Non convince il marchio contro il gioco d'azzardo patologico scelto dalla Giunta

Suscita perplessità lo schema di deliberazione presentato dall'assessora Troncarelli alla settima commissione
Il marchio "Slot free" nell'allegato A dello schema di deliberazione di Giunta n. 82. 07/11/2019 - Sembra un invito al gioco d’azzardo il messaggio a caratteri cubitali “Slot free”. E invece dovrebbe dire il contrario l’elemento centrale della comunicazione a corredo del marchio che la Regione Lazio vorrebbe vedere affisso sulle vetrine degli esercizi pubblici che decideranno di non ospitare machine mangiasoldi nei propri locali. Ancorché accompagnato dal segno di divieto sovrapposto a una slot machine stilizzata (invero di non immediata percezione visiva), e la frase (che i pubblicitari chiamano “payoff) “Qui si vince davvero: la Regione Lazio dice no al gioco d’azzardo”, il messaggio più immediato che raggiunge chi conosce anche poco l’inglese è “Slot gratis”. Queste le critiche della consigliera Chiara Colosimo (FdI) al marchio oggetto dello schema di deliberazione di Giunta n. 82, all’esame della settima commissione consiliare permanente, Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (FI).

A illustrare l’iniziativa è intervenuta l’assessora alle Politiche sociali e welfare, Alessandra Troncarelli, la quale ha spiegato che la gestione del marchio, per la quale si prevede un impegno di spesa di 400 mila euro, rientra tra le iniziative in attuazione della legge regionale 5 agosto 2013, n. 5 “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP)”, in particolare del piano regionale biennale per il contrasto al gioco d’azzardo patologico che prevede un investimento complessivo di oltre 14 milioni di euro. Lo schema di deliberazione n. 82 descrive le caratteristiche del marchio “Slot free – RL” (riportato nell’allegato A) e contiene il disciplinare per il rilascio e il suo corretto utilizzo (allegato B).

“Il marchio – si legge nel disciplinare – consiste in una vetrofania da applicare sulla vetrina dell’esercizio commerciale che certifica e premia la scelta etica compiuta da pubblici esercizi operanti sul territorio che con un’azione concreta esprimono il proprio dissenso nei confronti del gioco d’azzardo”. Come ha spiegato l’assessora Troncarelli, la quale ha ricordato che dal 2016 il disturbo da gioco d’azzardo rientra tra Livelli essenziali di assistenza (Lea), saranno i comuni a collaborare nella diffusione delle vetrofanie presso gli esercizi commerciali e nel loro corretto utilizzo. Gli esercizi che avranno fatto domanda per ottenere il marchio saranno inseriti in un elenco regionale ad hoc, costantemente aggiornato e pubblicato su un apposito sito.

“Il possesso del marchio –prosegue il disciplinare - costituisce prerequisito per l’ottenimento di eventuali forme di valorizzazione e incentivazioni di carattere economico oltre ad essere considerato dalla Regione Lazio titolo di preferenza nella concessione di eventuali finanziamenti, benefici e vantaggi economici comunque denominati”. Benché tutti d’accordo sulla necessità di dare attuazione a una legge regionale in materia di ludopatie approvata sei anni fa, le critiche della consigliera Colosimo rivolte al marchio non sono rimaste isolate.

“Sembra effettivamente un incentivo a entrare a giocare”, secondo il consigliere Antonello Aurigemma (Gruppo Misto) il quale ha chiesto lumi in merito al lavoro fatto fino ad oggi, all’attività dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo patologico previsto dalla legge, e ha chiesto il blocco dello stanziamento di 300 mila euro per l’apposito sito. Un punto sullo stato di attuazione della legge 5/2013 è stato chiesto anche da Davide Barillari (M5s). Perplessità sul marchio sono state espresse anche da Enrico Panunzi (Pd), mentre Marta Bonafoni (Lista Zingaretti) ha ricordato come è nata la legge. Ne è nata una discussione sulla necessità di una riflessione sulle modalità di attuazione della legge 5/2013. Di qui la decisione del presidente Simeone di fissare due termini: entro il 15 novembre l’assessora Troncarelli farà pervenire una relazione sullo stato d’attuazione della legge 5/2013; entro il 21 novembre i consiglieri potranno inviare le proprie osservazioni allo schema di deliberazione n. 82. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio