Diritto allo studio, ok alla proposta di legge in quinta commissione

Il testo è pronto per l'esame in Aula. Il presidente Carrara si rivolgerà alla Capigruppo per accelerare inoltre l'iter della proposta sugli asili nido.

12/12/2017 - Ok definitivo a maggioranza, in quinta commissione consiliare presieduta da Cristian Carrara, alla proposta di legge regionale di riforma della normativa sul diritto allo studio e alla conoscenza nel Lazio (la 288 del 2015 di iniziativa di Giunta).
La proposta introduce, tra l’altro, novità nella composizione e funzionamento dell’Ente del diritto allo studio, ora denominato Di.s.co. (Ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza) e viene licenziata per l’Aula dopo che nella seduta del 7 dicembre scorso la commissione Bilancio aveva dato parere favorevole alla norma finanziaria. Questa, illustrata alla commissione dall’assessore Alessandra Sartore, prevede uno stanziamento pari a 18,8 milioni per la copertura degli oneri relativi alle spese di personale e di funzionamento del nuovo Ente. Agli ulteriori oneri derivanti dalla legge si provvede ricorrendo alle risorse comunitarie e statali a valere sul bilancio 2017-2019 e mediante il concorso delle risorse iscritte nell’ambito dei programmi operativi della programmazione 2014-2020, finanziati dai fondi strutturali comunitari, previa verifica della coerenza con le linee di intervento in essi previste.

Gli elementi centrali del testo restano: il passaggio da un impianto del diritto allo studio basato sui bisogni primari (mense, posti letto, ecc.) a un sistema più ampio che comprenda attività di informazione, orientamento formativo e inserimento nel mondo del lavoro"; il riordino di Laziodisu e sua trasformazione nel nuovo Ente, "secondo logiche di risparmio, efficienza, partecipazione e integrazione"; la partecipazione degli studenti alla Consulta regionale per i diritti alla conoscenza e allo studio, con funzioni di monitoraggio dell'efficacia delle politiche dell'ente e di programmazione; la previsione, oltre ai servizi "classici" erogati con bando (borse di studio, posti alloggio, contributi finanziari alla residenzialità e per la mobilità, servizi di ristorazione), anche di agevolazioni per programmi di mobilità, supporto ad attività culturali e sportive e a servizi didattico-formativi, servizi per le locazioni, servizi di facilitazione per studenti laziali che intendono svolgere formazione all'estero e di accoglienza a studenti stranieri, agevolazioni per servizi di trasporto pubblico.

La proposta di legge era poi stata, nei primi mesi di quest’anno, al centro di un ciclo di audizioni dai quali era emersa come principale criticità la questione della mancata rappresentanza degli studenti all’interno del nuovo ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza (Di.s.co.), previsto all’articolo 3. Problema cui è stata data soluzione nella seduta del 6 novembre scorso, prevedendo all’articolo 7 che il Consiglio di amministrazione (Cda) del nuovo ente per il diritto allo studio e alla conoscenza sarà composto dal presidente dell'ente e da quattro consiglieri, uno designato a maggioranza dai rappresentanti degli studenti membri della Consulta per i diritti allo studio e alla conoscenza; tre designati dal Consiglio regionale, con un meccanismo idoneo a garantire le opposizioni, così come la parità di genere.

Secondo l'articolo 6, il presidente del consiglio di amministrazione dell'ente è nominato, previo avviso pubblico, dal presidente della Regione, su proposta dell'assessore competente e con parere della commissione consiliare competente. Dovrà essere scelto tra persone di comprovata professionalità ed esperienza che si siano distinte per studi e attività svolte nell'ambito del diritto allo studio universitario e che abbiano svolto funzioni amministrative, manageriali e/o ricoperto incarichi istituzionali. Tre gli anni di ogni incarico attribuito. Tra le prerogative del presidente dell'ente: la designazione del direttore generale e i principali compiti di rappresentanza istituzionale.

Fondamentale anche l’articolo 9, che disciplina la Consulta regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza, istituita per “garantire il coinvolgimento e l’effettiva partecipazione degli studenti alla realizzazione del sistema integrato degli interventi e dei servizi di cui alla presente legge”, come recita il nuovo comma 1 dell’articolo. 14 studenti eletti da tutti gli atenei laziali statali, due rappresentanti degli atenei non statali, uno degli istituti di alta formazione artistica e musicale, due vincitori di posto alloggio nel Lazio e uno in rappresentanza dei dottorandi: questi i componenti, che durano in carica tre anni e non possono fare più di due mandati; l’organo si autodisciplina mediante regolamento interno e soprattutto, tra le funzioni, ha quella di eleggere un rappresentante degli studenti in seno al Consiglio di amministrazione.

Gli interventi, i servizi e le prestazioni dell'ente, previsti dall'articolo 4, sono riconducibili a quattro grandi ambiti. Il primo sono le azioni di sostegno all'economia della conoscenza in sinergia tra territori, scuole, università, istituti di alta cultura e altri centri di ricerca. Quindi ci sono attività di informazione, orientamento formativo e di sostegno all'inserimento nel mondo del lavoro. Terzo ambito le azioni, anche sperimentali, di formazione professionale per le figure richieste nel mercato del lavoro. Infine, contributi per la mobilità internazionale. L’articolo 5 elenca gli organi del nuovo ente (presidente, CdA, Collegio dei revisori e la Consulta per i diritti alla conoscenza e allo studio). Nell’ultima seduta prima del passaggio in Bilancio, il 13 novembre scorso, introdotta la clausola valutativa della futura legge, su proposta del Comitato per il monitoraggio delle leggi.

All’ordine del giorno della seduta c’era anche l’esame della proposta di legge numero 268: "Disposizioni in materia di servizi socioeducativi per la prima infanzia". Visto il numero ancora elevato di emendamenti depositati (oltre quattrocento) e l’approssimarsi della fine della consiliatura, il presidente Carrara, d’intesa con tutti i componenti della Commissioni, ha annunciato l’invio di una comunicazione alla conferenza dei capigruppo per chiedere l’invio del testo direttamente in Aula per favorire un esame più rapido. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio