Terzo e quarto giro d'audizioni sulla sanità laziale

Ascoltati i vertici generali delle Asl provinciali, di Ares 118, dei policlinici universitari, dello “Spallanzani” e dell’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana
Il controllo della pressione. 02/07/2018 - Scarsità numerica di personale, scarso appeal delle province e quindi difficoltà a reperire specialisti disposti ad accettare posti nei presidi sanitari lontani dalla capitale. Questo il denominatore comune del terzo giro di audizioni della settima commissione consiliare permanente, Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone, che si è svolto oggi con i vertici delle Asl di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo e dell’Ares 118. Dopo le due precedenti audizioni con l’assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria, Alessio D’Amato, e direttori generali delle Asl della capitale, la settima commissione ha ascoltato oggi Luigi Macchiatella, commissario straordinario della Asl di Frosinone, Giorgio Casati, direttore generale della Asl di Latina, Marinella D’Innocenzo, direttrice generale della Asl di Rieti, Daniela Donetti, direttrice generale della Asl di Viterbo, e Maria Paola Corradi, direttrice generale del servizio di emergenza Ares 118.

Il focus degli interventi è stato centrato su due temi principali: i pronto soccorso e la gestione delle liste d’attesa. Tra le carenze maggiormente riscontrate, la vetustà di certe apparecchiature e la necessità di un ammodernamento tecnologico. Tuttavia, non sono state rappresentate drammaticità particolari per le liste d’attesa, se non per determinate apparecchiature.

È emersa la necessità di dare avvio a una nuova stagione di concorsi pubblici, per dare nuova linfa vitale alle piante organiche degli ospedali e dei pronto soccorso, ed è stata accolta con favore la legge regionale approvata la scorsa settimana dal Consiglio regionale che pone fine al ricorso di graduatorie concorsuali vecchie anche di quindici anni che non sono più in grado di garantire un ricambio adeguato del personale. Si va dai 120 pensionamenti previsti quest’anno nella Asl di Frosinone all’Ares 118 che opera con 1.780 dipendenti, a fronte di un fabbisogno di oltre quattromila unità. C’è poi il problema dello scarso appeal di certe sedi. “I medici preferiscono andare più vicini a Roma”, ha detto la direttrice generale della Asl di Rieti, D’Innocenzo, la quale ha riferito delle difficoltà a reperire specialisti in alcune discipline come la neuropsichiatria infantile.  “In tema di reclutamento– ha dichiarato il direttore generale della Asl di latina, Casati – il 2019 sarà un anno che potremo guardare in una prospettiva positiva”.

Nel corso dell’audizione sono intervenuti con domande e osservazioni alcuni consiglieri regionali: Loreto Marcelli (M5s), Mauro Buschini (Pd), Chiara Colosimo (FdI), Massimiliano Maselli (Noi con l’Italia), Enrico Panunzi (Pd), Davide Barillari (M5s). Quest’ultimo, in particolare, ha sollevato la questione dello spreco di risorse del servizio di elisoccorso fornito da una società esterna. Ciò facendo ha offerto l’opportunità alla direttrice di Ares 118, Corradi, di spiegare che, dopo cinque gradi di giudizio, saranno recuperati ben 26 milioni di euro di spesa erroneamente pagati dalle precedenti gestioni.

I policlinici universitari, lo “Spallanzani” e l’Istituto zooprofilattico

Nel secondo ciclo di audizioni del pomeriggio, sono stati ascoltati anche i direttori del Policlinico Tor Vergata, del Policlinico “Umberto I”, dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Spallanzani” e dell’Istituto zooprofilattico Lazio e Toscana. I rapporti con le rispettive strutture universitarie di riferimento e in generale con le esigenze della ricerca, quindi, sono state soprattutto al centro degli interventi.

Il direttore generale del Policlinico Tor vergata, Tiziana Frittelli, ha riferito di una realtà che dalla sua nascita nel 2000 ha compiuto grandi progressi, pur insistendo in una zona dal bacino molto popoloso (850mila abitanti). Il direttore di “Tor Vergata” ha negato di avere problemi con la struttura universitaria, dicendo che piuttosto le criticità nascono dalla programmazione nazionale. Pronto soccorso messo in sicurezza, tempi di attesa ridotti, quattro hub di alta specialità e deficit ridotto di un terzo nel quadriennio di gestione sono i fiori all’occhiello della struttura, secondo il suo direttore.

Invece Vincenzo Panella, direttore generale da sei mesi dell’”Umberto I”, ha riferito che i costi principali della struttura da lui diretta, il cui deficit è tra i maggiori del Lazio insieme a quello del San Camillo, sono dovuti appunto alla sua natura di policlinico universitario, che rende particolarmente gravoso il costo del personale, buona parte del quale inoltre è esternalizzato (800 su 5400 circa). Altro servizio da reinternalizzare, a suo avviso, sarebbe il sistema informativo. Panella ha ricordato però che il protocollo di intesa tra La Sapienza e Regione è in dirittura di arrivo e, per restare in tema di buone notizie, che la ristrutturazione della struttura ha ormai completato il suo iter amministrativo, quindi a breve avranno inizio i lavori, in conseguenza dei quali molte cose miglioreranno, ad esempio, con riferimento a Ematologia, un’eccellenza del policlinico, che sarà portata dentro le mura della struttura.

Lo “Spallanzani” è invece istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, con un “meno 19 milioni” come risultato dell'ultimo bilancio. Trapianto di fegato e di rene sono due specialità della struttura ed eccellenze a livello regionale. Hub delle malattie infettive, questo ospedale è in fase di riorganizzazione dei servizi, messa in atto in questa gestione, ha riferito il direttore generale Marta Branca, coadiuvata nel suo intervento dai direttori sanitario e amministrativo. Aperto il 22 febbraio l'ambulatorio ad accesso prioritario, che va a migliorare ulteriormente la situazione già buona delle liste di attesa, decongestionando i pronti soccorso. Il direttore ha negato che ci sia personale medico in uscita dalla sua struttura.

Ha concluso il giro delle audizioni il direttore dell'istituto zooprofilattico Lazio e Toscana (uno dei dieci in Italia), Ugo Della Marta il quale ha riferito dei compiti di rilievo nazionale e dei servizi di eccellenza svolti dall’Istituto nel settore degli ogm e degli antibiotici utilizzati in zootecnia. Una sede centrale in via Appia e più sedi periferiche, questa l’articolazione territoriale dell’Istituto, che si è impegnato, a detta del suo direttore, nella stabilizzazione del precariato, che incideva per circa un quarto sul totale del personale. Il bilancio si impernia su un fondo di provenienza statale e sui progetti a cui l'Istituto lavora. Ruolo di tutela del consumatore e delle produzioni agro-alimentari è quindi quello dell’Istituto, soggetto a puntuale controllo del proprio operato.

Presenti a queste audizioni i consiglieri Antonello Aurigemma (Forza Italia), Davide Barillari e Loreto Marcelli (M5s), Michela Di Biase (Pd) e Massimiliano Maselli (NcI).   A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio