Due audizioni su strutture sanitarie oggi in commissione Settima

Ospedale di Anzio e casa di cura Fabia Mater sotto la lente della commissione consiliare presieduta da Giuseppe Simeone.
Un momento delle audizioni 19/09/2019 - Due audizioni oggi in commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone, la prima delle quali verteva sul tema della chiusura del pronto soccorso e del reparto pediatrico dell’Ospedale di Anzio, mentre la seconda riguardava la chiusura del reparto di Ostetricia della casa di cura Fabia mater di Roma.

Il richiedente Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia ha sintetizzato lo scopo della prima audizione nell’esigenza di trovare soluzioni stabili per l'ospedale di Anzio. Domande sul futuro della struttura si è posta Valentina Corrado del Movimento 5 stelle, che ha chiesto un tavolo tecnico sulla sanità nella Asl Rm6, mentre per Antonello Aurigemma, del Gruppo misto, con l’apertura dell’ospedale dei Castelli si è creato un vuoto di programmazione a proposito della altre strutture.

Il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, ha detto di voler conoscere il futuro di questo ospedale, specie con riferimento a reparti come ostetricia e ginecologia, che pochi anni fa costituivano delle eccellenze regionali e oggi sono evidentemente in sofferenza. Centomila persone sono il potenziale bacino d’utenza di questa struttura, ha detto ancora il sindaco, che ha concluso dicendo come il tavolo tra sindaci sulla sanità non abbia funzionato. L’altro sindaco, quello di Nettuno, Alessandro Coppola, pur avendo premesso di ricoprire la carica da poco tempo, ha confermato di aver visto l’ospedale di Anzio degradare di livello in modo rapido negli ultimi tempi.

Il Direttore Generale della ASL Roma 6, Narciso Mostarda, ha detto che non è nei piani una chiusura della struttura ospedaliera, anzi si sta operando una rimodulazione dei servizi, ma “verso l’alto, non verso il basso”. I problemi sono legati al calo delle nascite, generale ma particolarmente avvertito nell’ospedale di Anzio, forse perché si preferisce andare, per motivi di maggiore sicurezza percepita, nelle strutture in cui i numeri delle nascite sono più alti. Ma soprattutto, il problema è legato alla difficoltà di attrarre personale medico, che preferisce altre sedi, senza dimenticare il lungo periodo di blocco delle assunzioni da cui si sta appena uscendo. Una convenzione di un anno con il Bambin Gesù in campo pediatrico stipulata nel luglio scorso e la disponibilità a un altro incontro sulla Asl Rm6 in generale sono state le ultime cose aggiunte da Mostarda.

Ancora tra i consiglieri, Massimiliano Maselli ha suggerito di fare i bandi in modo che il personale sia incentivato e vincolato a rimanere nella struttura. Ancora sulla necessità di programmazione a lungo termine hanno insistito Daniele Giannini della Lega e Davide Barillari del M5s, secondo il quale quando gli ospedali diventano “scatole vuote”, è normale che i cittadini se ne vadano. Ancora Valentina Corrado ha contestato l’affermazione del direttore secondo cui la rimodulazione dei servizi in corso sia verso l’alto. Rassicurazioni sono pervenute dall’assessorato alla Salute sulle preoccupazioni di Maselli, poiché si sta lavorando a clausole di permanenza nella struttura e anche di incentivazione economica per i prossimi bandi. A ulteriori richieste di chiarimento di Aurigemma, invece, Mostarda ha replicato che nessun medico è stato trasferito all’ospedale dei Castelli da quello di Anzio.

Fabia Mater, Regione e Asl: no alla chiusura del reparto di ostetricia

Un netto no alla ventilata chiusura del reparto di ostetricia della clinica Fabia Mater. Lo hanno ribadito sia la direzione generale della Asl Rm2, sia l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio nel corso dell seconda audizione.

Il tema è stato portato all’attenzione della commissione dalla consigliera Michela Di Biase (Pd) che ha parlato di “pazienti dirottate su altre strutture con avvisi affissi nella clinica, di minacce di licenziamento collettivo nei confronti del personale da parte della proprietà di una struttura essenziale per il territorio con i suoi 1.500 parti l’anno”. Sia l’assessorato regionale che la direttrice della Asl, Flori Degrassi hanno ribadito la proprietà della clinica, oggi assente all’audizione malgrado l’invito, è tenuta a rispettare la convenzione con cui la struttura è stata accreditata dal servizio sanitario: “Il fabbisogno della nostra Asl non consente nessuna rimodulazione della convenzione per quanto riguarda l’ostetricia”. Nel corso dell’audizione sono intervenuti anche rappresentanti dei lavoratori della Fabia Mater che hanno confermato l’intenzione della proprietà della clinica di depotenziare man mano il reparto, scoraggiando le partorienti e indirizzandole verso altre struttura, per arrivare alla chiusura in tempi brevi. Preoccupazione e un invito a motitorare con attenzione il rispetto delle regole e della qualità delle prestazioni è stata espressa sia dal presidente Simeone che dai consiglieri Massimiliano Maselli (Noi con L’italia), Paolo Ciani (Centro solidale – Demos), Davide Barillari (M5s).

Erano presenti anche i consiglieri Laura Corrotti della Lega, Loreto Marcelli del M5s e Daniele Ognibene di Leu Lazio. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio