L'idea che piace ai sindacati: "Entri la Regione nel capitale di Roma Metropolitane"

Audizione in sesta commissione, sull'ipotesi di "liquidazione controllata" della società in house di Roma capitale
Il presidente della sesta commissione, Patanè (in primo piano), e il vicepresidente Aurigemma. 07/10/2019 - Quarantacinque esuberi nel piano industriale di Roma Metropolitane, la liquidazione controllata della stessa, a causa dell’erosione del capitale sociale finito sotto i limiti di legge, l’idea di una partecipazione societaria della Regione Lazio come ipotesi alternativa alla chiusura della società preposta alla progettazione e alla realizzazione delle metropolitane romane. Questi i temi affrontati nel corso dell’audizione in sesta commissione, Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti con l’amministratore unico dimissionario della società in house capitolina, Marco Santucci, e i rappresentanti dei sindacati regionali. Grande assente il socio unico, vale a dire Roma Capitale.

“E' stata una grave mancanza di rispetto istituzionale quella di Roma Capitale che non si è presentata qui in commissione nemmeno con un suo esponente, visto che avevamo convocato la sindaca, Virginia Raggi, e gli assessori Lemmetti e Calabrese”. Così il presidente della commissione, Eugenio Patanè (Pd), il quale ha inoltre precisato: “Lemmetti ci ha inviato una comunicazione nella quale ci ha detto che volentieri avrebbe trovato un’altra data concordata, e sicuramente lo faremo venire, mentre Calabrese non ha risposto. Sarebbe utile un contraddittorio con l’azienda per capire meglio la situazione”. Patanè ha annunciato che lunedì prossimo convocherà un’altra audizione in commissione, dove ha comunicato di volere ascoltare il direttore generale di Roma capitale, Franco Giampaoletti, e i due assessori al Bilancio e ai Trasporti.

L’amministratore unico dimissionario di Roma Metropolitane, Marco Santucci, ribatte alla prima cittadina di Roma sullo stato della società che si avvia verso una liquidazione controllata, secondo il Campidoglio, ma avversata da lavoratori e azienda stessa. “La sindaca ha parlato di sei milioni bruciati da Roma Metropolitane – ha spiegato Santucci - ma due sono dovuti all’impresa Salini. Entrano nel mio bilancio ma è un problema di Roma capitale, perché, dopo una sentenza di Tribunale, Roma capitale avrebbe dovuto fare gli atti per darci questa partita che ci avrebbe consentito di riconoscerla all'impresa, ma dopo un anno mezzo, la sentenza è di giugno 2018, questo atto non c’è e quindi questo importo grava sul mio bilancio. E da oggi l’impresa potrebbe pignorare per l’intero importo i conti di Roma Metropolitane richiedendo il dovuto, questo lo abbiamo manifestato tantissime volte a Roma capitale”. Secondo Santucci, il contratto di servizio con Roma capitale non copre interamente i costi dell’azienda. “Se fosse stata data all’azienda la funivia Casalotti-Battistini- ha spiegato Santucci - che il Comune avrebbe voluto affidare a Roma Metropolitane, come comprova la variazione di bilancio del 13 giugno 2019 dove si parla di integrazione al contratto di servizio per 2,4 milioni 'funivia Casalotti-Battistini progetto definitivo', se fosse stata data anche la project review della tratta T2 della metro C, che interessa a tutti, e quella della Casal Monastero-Rebibbia, la società non avrebbe avuto problema di deficit strutturale, e non lo ha perché le attività le fa e in questi anni non ha prodotto buchi”. Sul contratto che non copriva interamente i costi, Santucci ha ricordato che “quando l’ho firmato era già stato metabolizzato dalle parti negli anni precedenti, magari avessi avuto il tempo per crearne uno come immaginavo fosse. Avevo poche decine di migliaia di euro nella casse di Roma Metropolitane e i dipendenti ai quali non avevo pagato la tredicesima e la mensilità di dicembre. Ho operato quel contratto perché era implementabile”.

Nel corso dell’audizione è intervenuto anche il consigliere Antonello Aurigemma (Gruppo misto) il quale ha lanciato l’idea di una partecipazione della Regione Lazio nel capitale sociale di Roma Metropolitane.  “Il futuro di Roma Metropolitane – ha dichiarato Aurigemma - non è solo quello dei 158 lavoratori, ma è il futuro della mobilità a Roma. Per questo è importante che la Regione Lazio entri nel capitale sociale dell’azienda o inserisca Roma Metropolitane all’interno dell’agenzia unica dei trasporti regionale. Perché in questi anni il personale ha maturato il know how e la capacità di progettazione, realizzazione e soprattutto di reperire le risorse finanziarie per realizzare quelle infrastrutture che mancano a Roma e alla regione”.

La proposta di Aurigemma ha raccolto i favori dei sindacati. “Magari si potesse realizzare il progetto di un’azienda unica per la mobilità, ma dovrà essere chiaro chi lo ostacolerà - ha detto Giulio De Angelis della Cgil Roma e Lazio - Siamo disponibili a qualunque soluzione che salvi azienda e lavoratori”.

Per Giampaolo Pavoni della segreteria della Cisl di Roma e Rieti, “è una proposta intelligente, abbiamo delle risorse, diamole nel nostro sistema regionale, le partecipate vanno riorganizzate non lasciate morire”. Secondo Paola Propana della Uil, “la ricapitalizzazione è necessaria ora, ma c’è stata solo una parziale riconciliazione dei crediti dal 2015 e il contratto di servizio, con uno sconto del 40% per il ribasso dei costi del personale, ha portato a gravi problemi per l’azienda”. Propana ha lamentato relazioni industriali carenti, concludendo che “le società non possono essere risollevate con il taglio del personale. Anziché ridurre i costi, occorre aumentare i ricavi”. Nel corso dell’audizione sono stati ascoltati anche Danilo Lorenzi, Cisl Lazio, e Luigi Venturini, Filt Cgil-Rsa Roma, e sono intervenuti i consiglieri Gino De Paolis (Lista Zingaretti), Daniele Giannini (Lega), Emiliano Minnucci (Pd) e Fabrizio Ghera (FdI). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio