Corecom, il commissario straordinario in audizione: "Serve una struttura stabile"

Il presidente Barillari ha assicurato l’intervento della commissione nei confronti dell’Agcom e della presidenza del Consiglio regionale.
Da sinistra, il commissario Lecce e il presidente Barillari 10/07/2019 - Un comitato con funzioni molto delicate, sia da punto di vista dell’informazione che del rapporto fra gestori e cittadini nel campo della comunicazione, che risente di gravi carenze nell’organico. In sintesi questo il quadro fornito alla commissione Vigilanza sul pluralismo dell’informazione del Consiglio regionale, dal commissario straordinario del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) Claudio Lecce e dal dirigente del servizio Tecnico, organismi di controllo e garanzia, Vincenzo Ialongo.

Lecce ha spiegato che il suo incarico ha durata di soli 90 giorni (il mandato scade il 15 agosto) e ha illustrato l’attività complessiva del Corecom e in particolare l’avviso pubblico messo a punto per recepire professionalità a cui affidare l’attività di conciliazione in materia di comunicazione (circa 12mila pratiche l’anno). In questa maniera si pensa di evadere circa 10mila pratiche entro i primi mesi del 2020, con un costo di 15 euro per ogni conciliazione. Sia Lecce che Ialongo hanno evidenziato la necessità di dotare il Corecom di una struttura stabile a partire dalla nomina di un dirigente di ruolo e sulla necessità di avere maggiori risorse dall’autorità nazionale in base all’elevato numero di pratiche trattate. Quello del Lazio, infatti, è il secondo Corecom d’Italia per numero di istanze dopo la Lombardia.

Il presidente della Commissione, Davide Barillari, ha garantito che, in accordo con gli altri commissari, provvederà a investire delle due questioni rispettivamente la presidenza del Consiglio regionale e l’Agcom. Il consigliere Rodolfo Lena (Pd), nel ringraziare il commissario e il direttore per il lavoro svolto, ha chiesto di verificare la possibilità di usare nell’attività di conciliazione l’Istituto regionale Arturo Carlo Jemolo. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio