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Il Presidente Abbruzzese visita la comunità "In Dialogo"


20/08/12 - Trivigliano (FR)


Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese ha visitato lunedì 20 agosto a Trivigliano (FR) la Comunità "In Dialogo" fondata e guidata da padre Matteo Tagliaferri. Nel corso della mattinata si è recato, insieme a padre Matteo ed ai suoi collaboratori, presso alcune delle varie realtà in cui si articola la Comunità nel territorio frusinate, che in questi anni è stata capace di accogliere migliaia di persone con disagi dovuti alla tossicodipendenza, all'alcolismo, ma anche stranieri senza dimora, ragazze con bimbi e persone che hanno scontato la pena detentiva in alternativa al carcere.

"Una realtà significativa per il nostro territorio che ho visitato con grande piacere - ha sottolineato il presidente Abbruzzese - ramificata ormai in diverse parti d'Italia e del mondo, dove si può toccare con mano il valore fondamentale del rispetto e dell'amore per il nostro prossimo e come al centro dell'agire quotidiano vi sia esclusivamente il bene della persona e non altro. In un epoca in cui predominano l'egoismo e gli interessi economici, immergersi in un mondo fatto esclusivamente di volontariato e solidarietà acquista un valore speciale, sul quale poggiano le numerose azioni intraprese dalla nostra Giunta per sostenere il settore del volontariato e dei servizi sociali, prevedendo prorio pochi giorni fa un finanziamento pari a 60 milioni di euro, di gran lunga superiore al Fondo nazionale per le politiche sociali". Il Presidente durante il pranzo ha voluto dialogare con i ragazzi ospiti della Comunità, e rivolgendosi direttamente a loro ha aggiunto: "Vi ringrazio sinceramente per la possibilità che mi avete dato di vivere oggi questa giornata con voi, in particolare vorrei testimoniare a padre Matteo, anche a nome di tutto il Consiglio regionale, il mio apprezzamento per l'infaticabile e straordinario lavoro che svolge ormai da 21 anni, salvando tanti giovani dalla droga, dal disagio e dalla solitudine, lui rappresenta una di quelle persone di cui la nostra Regione deve essere orgogliosa. Dare una seconda possibilità di vita - ha ribadito il presidente - a tante persone, giovani e donne, non ha prezzo. A voi è stato permesso di accedere ad un percorso di riabilitazione valorizzata da una serie di processi ed atteggiamenti sostenuti dal dialogo, dalla comprensione e dal lavoro, che servono ad infondere in ognuno una nuova speranza che vi aiuta a comprendere che la vita è un grande dono ed è degna di essere vissuta in ogni istante. Da genitore - ha voluto aggiungere Abbruzzese - comprendo le difficoltà che anche le vostre famiglie si sono trovate a vivere, ma sono certo che con il sostegno di padre Matteo e di tutta la Comunità ognuno di voi ha potuto maturare quella coscienza critica che oggi, dopo il cammino intrapreso qui, vi permette di sostenere che si può vivere anche senza essere soggetti a sbagliate forme di dipendenza. Voi - ha concluso Mario Abbruzzese - siete motivo di orgoglio per tutti noi, perché siete riusciti a combattere un nemico insidioso scegliendo di voler vivere. Ora tocca a noi adulti imparare meglio a comprendere quello di cui avete bisogno, incoraggiando le vostre scelte per permettervi di continuare nella strada intrapresa qui. Avete nelle mani il vostro futuro e noi dobbiamo consentirvi di guardare ad esso con ottimismo, per questo vi garantisco che potete contare anche sul mio sostegno, non solo istituzionale ma anche personale".

Padre Matteo Tagliaferri ha voluto esprimere al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, a nome della Comunità, un profondo senso di gratitudine perché ha detto: "in un momento come questo, in cui l'attenzione è principalmente rivolta ai problemi economici, l'Onorevole pone l'attenzione a ciò che produce disagi e malesseri in tanti giovani nella nostra società: disagi e interrogativi che sembrano non trovare risposte adeguate alle esigenze di senso e di spessore umano vissute qualitativamente. Tutto questo - ricorda padre Matteo - porta sempre alla ricerca di palliativi come le droghe e le dipendenze di ogni genere, e la dipendenza porta a sua volta ai suicidi che recentemente aumentano. Cosa c'è - ha detto rivolgendosi ai presenti - di indispensabile e che non può mancare, di fronte alla nostra povertà umana? Nella nostra esperienza ormai più che ventennale, uscire dalla droga (dal disagio, dal male di vivere) consiste nel far crescere una coscienza dell'esistere irriducibile solo a logiche di materialismo e di indifferenza nei rapporti: viviamo in una cultura che predilige corpi ben sviluppati, menti quasi sviluppate e cuori sottosviluppati!
È stata un'esperienza intensa di vita che ha fatto ritrovare ai giovani della comunità la loro parte migliore, che ha comportato fatica ed impegno. Tale cambiamento esprime un modo radicale di concepire l'esistenza, che colpisce al cuore l'uso delle sostanze, quali che siano. Non ci si drogherà più semplicemente perché non se ne avrà più bisogno. Si è imparato a vivere con pienezza la propria vita, costasse fatica e sacrificio".

Tutto questo si è concretizzato in una storia che, a partire dal 1991, con l'accoglienza del primo giovane da parte di padre Matteo Tagliaferri, ha visto l'apertura progressiva di 15 centri in Italia, di una casa famiglia per malati di AIDS, di centri in Perù, in Colombia e prossimamente in Ucraina, nonché un'attività di reinserimento lavorativo per giovani in Camerun. Migliaia di giovani sono stati accolti con amore e fiducia, e molti di loro si sono positivamente reinseriti nelle famiglie e nella società. Moltissimi sono stati poi gli incontri nei centri di ascolto, nelle scuole, nelle realtà sociali, diventando "senso critico" e svegliarini verso quella cultura e società che hanno prodotto i loro disagi: a tutti padre Matteo ha esteso il suo messaggio di incoraggiamento e orientamento. "Ciascuno di noi - ha ricordato ancora padre Matteo - vive di dimensioni interiori, spirituali ed etiche: è la nostra parte migliore che si esprime in una grande domanda di Bellezza, di Verità, di Significato, di Felicità, di Bene ... e di Amore come vertice che qualifica i rapporti e incide profondamente nella costruzione di quell'essere irripetibile ed unico che crea l'umanesimo autentico!".


 

 

 

 

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