Al via il percorso per modificare la legge elettorale

Primo passaggio in commissione “riforme istituzionali”: consenso quasi unanime alle linee guida proposte dal presidente Abbruzzese.

27/01/2017 - E’ iniziato oggi in Consiglio regionale il percorso politico per modificare la legge elettorale del Lazio, che in parte dovrà essere adeguata a nuove disposizioni introdotte a livello nazionale, dopo quelle già recepite (con la legge regionale n. 1 del 2013) sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali.

La sede di questo primo passaggio è stata la commissione speciale “Riforme istituzionali”, presieduta da Mario Abbruzzese, il quale ha presentato una proposta di linee guida – articolata in 5 punti – che dovrebbero confluire in una proposta di legge da trasmettere poi alla prima commissione per l’esame vero e proprio. Nonostante il larghissimo consenso ottenuto dalla proposta, si è deciso di rinviare la decisione finale alla prossima settimana per cercare di redigere un testo condiviso all’unanimità.

E’ questo il percorso tracciato dal presidente della commissione agli altri membri, accompagnato dall’auspicio di “fare presto e bene, in modo da snellire i successivi lavori sia in prima commissione che poi, a seguire, in Aula”. Abbruzzese ha infatti spiegato che “la proposta di studio prelude alla modifica della legge regionale 2/2005, ma senza mutare i tratti essenziali del vigente sistema elettorale". Questi i cinque punti elencati dal presidente:

  1. Abolizione del listino. L'80% dei seggi del Consiglio (40) continuerebbe a essere assegnato, con metodo proporzionale, alle liste circoscrizionali concorrenti presentate su base provinciale. A questo si aggiungerebbe – sotto forma di premio di maggioranza alle liste collegate al presidente eletto – anche il restante 20% (10 consiglieri) che oggi viene nominato direttamente con il cosiddetto listino (la lista regionale collegata al candidato presidente);

  2. Rappresentanza di tutte le circoscrizioni provinciali. Va trovato un meccanismo ope legis per rispettare quanto previsto all’articolo 19 dello Statuto del Lazio, che obbliga a garantire “la rappresentanza consiliare a ciascuna provincia”, qualora l’ordinaria attribuzione dei seggi lasci scoperta una delle 5 circoscrizioni. La recente riduzione del numero dei consiglieri (da 70 a 50) e l’eventuale abolizione del listino (che impone la presenza di almeno un candidato residente in ciascuna provincia), potrebbero infatti escludere dall’assemblea regionale i rappresentanti delle province con meno residenti (è stato il caso di Rieti in questa legislatura, che ha un solo rappresentante, eletto nel cosiddetto listino);

  3. Pari opportunità tra donne e uomini. Al fine di adeguare la legge regionale alle recenti novità nazionali introdotte dalla legge n. 20 del 2016 – per garantire parità di accesso alle cariche elettive – la proposta prevede di introdurre la possibilità dell’elettore di esprimere la doppia preferenza di genere e il limite del 60 per cento alla presenza di candidati dello stesso sesso in ciascuna lista circoscrizionale, pena l’inammissibilità della stessa;

  4. Divieto del terzo mandato consecutivo. Si tratta di un altro adeguamento alla normativa nazionale (legge n. 165 del 2004), che prevede l’ineleggibilità alla presidenza della regione per chi ha già portato a termine due mandati consecutivi, con l’aggiunta dell’esclusione dei casi in cui uno dei due mandati precedenti abbia avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie;

  5. Elezioni entro tre mesi in caso di scioglimento anticipato. Si è scelto di fissare un termine preciso entro cui andare a elezioni in caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, onde evitare che possano verificarsi contenziosi interpretativi come quelli che hanno caratterizzato la fine anticipata della precedente legislatura.

Su tutti i punti c’è stato parere favorevole da parte dei consiglieri presenti alla seduta, tranne su quello che riguarda la garanzia di rappresentanza di tutte le province, che ha visto il parere contrario della consigliera Valentina Corrado (M5s), “non sul principio statutario – ha precisato – ma solo sulle modalità della sua attuazione”. Per questo motivo, ma anche per la richiesta di alcuni consiglieri di avere la possibilità di valutare le proposte all’interno dei rispettivi gruppi consiliari, la commissione ha scelto di rinviare la decisione finale a venerdì prossimo, 3 febbraio.

Hanno partecipato alla seduta anche Fabio Bellini e Gianluca Perilli, rispettivamente presidente e vicepresidente della prima commissione (affari istituzionali), organismo competente in materia di legislazione elettorale. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio