Collegato ambientale, in audizione no agli inceneritori dagli ambientalisti

Giuseppe Rinaldi (Upi): bene l'idea di assegnare personale alle Province per le autorizzazioni ambientali, ma servono risorse economiche e strumenti normativi diversi.

La sala Mechelli nel corso dell'audizione sulla proposta di legge ambientale. 11/12/2017 - "C'è l'opportunità di mettere nero su bianco che nella regione Lazio non si bruceranno più rifiuti. È un'opportunità che dobbiamo poter cogliere". Così il presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi ha riassunto - nell'ultimo degli interventi - uno dei temi ricorrenti dell'audizione con enti locali e associazioni sul cosiddetto collegato ambientale, svoltasi questa mattina nella sesta commissione del Consiglio regionale. Sono state infatti numerose le voci contrarie all'incenerimento: Medici per l'ambiente, Rete ambientalista, Fare Verde, Rete tutela Valle del Sacco, Alternativa sostenibile, Zero Waste Italy (che ha sottolineato l'incompatibilità della termovalorizzazione con la filosofia Rifiuti Zero richiamata proprio dalla proposta di legge) e altri ancora, come i comitati di via Monfalcone a Borgo Montello (Latina) o di Colleferro.

Al centro dell'audizione di stamattina, tenutasi nella sala Mechelli alla Pisana e presieduta da Enrico Panunzi, c'era la proposta di legge regionale n. 402, presentata lo scorso 14 novembre dall'assessore Mauro Buschini: "Disposizioni in materia di ambiente". Un testo che spazia dalla gestione dei rifiuti a una serie di norme green: efficientamento e risparmio energetico, capitale naturale, risorse forestali, riserve idriche e inquinamento atmosferico.  Più tre argomenti che, assieme ai rifiuti, hanno tenuto banco nei 22 interventi raccolti oggi. Vale a dire: le procedure di approvazione dei piani di assetto delle aree protette non ancora trasmessi alla Pisana (molte le voci critiche - tra cui Ance Lazio, Confagricoltura e Territorio Roma - sul "silenzio assenso" che porterebbe comunque al via libera in caso di inerzia del Consiglio) e il volontariato ambientale (si sono contrapposti chi lo ritiene un doppione da evitare e chi, come le associazioni ambientaliste, un'esperienza utilissima, riconosciuta per legge - come ha sottolineato, ad esempio, Icaro onlus - e portata avanti da personale dotato di adeguata professionalità).

Terzo tema "centrale" il rafforzamento del personale delle Province per il rilascio delle autorizzazioni ambientali. E proprio su quest'ultimo argomento il presidente dell'Unione delle province (Upi) del Lazio, nonché presidente di quella di Rieti, Giuseppe Rinaldi, ha apprezzato la buona volontà della Giunta regionale nel cercare di risolvere il problema. Ma, allo stesso tempo, Rinaldi ha chiesto di accantonare l'idea di far ricorso agli strumenti offerti dal decreto legislativo 165/2001 (in pratica il testo unico sul pubblico impiego) per l'assegnazione temporanea di personale regionale agli enti di area vasta. "Purtroppo abbiamo già verificato che è irrelizzabile", ha detto. Sarebbe preferibile invece, secondo Rinaldi, trovare più risorse economiche e una diversa soluzione legislativa, meglio ancora con una legge quadro sulle Province, che affronti complessivamente le questioni aperte dopo il referendum costituzionale che le ha lasciate in vita.

Un altro aspetto di dimensione provinciale, sollevato oggi da più di un intervento (tra cui quello di Nicoletta Valle, dirigente del settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina), ha riguardato gli ambiti territoriali ottimali per i rifiuti. L'assessore Buschini nel corso dell'audizione ha precisato, nel rispondere al sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco, che saranno cinque ambiti di gestione (come le province), non più uno solo come invece era previsto in una vecchia proposta di legge. E il ciclo dei rifiuti dovrà chiudersi all'interno degli ambiti.

Hanno partecipato all'audizione i consiglieri regionali Daniela Bianchi  (Insieme per il Lazio) e i cinquestelle Silvia Blasi, Devid Porrello e Gaia Pernarella. I termini per gli emendamenti alla proposta di legge scadono lunedì prossimo anche se, ha tenuto a sottolineare la consigliera Blasi vista l'imminente fine della legislatura "non ci saranno i tempi" per affrontarlo in commissione. Di contro il presidente Panunzi, dopo aver evidenziato che come dovere istituzionale deve far andar avanti l'iter, ha auspicato un accordo tra le varie forze politiche perché la legge prosegua speditamente il suo percorso. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio