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Definizione per: Patto di stabilità e di crescita



  • Patto di stabilità e di crescita
  • Trattato (CE), arttt. 99 e 104
    reg. (CE) n. 3605/1993 (applicazione del Protocollo sulla procedura per i disavanzi eccessivi, allegato al Trattato CE)
    reg. (CE) n. 1466/1997 (rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio e del coordinamento delle politiche economiche)
    reg. (CE) n. 1467/1997 (accelerazione e chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi)


    Il patto di stabilità e di crescita è un accordo, introdotto dal Trattato di Maastricht, che impone ai Paesi membri che partecipano alla Unione monetaria di mantenere un rapporto deficit/PIL al di sotto del 3% nonché un rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo non superiore al 60%.

    L’obiettivo del patto di stabilità e di crescita è quello di prevenire un disavanzo di bilancio eccessivo nella zona euro dopo l’avvio della terza fase dell’Unione economica e monetaria.

    Si è raggiunto un accordo politico sul patto in occasione del Consiglio europeo di Dublino del dicembre 1996; il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio affari economici e finanziari (ECOFIN) ad elaborare una risoluzione sul patto di stabilità e di crescita che è stata adottata dal Consiglio europeo ad Amsterdam nel giugno 1997.

    L’ attuazione del patto si basa su due pilastri: il principio di vigilanza multilaterale delle posizioni di bilancio e la procedura dei disavanzi eccessivi.

    La Commissione europea è incaricata di vigilare sull’attuazione del patto di stabilità e di crescita. Se risulta che uno Stato membro non rispetti i propri obblighi in materia di politica economica, il Consiglio può, su raccomandazione della Commissione, rivolgere allo Stato medesimo una raccomandazione specifica affinché lo Stato faccia cessare entro un determinato periodo la situazione di disavanzo eccessivo. Se lo Stato non si conforma alla raccomandazione viene avviata la procedura per disavanzo eccessivo.
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