Disabilità, audizione dell'assessore Troncarelli chiesta dai presidenti delle consulte

L'asserito mancato coinvolgimento delle famiglie nella rimodulazione delle prestazioni in conseguenza dell'emergenza da Covid 19 il tema dell'incontro di oggi in commissione settima.
Il presidente della commissione Simeone e l'assessora Troncarelli in una foto di repertorio. 21/04/2020 - Audizione oggi in commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare  del Consiglio regionale del Lazio con l'Assessore alle Politiche sociali e Welfare, Alessandra Troncarelli, in merito alla deliberazione n.171 della regione concernente il protocollo di intesa regionale che dà attuazione in materia di servizi educativi, sociali e sociosanitari a due decreti legge, il n. 14 del 9 marzo e il n. 18 del 17 marzo, il cosiddetto “Cura Italia”, con particolare riferimento all’articolo 48 di quest’ultimo. L’audizione, richiesta dai Presidenti delle Consulte per la disabilità dei Municipi VII, VIII e XI, come ha ricordato il presidente della commissione Giuseppe Simeone, ha visto la presenza di altri Presidenti delle Consulte per la disabilità dei Municipi di Roma e di quella regionale.

Prima a prendere la parola Sofia Donato, presidente della consulta del municipio XI, che ha spiegato come le chiusure per il virus abbiano determinato un venir meno dei servizi alle persone con disabilità e conseguenti enormi ricadute sulle famiglie dei disabili. Il protocollo, di cui si è appreso il 7 aprile,  non prendeva in considerazione, a suo dire, l'ascolto della voce di chi rappresenta le persone disabili. Di qui l'esigenza di essere ascoltati almeno dalla commissione regionale compentente. Nel merito del protocollo, secondo Donato, va rilevato che è venuta meno la possibilità di scelta tra le varie modalità di erogazione del servizio che deve essere offerta all'utente da parte dell'amministrazione. In particolare, il servizio a distanza non è utile in molti casi, poiché l'utente ha bisogno di assistenza anche per interagire al pc, per cui un familiare si deve distogliere dai suoi impegni lavorativi.

A seguire, l'assessora Alessandra Troncarelli ha detto che il protocollo (siglato con Anci-Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, Legacoop Lazio, Confcooperative Lazio, Agci Lazio, Cnca, Cgil, Fp Cgil Roma Lazio, Spi Cgil Roma Lazio, Usr Cisl Lazio, Cisl Fp Lazio, Fnp Cisl Lazio, Uil Roma Lazio, Uil Fpl Lazio, Uilp Lazio) ricalca le modalità previste  dall’ articolo 48 del decreto “cura Italia”, per i servizi socio educativi, socio sanitari e socio assistenziali. La rimodulazione dei servizi prevista deve essere fatta di necessità attraverso un accordo con le famiglie degli utenti: domiciliare, a distanza e negli stessi luoghi in cui sono fornite abitualmente le prestazioni sono le tre modalità che l'art. 3 del decreto stesso prevede, con priorità per la prima nei casi più gravi, ha ricordato l’assessora.

Secondo Roberto Calabrò, presidente della consulta del municipio settimo, però,  la stessa lettera del decreto parla di effettivo svolgimento del servizio, con esclusione del cosiddetto “vuoto per pieno”. Anche per Gabriella Schinà, presidente della consulta del municipio XII, la rimodulazione, a dispetto di quanto scritto nel protocollo, non è stata assolutamente fatta in accordo con le famiglie, che non sono state contattate né da Roma capitale né dai municipi, ma direttamente dalle associazioni. Schinà ha denunciato  anche una mancanza di uniformità nell'assistenza ospedaliera di disabili o loro caregiver in caso di contagio da covid. Per Elena Pasquali della consulta del municipio ottavo è una” profonda ingiustizia” che i soggetti più deboli come i portatori di disabilità,  ma anche i loro familiari, debbano pagare il prezzo della situazione dovuta al covid. La consulta regionale “non gode purtroppo di adeguata considerazione” nel momento di prendere le decisioni, questa la denuncia di Guido Trinchieri, vice presidente dell'organismo. Le consultazioni a posteriori “servono a poco”, a suo avviso.

Tra i consiglieri, secondo Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia l’assessora non ha risposto nel merito alle questioni, perché l'assistenza domiciliare, specie per i casi più gravi, non è stata offerta in modo adeguato e non si è perseguito l'accordo con le famiglie sulla rimodulazione, che non può consistere in un contatto telefonico, come è accaduto in molti casi. Marta Bonafoni della lista Zingaretti si è chiesta per quale motivo a Roma il protocollo non riesca a essere attuato in maniera soddisfacente, cosa che va approfondita adeguatamente, a suo parere. Paolo Ciani del Centro solidale ha ricordato come il tema in esame sia uno dei più rilevanti in materia di integrazione sociosanitaria, perché presuppone una  interazione tra vari soggetti, Asl, servizi sociali, comune e municipi. L’art. 5 del protocollo prevede però un monitoraggio puntuale della Regione, ha aggiunto. “Tono costruttivo degli interventi dei presidenti delle consulte” secondo Valentina Grippo del Pd, che si è detta “non interessata a stabilire di chi è la colpa”.

Secondo Massimiliano Maselli di Fd’I l’audizione ha confermato uno stato di disagio da parte delle famiglie, ma il disagio deve essere “raccolto dalla giunta e tramutato in azione concreta”. Per Loreto Marcelli del M5s non deve scattare la caccia al colpevole, che non serve a nulla in questi casi: le ore di cui non si sta usufruendo devono poter essere recuperate, ha aggiunto. “Prima ascoltare gli utenti, poi approntare i piani”, questa la proposta di Angelo Tripodi della Lega per venire incontro alle esigenze dei soggetti più deboli. Enrico Panunzi del Pd non vede un clima costruttivo da parte della politica, che invece sarebbe indispensabile nel risolvere i problemi delle categorie, specie di quelle più fragili come i disabili.

Soddisfatto dell'audizione il presidente Simeone, che ha concesso una breve  replica a Sofia Donato, la quale  ha aggiunto un appello ad aiutare le famiglie dei disabili a procurarsi i dpi e ribadito che il concetto del “vuoto per pieno” non è accettabile e soprattutto non è previsto nel decreto e la contrapposizione tra lavoratori e utenti va evitata; l’assessora ha affermato in conclusione che la Regione sta già monitorando la situazione e vuole capire le eventuali difficoltà applicative: questo riguarda anche l'art. 48, la cui copertura vale dal 23 febbraio fino a fine emergenza e garantirà la fruizione delle ore nelle modalità concordate con le famiglie, ha concluso Troncarelli.

 

 

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio