Proposta EGATO, audizioni di sindacati ed enti locali in commissione quarta

Si tratta degli enti di governo d'ambito territoriale ottimale per la gestione integrata dei rifiuti urbani.
Gestione integrata rifiuti. 03/05/2022 - Due distinte audizioni, stamattina delle Organizzazioni Sindacali e nel pomeriggio delle Province e delle Associazioni degli Enti Locali, si sono svolte oggi in commissione Bilancio, programmazione economico-finanziaria, partecipazioni regionali, federalismo fiscale, demanio e patrimonio sulla proposta di Legge regionale n. 330 del 13 aprile 2022, “Disciplina degli enti di governo d’ambito territoriale ottimale per la gestione integrata dei rifiuti urbani”. La pl di iniziativa della Giunta prevede la nascita di un ente di governo d’ambito territoriale ottimale (EGATO) al quale aderiranno i comuni appartenenti al medesimo ATO.

Nelle audizioni del mattino, stigmatizzata l’assenza dell’assessore regionale alle Politiche abitative, Urbanistica, Ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, Smaltimento e Recupero sia dal rappresentante della Cgil Roma e Lazio, che dai consiglieri di opposizione che hanno più volte chiesto la convocazione dell’assessore o di un altro rappresentante della Giunta, e il ritiro della proposta, scritta a loro giudizio frettolosamente e presentata fuori tempo massimo, in quanto per la sua attuazione occorreranno alcuni anni mentre a marzo 2023 scadrà l’attuale Giunta. In ritardo anche secondo la Cgil che ha chiesto il rispetto del principio di prossimità.

Critiche sono arrivate in particolare agli articoli 3, che istituisce l’EGATO con un Cda per l’opposizione sovradimensionato e ai relativi costi, al 4, sui compiti del nuovo ente e all’articolo 6, per la Cgil il punto più delicato in quanto come scritto potrebbe far rischiare una privatizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti. Per questo si vuole capire quale sarà il ruolo dell’Ama ma anche degli altri enti preposti alla raccolta e gestione dei rifiuti. Contrarietà anche alla tariffa unica regionale. Dalla Cisl l’auspicio di riuscire a chiudere il ciclo integrale dei rifiuti ed evitare la parcellizzazione soprattutto in merito agli appalti.

Ma la proposta ha generato divisioni anche all’interno della maggioranza, che pur rivendicando la necessità della legge e la validità del Piano rifiuti approvato nell’agosto del 2020 ha operato vari distinguo, soprattutto all’indomani della decisione del Governo di attribuire poteri straordinari al sindaco di Roma in materia di rifiuti, autorizzando la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione, con l’obiettivo di superare definitivamente l’emergenza rifiuti nella Capitale.

Se per l’opposizione il termovalorizzatore è necessario non lo è per la maggioranza, praticamente unanime la lettura che con i poteri speciali verrà di fatto istituito un sesto ATO per Roma, ambito che nel Piano rifiuti non è stato previsto. Insomma, il Governo ha dato al Sindaco di Roma e della Città metropolitana il potere di decidere, ma chi tutelerà i comuni della provincia?

Inoltre, se Roma assumerà un ruolo autonomo, per l’opposizione, che annuncia una scrupolosa attività emendativa sulla pl, il Piano regionale sui Rifiuti non ha ragione di essere in quanto quale commissario il Sindaco di Roma potrà bypassare la programmazione regionale.

 

 

Nelle audizioni del pomeriggio, segnalato da Città metropolitana di Roma il fatto che il recente decreto del governo cambi la situazione della gestione dei rifiuti a Roma; in secondo luogo, il peso dato a Roma non è proporzionato alle effettive esigenze, infine le esigenze del territorio metropolitano vanno contemperate con quelle di Roma capitale anche a livello di organi di governo degli Ato, è stato detto.

Ok a proposta di legge da parte della provincia di Frosinone,  ma bisogna evitare il dualismo tra gli Ato e gli organi provinciali. Le risorse umane sono necessarie, anche qualificate. 

La provincia di Latina, sulla stessa lunghezza d’onda di quella di Frosinone, suggerisce che i presidenti delle autorità siano i presidenti delle province. Auspicata una rapida approvazione della legge, ma la tempistica complessiva si presenta lunga. Rischio che i comuni vadano a gestire i servizi in prorogatio e piani d'ambito da aggiornare sono state le altre due osservazioni. 

La provincia di Viterbo ha evidenziato il problema dei commissariamenti delle strutture esistenti, e ribadito quello della presidenza degli enti.  Upi (organismo delle province) ed Anci (associazione comuni italiani) vanno inseriti in cabina di regia, a suo parere. 

Importanza fondamentale di questa legge è stata ribadita da Anci Lazio. Fare rientrare nella norma  le municipalizzate che hanno realizzato una gestione virtuosa. Sull’ art. 7 , inerente la rappresentanza in cabina di regia, Anci d’accordo con la provincia di Viterbo. Sulla tempistica (art. 6), la scadenza del 2025 potrebbe mettere in difficoltà, a suo parere. 

Per Autonomie locali Lazio, è stato sempre proposto il tema della gestione associata, si è ricordato, ed è importante ridurre gli appalti. Opportuno prevedere un rappresentante del Consigli della autonomie locali. La governance degli enti non può essere legata alle sorti di un singolo comune, però. Sul rapporto tra Roma capitale e la provincia (art. 6, co. 4) a proposito della gestione dei rifiuti, è importante garantire l’autosufficienza di Roma. 

Perplessità sul fatto di mettere Roma e la sua provincia sullo stesso piano è stata manifestata anche dal Cal. Meglio sarebbero due sub ambiti, è stato detto. D’accordo sulla necessità di tutelare le realtà di  gestione attuali , il Cal ha illustrato una proposta emendativa per limitare il servizio di raccolta rifiuti a società in house e per una gestione coordinata.

La richiesta di essere ascoltati in futuro su questi temi è stata manifestata da Uncem (organismo delle comunità montane).

Tra i consiglieri, sorpresa è stata manifestata per il fatto  che nessuna amministrazione locale sollevi la questione delle quote di contribuzione per gli Egato. Ricorrente negli interventi la questione del numero degli Ato, con richiesta da alcune parti di un sesto ambito. Da altre parti è stato detto però che questo, sebbene non normato, di fatto è già stato creato con i poteri speciali per Roma. Osservato da alcuni come sia irrealistico non accompagnare la partenza degli enti con una contribuzione regionale, le opposizioni si sono trovate d’accordo sul chiedere più tempo per gli emendamenti.

Per l’assessore al ciclo dei rifiuti, si tratta di una legge semplice perché ricalca la previsione nazionale. Obiettivo finale è l'affidamento unico. Questa consiliatura ha comunque  preso di petto il problema dei rifiuti, è stato detto. L'iniziativa di Roma ha rimesso al centro il tema degli impianti, più che quello del numero degli Ato, ed essa è stata corroborata dai poteri straordinari riconosciutile. Roma non è quindi più l'alibi dietro cui nascondersi; tutto ciò pur senza rinnegare il piano regionale adottato. Probabilmente necessario un aiuto della regione, almeno per la partenza degli enti. 

 

 

 

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio