Ipab, battuta d'arresto in commissione su proposta di riordino della Giunta

Le opposizioni continuano a chiedere di ritirare il provvedimento per procedere con una proposta di legge. L’assessore Visini: “Non farò forzature”.

L'asilo infantile "Beatrice" di Atina, una delle Ipab del Lazio 09/11/2017 - Battuta d’arresto in prima commissione per lo schema di delibera di Giunta che intende riordinare le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) della Regione Lazio. La commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Fabio Bellini, ha infatti rinviato ancora l’esame della proposta di Giunta, dopo che i consiglieri di opposizione hanno ribadito di voler affrontare il tema solo con una legge di sistema, come già espresso nella precedente seduta. A tal proposito, dopo il dibattito odierno in commissione, l’assessore regionale alle politiche sociali, sport e sicurezza, Rita Visini ha dichiarato di non voler fare forzature e di rimettersi alle decisioni della stessa commissione.

Lo schema di deliberazione n. 218 della Giunta regionale – già illustrato dall’assessore Visini nella precedente seduta – prevede la riduzione delle Ipab da 57 a 13, attraverso un riordino che contempla: 18 estinzioni; 14 “depubblicizzazioni” (trasformazioni in fondazioni di diritto privato, così come previsto dal decreto legislativo 207/2001); 13 Ipab, di cui 5 attuali (senza nessuna variazione) e 8 frutto di fusioni/incorporazioni che coinvolgono 20 istituti.

La scorsa seduta si era chiusa con la richiesta di un parere all’ufficio legislativo del Consiglio regionale sulla questione sollevata dalle opposizioni in merito alla procedura adottata (deliberazione di Giunta contro legge regionale). Il parere distribuito oggi in commissione ha chiarito che l’obbligo di procedere con legge regionale riguarda solo la trasformazione delle Ipab in aziende pubbliche di servizi alla persona. Nessuna legge – secondo il parere - è richiesta per procedere alle estinzioni degli enti inattivi. Mentre più problematica appare la questione delle “depubblicizzazioni”. In base alla normativa statale vigente e in assenza di una legge regionale di sistema, si può procedere alla privatizzazione per via amministrativa e così infatti è già successo nel Lazio. Nel parere, infatti, è spiegato che “anche alla luce dell’attività in concreto esercitata dalla Giunta regionale, è possibile ritenere che, nelle more dell’approvazione di una disciplina legislativa regionale ad hoc, possa continuare a trovare applicazione la normativa statale in materia in forza del principio di continuità dell’ordinamento giuridico”.

Tesi condivise da Daniele Fichera (Psi), il quale, nel corso del suo intervento, ha però ricordato come da assessore competente in materia durante la Giunta Marrazzo, trovandosi nella stessa situazione, scelse di fare marcia indietro di fronte alla volontà del Consiglio regionale di rimandare il riordino delle Ipab a una legge di sistema. Legge che poi non è stata mai approvata. Fichera ha tuttavia auspicato di poter procedere all’esame della delibera di Giunta in commissione per poter spiegare le ragioni della sua contrarietà nel merito del provvedimento. Contrari a procedere invece Valentina Corrado (M5s), Giuseppe Simeone (Pdl-FI), Fabrizio Santori (FdI), Luca Malcotti (Cuoritaliani) e Pietro Sbardella (gruppo Misto).

L’assessore Visini, in chiusura di seduta, ha dichiarato di non voler fare forzature e di rimettersi alle decisioni della commissione. A tal proposito, Bellini ha riconvocato la seduta per martedì prossimo, 14 novembre, per poter chiudere le questioni preliminari e decidere se procedere o meno all’esame dello schema di delibera. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio