Tor Caldara, audizione su proposta di legge per ampliamento riserva in commissione

La nuova area da includere ricade nel territorio del Comune di Anzio.
Un'area naturale. 17/11/2020 - Audizione oggi  in commissione ottava presieduta da Valerio Novelli in merito alla proposta di legge n. 189 dell’8 ottobre 2019, di iniziativa del consigliere Daniele Ognibene di Leu Lazio, concernente “Ampliamento della perimetrazione della Riserva Naturale regionale ‘Tor Caldara’ nel Comune di Anzio”. Daniele Ognibene ha ricordato che ricorre giusto un anno dall’iniziativa di questa proposta, che intende salvaguardare l’area dal punto di vista del suo utilizzo naturalistico. Accanto alla tutela va però considerata la fruizione, che è il necessario complemento della prima, secondo Ognibene. Rassicurazioni sulla destinazione a beneficio pubblico della nuova area protetta sono state fornite dal direttore regionale Consoli.

Per il Comune di Anzio, il sindaco, Candido De Angelis, ha ricordato che la zona di cui trattasi è destinata a verde pubblico da piano regolatore; d’accordo con il proposito di ampliamento, auspicando che questo non pregiudichi la fruizione da parte degli utenti  che la destinazione a verde pubblico comporta. Il presidente dell’ente parco dei Castelli romani, Gianluigi Peduto, ha manifestato la propria disponibilità ad assumere le incombenze sull’area che saranno decise, sebbene in un periodo non facile da molti punti di vista. A nome del Comitato per la tutela del verde della Vignarola, Renzo Mastracci ha ripercorso la vicenda partendo dalla variante al piano regolatore del 2005,  e aggiungendo che quindi nel 2007 la regione finanziò uno studio che preludeva all’ampliamento di cui trattasi oggi.

Tra i consiglieri, Valentina Corrado del Movimento 5 stelle ha riferito di aver sottoscritto la proposta di legge in esame e di aver posto il problema della gestione della riserva, che deve a suo avviso essere affidata all’ente parco, in questo caso come in tutti gli altri, al fine di sottrarla alla politica. Gli enti vanno però sostenuti nella loro attività, ha aggiunto Corrado, per la quale tutto il sistema andrebbe in realtà riformato.

Secondo Massimiliano Maselli di Fratelli d’Italia non è poi così automatico che la gestione da parte degli enti sia sicuramente migliore di quella fatta dagli enti di amministrazione territoriale generalisti; inoltre ha posto un problema politico, costituito a suo avviso dal fatto che in alcuni casi, a differenza di quello presente, gli ampliamenti delle riserve sono stati inseriti surrettiziamente in normative di tutt’altro carattere, senza pertanto garantire le procedure previste dalla legge in questi casi, in particolare il documento di indirizzo (il consigliere ha citato il caso dell’ampliamento della riserva del Laurentino Acqua acetosa).

A questo proposito Novelli ha detto che presto sarà incardinata la proposta di legge n. 190 del consigliere Patanè,  che è destinata a sostituire la legge n. 29 del 1997, per una riforma complessiva del sistema che dia ai piani di assetto un fondamento normativo nuovo. “Datata” ha definito infatti la legge 29 Eugenio Patanè del Partito democratico, a proposito dei temi della tutela del territorio e della biodiversità. A ciò va aggiunto che quella legge è stata molto osteggiata negli anni e quindi molto emendata, spesso con interventi all’interno di leggi di bilancio come ricordato da Maselli, con la conseguenza di una confusione normativa. Da tutto ciò consegue la necessità ormai stringente di una riforma del settore, nella direzione della quale va la normativa da lui stesso proposta, ha concluso il consigliere del Pd.

Il direttore regionale Vito Consoli ha rassicurato il consigliere Maselli sul fatto che il documento di indirizzo sull’ampliamento del Laurentino esiste; al sindaco De Angelis il direttore ha risposto che non è vero che in una riserva non si possa fare nulla, al contrario la valorizzazione ambientale è prevista senz’altro. La legge 29, ha detto infine Consoli, prevedeva che le aree protette regionali preesistenti fossero adeguate alla legge stessa dal punto di vista della loro gestione. Con riferimento a Tor Caldara, ad agosto scorso è stata approvata una delibera con la quale si stabilisce che essa non deve essere dotata di un direttore, bensì affidata a un ente di gestione. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio