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Convegno sul federalismo fiscale alla Pisana


25/10/11 - Roma


Il 25 ottobre alla Pisana si è tenuto un convegno sul federalismo fiscale dal titolo "Federalismo fiscale e Roma capitale"; l'evento era organizzato dalla Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, in collaborazione con l'Associazione Centro del Bivio e l'Associazione Naturasacra e si è svolto in sala Mechelli alle ore 10,30. Il tema, particolarmente di attualità in un periodo in cui sta per scadere la legge delega per l'emanazione dei decreti attuativi per Roma capitale, senza che il secondo abbia ancora visto la luce, si presta alla duplice interpretazione di chi ritiene che questa importante riforma possa responsabilizzare le Regioni, rendendole più virtuose nell'amministrare le proprie entrate, e di chi invece sottolinea i rischi di un'accentuazione, in conseguenza di questa riforma, del divario già esistente tra realtà più e meno sviluppate del Paese.

Il presidente del Consiglio regionale Abbruzzese, in apertura di lavori, ha dichiarato: "Il federalismo è uno strumento a disposizione delle Istituzioni per regolare la finanza pubblica in presenza di stati non centralizzati come il nostro, con una forte e radicata, anche storicamente, identità e autonomia regionale e locale. Questo strumento è stato ritenuto idoneo a definire un nuovo assetto dello Stato, nel rapporto tra Governo centrale e Regioni, in tempi diversi sia dal centrodestra che dal centrosinistra". "In relazione al tema di Roma Capitale - ha continuato Abbruzzese - credo che le rivendicazioni che hanno condotto all'approvazione del nuovo statuto della città, nel corso del tempo sono state sottoscritte da Rutelli, Veltroni e oggi dal sindaco Gianni Alemanno. Roma Capitale non può essere trattata alla stessa stregua di un Comune qualunque del territorio italiano. Ma noi amministratori della Regione Lazio sappiamo anche che la nostra comunità ha un rapporto particolare con la Capitale, una relazione di interdipendenza. Roma ha bisogno delle Province del Lazio e le Province hanno bisogno di Roma. Penso che fare del federalismo fiscale una battaglia politica a priori è sbagliato e fuorviante. Il compito del legislatore oggi è accelerare i tempi: lo chiedono i cittadini, le imprese, il terzo settore, ma soprattutto lo impone la crisi economica".

A seguire, il consigliere Storace (capogruppo La Destra in Consiglio) ha sostenuto che con il federalismo fiscale, probabilmente, Roma potrebbe beneficiare di risorse maggiori, visto che solo una parte minima del gettito dei suoi abitanti torna ad essi sotto forma di trasferimenti dallo Stato; egli ha poi lanciato l'idea di una "regione di Roma", che valorizzerebbe la capitale, svincolando al contempo il Lazio dall'accusa di essere troppo "romanocentrico". Idea non apprezzata però dal consigliere Sbardella (UDC), presidente della Comm. Affari costituzionali e statutari, intervenuto dopo di lui, secondo il quale la strada è quella di potenziare il Lazio per farne una sorta di "Regione capitale", che possa devolvere anche una maggior quantità di funzioni a Roma. Il protocollo Comune-Regione dei giorni scorsi, poi, ha a suo avviso un valore più di sostanza che di forma, ma è importante perché ribadisce la volontà che il secondo decreto attuativo su Roma capitale sia fatto. Quale sia il ruolo per l'ente Provincia in presenza di sinergie così forti tra Comune e Regione è la domanda che si è posto poi nel suo intervento il presidente della Comm. Riforme istituzionali della Prov. di Roma Cucunato, rispondendosi però che le funzioni di pianificazione, coordinamento e controllo tipicamente provinciali ben difficilmente potrebbero essere assolte con successo da enti tipo logicamente diversi, come Comune o Regione. Il sindaco di Marino Palozzi ha quindi riportato il discorso sul tema più strettamente economico, affermando che tutto il dibattito su federalismo fiscale sì o no rischia di restare vacuo, in presenza di una situazione in cui i tagli agli enti più vicini ai cittadini sono sempre più stringenti. Sul senso dell'istituzione da egli capeggiata si è interrogato anche il presidente del Municipio Roma XVI Bellini, che ha fatto notare lo stridente contrasto tra l'elezione diretta del presidente del Municipio, e il progressivo svuotamento dei suoi poteri che si è realizzato, a suo avviso, negli anni passati. Il consigliere Moscardelli del PD ha messo l'accento sull'inerzia della Regione in quello che a suo avviso dovrebbe essere il suo ruolo propulsivo in materia; anche se, sempre secondo lui, l'abolizione delle Province sarebbe una misura sbagliata. Quindi Robilotta, presidente dell'Aral, che, d'accordo con Moscardelli sul fatto che sia un errore abolire le Province, ha riportato il discorso sul tema di attualità della crisi economica, che rende necessario abrogare enti e razionalizzare costi di gestione; Roma capitale deve avere a suo avviso funzioni esclusivamente amministrative, al limite coincidenti con quelle di area metropolitana, anche se questa potrebbe essere una soluzione non soddisfacente per i comuni limitrofi. Il presidente della Comm. speciale Federalismo fiscale e Roma capitale del Consiglio, Di Stefano, ha chiuso i lavori, dicendosi d'accordo con Robilotta sulle necessità di razionalizzazione dei costi ma sottolineando preoccupato il fatto che la politica, e non solo i cittadini, sottovaluti a suo avviso la riforma del federalismo fiscale, laddove invece ci sarebbe bisogno di collaborare e apportare contributi di idee. Egli ha paventato che il federalismo fiscale possa portare con sé il rischio di aumenti delle tasse, di cui anche la nostra Regione potrebbe soffrire, poiché, avendo un gettito Irpef tra i più alti, sicuramente non beneficerà del fondo perequativo e quindi dovrà "fare da sé" per garantire i propri bilanci. Inoltre non bisogna dimenticare la zavorra della spesa sanitaria, senza agire sulla quale sarà impossibile abbassare l'addizionale Irpef. Infine, egli ha lanciato l'idea di un'agenzia di riscossione regionale.

Moderatore del dibattito, il giornalista de "Il Tempo" Daniele Di Mario.

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