Sulla discarica Cava Covalca le rassicurazioni della Regione ai comitati di quartiere

“Non c’è occupazione di nuove aree, non c’è aumento di volumi di traffico ma trasformazione da riempimento a discarica”. Entro due settimane la conclusione del procedimento.
Foto di Alessandro Antonelli. 19/01/2021 - La X Commissione - Urbanistica, politiche abitative, rifiuti, presieduta da Marco Cacciatore, ha svolto oggi un’audizione dietro richiesta del Comitato di quartiere "Fonte Laurentina" in merito alla discarica di rifiuti inerti in via Laurentina, sito noto ai residenti del Municipio IX come "ex Cava Covalca", gestita dalla società Cortac al km 11,200.

Secondo il comitato ma anche altre associazioni di cittadini intervenute insieme a Legambiente, approvare il progetto di ampliamento della discarica dovrebbe comportare un cambiamento della destinazione urbanistica di queste aree, come da parere di Roma Capitale. “Un minus per i cittadini, che hanno interesse che venga mantenuta la presente destinazione urbanistica”, ha detto Domenico Foffo, presidente del Comitato di quartiere "Fonte Laurentina". “C’è una destinazione urbanistica da rispettare e soprattutto il valore dell’area che stiamo cercando di tutelare e valorizzare. Non si tratta di non volere la discarica che già esiste, ma di impedirne l’ampliamento”, ha spiegato.

Mario Pagani del consorzio cittadini Vallerano, Massimi Acciari del comitato di quartiere Insieme per Casalfattoria e Massimiliano Coppola di Legambiente Agro romano meridionale, hanno inoltre sottolineato il problema del passaggio dei mezzi pesanti diretti alla discarica che già oggi impatta sulla zona, rilasciando inoltre le polveri a causa della mancanza di copertura dei mezzi, e aggiunto alla mancanza di infrastrutture come ciclabili e trasporti pubblici, produce il risultato di paralizzare il traffico. Transito che, sempre secondo le associazioni, se la discarica dovesse raddoppiare in volume di rifiuti conferiti raddoppierebbe di conseguenza.

“Vorremmo che il nostro territorio fosse valorizzato e non appesantito da ulteriore minacce ambientali. Un territorio spesso colpito da discariche abusive, incendi di rifiuti tossici, una nuova regione dei fuochi”, ha aggiunto Alessandro Rossi, Aps giovani Fonte Laurentina.

Nell’area infatti, sono stati rinvenuti resti archeologici di epoca romana, c’è un laghetto dove gli uccelli selvatici vanno a nidificare ed è presente anche un villaggio di “selciarioli”, ha spiegato Maurizio Romano, Aps I casali della memoria: “qui gli scalpellini di Alfedena venivano a fare i sanpietrini di tutta Roma, sono rimasti anche vecchi macchinari e anche qualche selciarolo. Vorremmo rivalutare questo antico mestiere e abbiamo bisogno di quella zona, non può essere sommersa da macerie”, ha detto.

La Cortac ha chiesto di aumentare le superfici utilizzate per la discarica di inerti, passando dagli attuali 48.387 metri quadrati, ad oltre 82mila.

Flaminia Tosini, dirigente regionale Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, ha spiegato che in realtà non si tratta di un raddoppio, ma la differenza sta nella differente tipologia di rifiuti ammessi: “non c’è occupazione di nuove aree, non c’è aumento di volumi di traffico perché lì i rifiuti posso già essere portati in R10”, ha detto.

Si tratta di un sito “già autorizzato a discarica di rifiuti inerti e ha già autorizzato un R10, ovvero una parte utilizzata come recupero di rifiuti. Il progetto proposto è che una parte dell’area già autorizzata venga trasformata da riempimento a discarica. Non c’è da scavare nulla, il vuoto di cava già c’è. Invece di essere gestita in D viene gestita in R, cioè a recupero - ha proseguito Tosini. - Rispetto alla precedente autorizzazione, secondo il comune ciò comporta una variante urbanistica. La valutazione di andare o meno a modificare il piano regolatore sarà contenuta nel procedimento che ancora non si è concluso, anche a causa dei disagi conseguenti al Covid. Tutti i pareri pervenuti sono favorevoli”, ha detto sottolineando che “questo tipo di varianti non sono definitive, ma legate all’esercizio dell’impianto, al termine dell’autorizzazione la destinazione urbanistica torna ad essere quella precedente. Non c’è alcun impedimento all’utilizzo futuro dell’area, il rifiuto inerte non ha nessun tipo di reazione o modifica rispetto a quando viene conferito”.

Quanto ai tempi di rientro nella destinazione originale, imponendo un numero limitato di viaggi proprio per evitare i disagi derivanti dal passaggio dei mezzi pesanti, esso dipenderà dai quantitativi in ingresso giornalieri che verranno ammessi.

“L’unico modo per evitare abbandoni di rifiuti è proprio quello di realizzare impianti, lo strumento giusto per garantire che i rifiuti siano gestiti in maniera corretta”, ha concluso Tosini che ha assicurato la conclusione del procedimento fra due settimane.

All’audizione erano presenti i consiglieri Laura Cartaginese (Lega), Paolo Ciani (Centro Solidale – Demo.S), Fabrizio Ghera (FdI).

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio