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Federalismo fiscale e Roma capitale


Roma Capitale, audizione su secondo decreto del Governo

20/03/12 - Presentata oggi dal relatore della commissione bicamerale sul federalismo fiscale, Marco Causi, la proposta di parere formulata sul secondo decreto legislativo del Governo per Roma Capitale, quello dove vengono individuate le funzioni attribuite dallo Stato al Comu-ne.
L'audizione, introdotta dal presidente della commissione Roma Capitale e federalismo fi-scale del consiglio regionale del Lazio, Marco Di Stefano (Pd), si è incentrata sul mecca-nismo di trasferimento dei poteri della Regione a Roma Capitale.
"In questo parere - ha spiegato Causi - introduciamo molte novità rispetto al testo origina-le del decreto legislativo. Per quanto riguarda i poteri della Regione c'erano due ipotesi contrapposte. La prima che sosteneva la necessità di un trasferimento da parte dello Sta-to, la seconda che vedeva nella Regione stessa il soggetto protagonista di questo percor-so. Alla fine si è trovato un equilibrio che non risolve in un senso o nell'altro la questione, ma lascia aperte entrambe le possibilità: le competenze potranno essere trasferite sia dal-la Regione che dallo Stato, senza limiti di tempo".
"Vorrei anche sottolineare - ha proseguito - le altre novità contenute in questo parere de-positato proprio stamani insieme all'altro relatore, Maurizio Leo: la partecipazione di Roma Capitale al Cipe per la programmazione degli investimenti, la possibilità di negoziare con il Governo la propria partecipazione al patto di stabilità, come avviene per le Regioni a statuto speciale, la determinazione dei costi connessi all'esercizio delle funzioni di capitale".

Molte le critiche sul meccanismo individuato per quanto riguarda il trasferimento dei poteri. Sia Di Stefano che Pietro Sbardella (Udc) hanno ricordato il protocollo di intesa firmato fra Regione e Comune che prevedeva un comitato paritetico fra le due istituzioni per arri-vare a un testo di legge regionale condiviso, da approvare entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto legislativo. In particolare Di Stefano ha espresso netta contrarietà per la soluzione trovata definita "ipocrita. Non vorrei - ha sottolineato che fosse una maniera per esautorare il Consiglio regionale, La presidente Polverini, nella sua audizione alla bicame-rale non è stata chiara su questo punto". Francesco Storace (La Destra) ha parlato di "pasticcio", Mentre Esterino Montino (Pd) ha dichiarato che si tratta "di un passo indietro che riafferma, di fatto, il potere dello Stato, mentre si tratta di competenze attribuite alla Regione dalla Costituzione". Carlo De Romanis (Pdl), infine, ha sottolineato la necessità di inserire nel decreto maggiori poteri per i municipi.
Nella sua replica, Causi ha ribadito che si tratta di una soluzione di compromesso, che non pone limiti di tempo come previsto nel protocollo Comune-Regione: "Le novità introdotte - ha concluso - sono comunque sostanziali e importanti. Roma vede riconosciuto il suo ruo-lo e si fa espressamente riferimento anche all'area metropolitana, come processo per il futuro".
[mi.ca.]




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