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Roma, cittadini chiedono spostamento impianto Ama di via Salaria


30/05/12 - Audizione in commissione Ambiente al Consiglio regionale del Lazio con cittadini e azienda

Il comitato cittadino del quartiere Villa Spada di Roma ha chiesto stamattina lo spostamento dell'impianto di trattamento rifiuti dell'Ama di via Salaria 981 in una zona meno urbanizzata. La richiesta è stata formulata nel corso di un'audizione della commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Roberto Carlino (Udc). Richiesta di delocalizzazione che - come ha ricordato Carlo Lucherini (Pd) - il IV Municipio ha proposto con una deliberazione bipartisan presa all'unanimità. Inoltre è stata sollecitata dai cittadini, per l'immediato, la riduzione del carico di lavoro della struttura.

Carlino, al termine della seduta, ha annunciato che la commissione tornerà ad occuparsi della questione dopo aver acquisito tutta la documentazione da cittadini ed Ama.

L'impianto Ama di via Salaria - gemello a quello di Rocca Cencia - è stato accusato dai cittadini di emanare, attraverso il "biofiltro", cattivi odori che rendono irrespirabile l'aria nella zona residenziale. Nel corso della seduta sono emerse le preoccupazioni degli abitanti per salute, deprezzamento degli immobili e trasparenza circa le attività svolte. Sulla zona sono in corso studi dell'Istituto "Mario Negri" e sono state effettuate indagini di Arpa e Procura della Repubblica, a seguito di un esposto presentato dai residenti.

Ama ha tenuto a sottolineare la massima trasparenza e ha ricordato che sono stati effettuati interventi di mitigazione, con risultati documentabili attraverso i rilievi Arpa. Il valore di riferimento emissivo contenuto nell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) è di 300 unità "odorimetriche": il 18 aprile - a detta dei tecnici di Ama - sono stati rilevati valori di 170 in una vasca e di 180 in un'altra. "Anche se ci sono parametri a norma - ha osservato il consigliere regionale Fabio Nobile (FdS) - la situazione è comunque insostenibile per i cittadini". Per Filiberto Zaratti (Sel) oggi c'è la possibilità di utilizzare tecnologie diverse come strutture di contenimento per realizzare un "ciclo chiuso" del trattamento che riduca il contatto con l'aria.

Il consigliere Andrea Bernaudo (Pdl) ha sottolineato che è in corso un'indagine della magistratura per verificare se i disagi dipendono solo da Ama o da altre attività che si svolgono nella zona. In attesa dei risultati ha proposto di coprire integralmente tutto l'impianto con hangar, come soluzione tampone. Evidenziata da Francesco Storace (la Destra) la necessità che Ama dia risposte ai cittadini sul disagio al di là degli esiti positivi delle ispezioni. Rocco Berardo (Lista Bonino Pannella) ha sollevato interrogativi circa: il verificarsi del fenomeno in coincidenza con l'entrata in funzione a pieno regime dell'impianto, la permanenza nella struttura dei materiali in lavorazione, cosa accade quando il Cdr non viene prodotto per riduzione di attività dei due termovalorizzatori pubblici regionali di San Vittore e Colleferro.

Ama, in chiusura di audizione, ha precisato che l'impianto è adeguato alle migliori tecnologie ed è gestito con la massima attenzione. I prodotti di scarto fuoriescono quotidianamente, il Cdr (che costituisce il 30%) non è stoccato nell'impianto e, quando non si può produrre, i rifiuti vengono dirottati altrove. La frazione organica stabilizzata, infine, risiede 28 giorni nelle vasche di lavorazione e quindi è spedita in discarica.

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