Servizi per l'infanzia al centro di una seduta e di una audizione in commissione nona

Il programma della Giunta per l'attuazione della legge 7 del 2020 è stato presentato alla Commissione, che ha poi tenuto una audizione sulla sospensione del "sistema a bolle".
Da una foto di Vincenzo Mainardi. 28/09/2021 - Due i punti all'ordine del giorno oggi in commissione nona Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio del Consiglio regionale:  l'esame dello schema di deliberazione n. 183, concernente "Approvazione del Programma regionale dei servizi educativi per la prima infanzia per il triennio 2021-2023”, e un'audizione sulla sospensione del “sistema a bolle” per i servizi educativi per l'infanzia.

Per quanto riguarda il programma, da adottare ai sensi dell'art. 49 della legge regionale 5 agosto 2020, n. 7 (Disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione per l'infanzia), esso dovrà ora passare al vaglio della commissione, con un termine fissato per le eventuali osservazioni a  giovedì 7  ottobre alle ore 12. Chiesta però dalla Giunta la massima celerità nell’approvazione dell’atto per non ritardare l’erogazione  dei fondi. Giunta che ha respinto poi la richiesta di riattivazione del sistema a bolle, sulla base dell’attuale situazione della pandemia nella nostra regione.

Linee di indirizzo e criteri di attuazione sono l’oggetto principale di questo programma, la cui durata è triennale, è stato detto dalla Giunta in sede di illustrazione dei contenuti. Gli stanziamenti sono di 15 milioni di euro in favore delle amministrazioni locali per gli interventi nel 2021, 18 per il 2022 e 2 milioni in conto capitale. Si tratta del secondo step in ordine di importanza per l’applicazione della legge 7, dopo il regolamento già approvato, è stato detto.

Tra gli scopi  illustrati, rendere organico l’utilizzo delle risorse per la fascia 0-6 con ampliamento dell’offerta pubblica, l’abbattimento delle rette e regole omogenee sul territorio. Alcune misure sono state già messe in campo durante la pandemia, ma ora si rende necessario ampliare l’offerta pubblica promuovendo la realizzazione di  nuovi asili nido e rendere stabili le politiche di abbattimento delle rette. Il convenzionamento con strutture già esistenti e la gestione associata nei piccoli comuni sono altri scopi di questo atto, come pure una tariffa omogenea su tutto il territorio attraverso le fasce isee, l’esenzione per i disabili e criteri per affidamento e stipula convenzioni, con costi standard.

Previsto anche un contributo start up per nuovi nidi, riconosciuto in relazione al bacino di utenza. Quote di stanziamento sono attribuite al comune di Roma capitale, a condizione che sia stata effettuata la manutenzione. Il 30 settembre di ogni anno è il termine per presentare  le domande di contributo. Contributi che sono riconosciuti anche per la gestione di sezioni primavera e per le nuove Asp, aziende di servizi alla persona. Si promuove anche la continuità tra nidi e scuole dell’infanzia, nidi e servizi sociali e nidi e servizi sanitari locali.

L’audizione era invece stata invece richiesta per discutere della sospensione del sistema cosiddetto a bolle, che aveva garantito durante la fase più critica della pandemia la salute della fascia di utenza più giovane dei servizi educativi e che dal primo settembre è stata sospesa. Tanto più in considerazione della proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre, sarebbe il caso di riattivare questo sistema, secondo i richiedenti l’audizione.  Conferma della sorpresa e del disappunto nel non vedere riattivato questo sistema, che aveva ben funzionato, all’inizio del nuovo anno è stata fornita dalla rappresentante dell'Isitituto comprensivo Marelli, che parlava anche a nome di altri istituti e relative famiglie degli utenti.

Il sistema  a bolle, come è stato ricordato dall’assessorato, è stata una precauzione in più della regione Lazio rispetto alle linee nazionali. Precauzione che ha funzionato, è stato ricordato, ma in un momento in cui la campagna vaccinale è a buon punto nel Lazio, assai più che in altre regioni, la curva epidemiologica è sotto controllo e vige l’obbligo di green pass per i lavoratori, non si vede più la stringente necessità di mantenere un sistema, che, è stato ancora ribadito, non è prescritto a livello ministeriale. Nel momento in cui si dovessero malauguratamente presentare segnali di allarme, resta sempre possibile una riattivazione delle cautele maggiori già adottate in passato, è stato aggiunto. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio