articolo 51 del Testo unico del commercio.

L’articolo quattro elenca gli interventi per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe storiche, a partire dalla possibilità, da parte dei comuni, di ridurre i canoni di locazione o gli altri oneri sugli immobili di loro proprietà, con la copertura finanziaria dei contributi della Regione. Contributi che sono previsti anche per i proprietari e i gestori delle botteghe storiche, secondo le priorità indicate al comma 2 dell’articolo quattro (collocazione all’interno di un edificio storico classificato; presenza di una architettura d’autore o di elementi architettonici di pregio; presenza di una riconosciuta tradizione familiare; esercizio di un’attività storica o tradizionale regionale; riconoscimento dello specifico valore storico, artistico culturale e ambientale di botteghe e locali o delle attività tradizionali ovvero del particolare pregio dei prodotti offerti; presenza di strumenti, apparecchiature, arredi e suppellettili di specifico interesse artistico e storico).

L’articolo sei riguarda le attività storiche di commercio su aree pubbliche ed è stato interamente sostituito da un emendamento dell’assessore Orneli, con il quale la Regione “riconosce un carattere di storicità alle attività di commercio su aree pubbliche istituite, da almeno settanta anni, con appositi provvedimenti e svolte continuativamente, per il medesimo periodo e in modo documentabile, dagli stessi soggetti ricompresi negli elenchi nominativi o atti autorizzativi originari, loro discendenti o eredi”. Il secondo comma prevede che quelle attività “ovvero le stesse attività ma istituite da almeno cinquanta anni e da chiunque esercitate, possono accedere al Fondo di cui all’articolo 11, comma 5, ai fini della riqualificazione e adeguamento delle strutture, dell’eventuale adozione di un banco-tipo approvato dai comuni nonché dell’ammodernamento dell’esercizio dell’attività svolta.”.

Hanno partecipato alla seduta, oltre alla presidente Tidei, Leonori, Maselli e Cavallari, i consiglieri: Francesca De Vito (M5s), Michela Califano (Pd), Enrico Maria Forte (Pd), Gianluca Quadrana (Lista Civica Zingaretti), Giancarlo Righini (FdI), Sara Battisti (Pd), Pasquale Ciacciarelli (Lega), Antonello Aurigemma (FdI) e Paolo Ciani (Centro solidale-Demos). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio