home / archivio notizie / dettaglio notizia

Piano rifiuti, l'iter di approvazione in Aula

Sei sedute, dal 28 luglio al 5 agosto, circa 130 emendamenti approvati su più di 700 presentati, ampi dibattiti su definizione degli ambiti territoriali ottimali e su termovalorizzatori.
05/08/2020
L’esame della Proposta di deliberazione consiliare n. 40 del 10 dicembre 2019 “Approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ai sensi dell’art. 7, comma 1, della legge regionale n. 27 del 1998 e successive modifiche” ha impegnato il Consiglio regionale del Lazio per sei sedute, da martedì 28 luglio a mercoledì 5 agosto. Al termine del lungo esame del corposo fascicolo d’Aula, il Piano è stato approvato insieme a circa 130 emendamenti, alcuni dei quali hanno innescato ampi dibattiti in Aula, come quelli sulla definizione degli ambiti territoriali ottimali e quelli sui termovalorizzatori. Il nuovo Piano si articola in quattro parti: la “Sezione Rifiuti Urbani”, che ha impegnato maggiormente l’Aula, con cinque sedute dedicate; la “Sezione Rifiuti Speciali”; la “Sezione Criteri di Localizzazione”; infine, la “Valutazione ambientale strategica” (Vas), non emendabile.

Nella seduta del 28 aprile, l’assessore Massimiliano Valeriani ha illustrato i punti principali della proposta di delibera e ha replicato agli interventi della discussione generale. Successivamente il Consiglio ha anche bocciato due richieste del Movimento 5 stelle, una questione pregiudiziale (per difformità rispetto alla normativa europea, come illustrato dalla consigliera Valentina Corrado) e una sospensiva, con la quale si chiedeva di riportare il provvedimento in commissione. L'esame del testo con i relativi emendamenti e subemendamenti è iniziato mercoledì 29 luglio ed è terminato mercoledì 5 agosto.

Seduta di mercoledì 29 luglio.

Durante la seduta è stata più volte al centro della discussione la questione degli Ambiti territoriali ottimali (Ato), con molte dichiarazioni di voto sugli emendamenti, perché ogni Ato dovrà gestire nel proprio ambito il ciclo dei rifiuti. Come già avvenuto martedì durante la discussione generale, sono emerse tre posizioni sulla ripartizione degli Ato: la prima, che sembra avere il supporto della maggioranza dei consiglieri, intende lasciare l’attuale assetto con i cinque Ato corrispondenti ai territori delle quattro province e a quello della Città metropolitana di Roma Capitale; la seconda propone la creazione di un sub-Ato per Roma Capitale; la terza proposta è quella di creare un unico Ato regionale.

Un altro tema che ha richiamato l’attenzione dell’Aula con parecchi interventi è stato quello introdotto dall’emendamento presentato (e poi approvato) dai consiglieri Enrico Cavallari e Marietta Tidei del gruppo Misto che riguarda il monitoraggio della Regione sul conseguimento dei previsti livelli minimi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani da parte dei comuni. Con questa modifica, la Regione verificherà l’avvenuta applicazione dell’addizionale del 20 per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica ma solo a partire dai dati della raccolta del 2021, come richiesto dall’assessore Valeriani attraverso una riformulazione dell’emendamento.

Oltre al citato emendamento, ne sono stati approvati altri 13, sette dei quali presentati dalla Lega, tre dal presidente della commissione Rifiuti, Marco Cacciatore (gruppo Misto), due da Eugenio Patanè (Pd) e uno da Fratelli d’Italia. Tutti afferiscono alle prime 54 pagine delle 397 che compongono la prima parte del voluminoso documento, la “Sezione Rifiuti Urbani”. A questa vanno aggiunte la “Sezione Rifiuti Speciali”, la “Sezione Criteri di Localizzazione” e la “Valutazione ambientale strategica” (Vas).

Seduta di giovedì 30 luglio.

Nel corso della giornata, sono stati approvati undici emendamenti, alcuni riformulati dall’assessore Valeriani. Quattro di questi sono stati presentati da consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia che puntano alla realizzazione di impianti di compostaggio di piccole dimensioni e alla tariffazione puntuale. Tre gli emendamenti dalla Lega, due dal presidente della decima commissione, Marco Cacciatore (Gruppo Misto), il quale propone come obiettivi la riduzione, il riuso, il riciclo e tutte le forme di recupero energetico possibili. Approvato con una riformulazione anche l’emendamento di Stefano Parisi (Lazio 2018), volto a porre un freno all’esportazione dei rifiuti, chiudendo il ciclo all’interno della regione entro il 2025, e l’emendamento di Enrico Cavallari e Marietta Tidei, entrambi del gruppo Misto, volto a incentivare i comportamenti virtuosi in materia di raccolta differenziata.

Seduta di lunedì 3 agosto.

In mattinata sono stati approvati 10 emendamenti sulla riconversione ecologica degli impianti esistenti (Orlando Tripodi - Lega), sui finanziamenti per la realizzazione di nuovi impianti di trattamento pubblici (Laura Cartaginese - Lega), sulla necessità di procedure amministrative semplificate (Stefano Parisi - Lazio 2018), sul potenziamento dei controlli per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata (Gaia Pernarella - M5s), sull'introduzione di una addizionale al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica per i Comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi della raccolta differenziata, a partire dai dati sulla raccolta del 2021 (Devid Porrello - M5s). Gli altri emendamenti approvati, tutti del gruppo FdI, primi firmatari Fabrizio Ghera e Giancarlo Righini, riguardano le risorse in favore dei Comuni per realizzare impianti di compostaggio di prossimità. Gli altri emendamenti approvati riguardano la realizzazione di impianti a gestione pubblica o a partecipazione maggioritaria pubblica, il riciclo e il riuso, la pubblicazione dei progetti di nuovi impianti, la raccolta porta a porta.

Nel pomeriggio sono stati approvati altri 40 emendamenti, relativi al capitolo 6 (“Programma di prevenzione della produzione dei rifiuti”), capitolo 7 (“Analisi delle variabili che incidono sui diversi scenari di piano”) e capitolo 8 (“Individuazione dello scenario di piano”). Circa la metà delle proposte approvate è a firma del gruppo Fratelli d’Italia e riguardano soprattutto il capitolo 6: sviluppare un piano di riduzione degli imballaggi; incentivare il riciclo e il riuso, anche attraverso l’individuazione di giornate dedicate; realizzare campagne contro lo spreco alimentare nelle mense scolastiche; aumentate le risorse in favore dei centri del riuso e per incentivare la tariffa puntuale dei rifiuti. Alcune di queste tematiche sono state toccate anche da emendamenti presentati da altri consiglieri. Sulla tariffa puntuale, ad esempio, Enrico Cavallari e Marietta Tidei (Gruppo Misto) hanno inserito nel testo un riferimento all’apporto che le nuove tecnologie possono dare alla sua individuazione. Di Marta Bonafoni (Lista Civica Zingaretti) e altri, invece, un emendamento che prevede incentivi per la realizzazione dei centri del riuso e dei mercatini dell’usato. La riduzione dell’utilizzo della carta nelle pubbliche amministrazioni e il maggiore ricorso alle comunicazioni telematiche nonché si servizi on line, sono state le tematiche proposte sia da Gaia Pernarella e Valentina Corrado (M5s) sia da Marco Cacciatore (Gruppo Misto), il quale ha anche ottenuto il via libera a un emendamento che incentiva il compostaggio locale e a un altro che chiede il rispetto dei “criteri minimi ambientali”. Sempre in relazione al capitolo sei, l’Aula ha approvato anche un emendamento di Eugenio Patanè che istituisce i “Distretti logistico ambientali, in materia di economia circolare e chiusura del ciclo dei rifiuti, “che individuano delle aree territoriali contraddistinte dalla presenza di sistemi produttivi locali a vocazione industriale, agricola e commerciale, la cui produzione di rifiuti, per le caratteristiche merceologiche e quantitative rilevate, richieda una progettazione e pianificazione articolata”.

Seduta di martedì 4 agosto.

I lavori sono ripresi con l’esame degli emendamenti presentati alla prima parte del Piano, la “Sezione Rifiuti Urbani”. Ne sono stati approvati19 in totale, dei quali ben 14 nella parte della seduta precedente la pausa pranzo, e relativi al capitolo 8 (“Individuazione dello scenario di piano”), al nono (“Programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili”) e al decimo “Analisi degli impatti degli scenari di piano”. Tra questi, nove sono stati presentati dal gruppo Fratelli d’Italia, compreso quello sugli incentivi a realizzare nuovi centri di raccolta Raee (apparecchiature elettriche ed elettroniche) per consentire il loro recupero e il corretto trattamento e smaltimento. Approvati anche due emendamenti di Eugenio Patanè (Pd) e tre dell’assessore Valeriani volti a sostituire alcune tabelle.

Cinque invece gli emendamenti approvati nel pomeriggio, tre dei quali di Patanè, uno di Marco Cacciatore del Gruppo Misto e uno di Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia. Quello da cui è scaturito il più ampio dibattito è stato un emendamento di Patanè, riformulato dall’assessore Valeriani, alla pagina 300 del piano, con il quale si costituisce una cabina di regia sul piano, attraverso la quale si possa eventualmente modificare in corso d’opera l’impostazione, qualora gli obiettivi non vengano raggiunti, con lo scopo di rendere il piano più flessibile, secondo Patanè. Valeriani ha aggiunto che la sua utilità va anche intesa con riferimento ai tempi tecnici per gli Ato. Voto contrario su questo emendamento è stato annunciato da Gaia Pernarella del M5s, favorevole invece Stefano Parisi (Lazio 2018) mentre Giuseppe Simeone (Forza Italia) ha fatto notare come i numeri disponibili non rispecchino la realtà, "contro la quale la bontà di questo emendamento rischia di infrangersi". Per Cacciatore il rischio della ridefinizione degli obiettivi è che quelli poi diventino variabili, per cui ha annunciato di astenersi. Contrario anche Pasquale Ciacciarelli (Lega), favorevole invece Massimiliano Maselli (FdI), per il quale in futuro potrà essere molto importante l’organismo introdotto con questo emendamento.

Gli altri emendamenti approvati sono uno di Cacciatore sul Tmb Roma Salario, riformulato dall’assessore Valeriani, e altri due di Patanè che spostano di un anno i termini di entrata in funzione dell'impianto di Colleferro, il cui inserimento nel piano ha suscitato la contrarietà di Cacciatore e Pernarella. Dubbi sulla strategia a proposito di Colleferro sono stati avanzati anche da Parisi. Approvato infine, dopo una pausa dei lavori, anche un emendamento di Fabrizio Ghera (Fratelli d'Italia) sull'impianto di San Vittore.

Seduta di mercoledì 5 agosto.

L’ultima seduta, in cui il Consiglio regionale ha concluso l’esame di tutti gli emendamenti e ha approvato a maggioranza il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, con il voto contrario delle opposizioni. Durante l’esame dell’ultima parte della “Sezione Rifiuti Urbani”, l’Aula ha dibattuto a lungo su due questioni che avevano già animato la discussione generale: la definizione e le caratteristiche degli Ambiti territoriali ottimali (Ato), le zone in cui viene diviso il territorio regionale per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti stessi, e la questione dei termovalorizzatori.

Sul primo punto, l’Aula ha approvato (con l’astensione delle opposizioni) un emendamento dell’assessore Valeriani che prevede il ritorno alla definizione degli Ato su base provinciale, cancellando quindi la previsione di un sub ambito riferito alla città di Roma. Che però sarà comunque obbligata a essere autosufficiente per quanto riguarda gli impianti di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, discariche comprese. Stesso principio si applicherà anche alla Provincia, quella che l’assessore ha definito “la ciambella”: il territorio dell’area metropolitana escluso il Comune di Roma. In base all’emendamento di Valeriani (votato con alcuni subemendamenti), i cinque Ato dovranno essere autosufficienti, ma una volta raggiunto questo obiettivo non potranno essere autorizzati nuovi impianti se non di nuova tecnologia, nel rispetto dei principi dell'economia circolare. I singoli Comuni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Piano, potranno chiedere di essere assegnati a un Ato differente da quello “territoriale”. Fino al raggiungimento dell’autosufficienza, gli Ambiti potranno utilizzare impianti presenti in altri Ato, per un periodo massimo di 36 mesi. Entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del Piano sul bollettino ufficiale, infine, il Consiglio regionale dovrà approvare una legge che regoli il funzionamento degli Ato e degli enti di gestione.

Sulla questione dei termovalorizzatori, invece, la discussione è stata innescata da una serie di emendamenti presentati (e respinti dall’Aula) da Giuseppe Simeone. “Questo è un punto importante per noi – ha detto il presidente del gruppo di Forza Italia nell’illustrare le sue proposte emendative – per noi la termovalorizzazione chiude veramente il ciclo dei rifiuti nel Lazio”. Per questo Simeone ha invitato la Giunta a “dire come avete intenzione di trattare questa materia che esce dai Tmb”. L’assessore Valeriani ha replicato spiegando che “questo elemento della termovalorizzazione non ci convince. Lo abbiamo detto a più riprese, le opinioni sono nettamente differenti. Noi abbiamo costruito un Piano che punta a marginalizzare sempre di più gli impianti di smaltimento, termovalorizzazione e discariche, in cui abbiamo posto come obiettivo prioritario la riduzione dei rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata e, coerenti con le previsioni dell’economia circolare, il recupero e il riuso. Da qui l’opzione di riconversione di tutti i Tmb presenti nel Lazio, che dovranno diventare, come Colleferro, impianti che recuperano la materia. Meno rifiuti. Più riciclo. Più riuso. Meno quantità da portare a smaltimento. Non è una cosa che inventiamo noi – ha aggiunto l’assessore – ma è una cosa dibattuta a livello europeo: questa è una tecnologia che chi ce l’ha ancora la usa, anche se sempre di meno, ma le direttive comunitarie considerano questa tecnologia antitetica al sistema dell’economia circolare. D’altronde, se tu vai ad aumentare la raccolta differenziata, a recupero, a riciclo, l’alimento di cui si nutre questo tipo di tecnologia si riduce sempre di più. Quindi, un investimento di molte e molte decine di milioni di euro per un impianto di termovalorizzazione semplicemente non è economicamente sostenibile. Noi speriamo nel 2025 di avere un sistema in cui non solo i termovalorizzatori, ma le discariche e tutti gli impianti di smaltimento saranno meno centrali di oggi”.

Su questo punto è intervenuto Stefano Parisi (Lazio 2018) per ribattere all’assessore che “non è vero quello che lei dice rispetto all’Unione europea, ne abbiamo parlato già tante volte. L’Unione europea chiede di smettere i vecchi impianti di incenerimento, non quelli di trasformazione in energia, che invece continuano a essere tecnologie sempre più avanzate”. Ha chiuso il dibattito sulla questione Eugenio Patanè (Pd), per spiegare che “non trattiamo quei termovalorizzatori, quei gassificatori e quegli impianti di smaltimento che trattano un prodotto, un rifiuto speciale, ma stiamo parlando di non prevedere all’interno del Piano i termovalorizzatori che trattano Rsu, cioè che trattano il rifiuto solido urbano in quanto tale. Questa è una grande differenza. Del resto, quando si parla di Css o di Cdr, noi stiamo parlando di un prodotto, che è una cosa molto diversa. Quelli sono ad autorizzazione e a mercato libero”.

Tra le modifiche introdotte alla prima parte del Piano, quella sui rifiuti urbani, si segnala la riformulazione della Giunta di due emendamenti di Marco Cacciatore ed Enrico Panunzi (Pd) che mirano a far pagare di più lo smaltimento dei rifiuti in discarica a quei comuni che non avranno raggiunto il 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2021. Allo stesso modo, i comuni che andranno in un altro Ato per smaltire o trattare i loro rifiuti dovranno pagare un'addizionale. Sempre con riferimento ai Comuni, l’Aula ha approvato anche un emendamento presentato da Lista civica Zingaretti e Leu che dà più centralità ai consigli comunali nel controllo sulle società partecipate in merito alle scelte e agli indirizzi sulla politica dei rifiuti nei territori.

Con riferimento alla seconda parte del Piano, la “Sezione Rifiuti speciali”, l’Aula ha approvato sei emendamenti, tra i quali uno di Eugenio Patanè (Pd) sulla necessità che Roma Capitale trovi nel proprio territorio siti idonei per chiudere il ciclo dei rifiuti e uno di Marco Cacciatore (Gruppo Misto) volto a contrastare il fenomeno dei roghi incontrollati di rifiuti. Per quanto riguarda la terza parte, la “Sezione Criteri di localizzazione”, sono stati approvati altri 13 emendamenti, alcuni relativi a fattori escludenti e altri a fattori preferenziali per la scelta dei siti. Un emendamento della Lega stabilisce che tutte le nuove disposizioni riguarderanno solo i futuri impianti, non quelli già operativi. Non emendabili, invece, la quarta e la quinta parte del Piano, ovvero la “Valutazione ambientale strategica” e la “Dichiarazione di sintesi”.

Al termine della seduta, il presidente Buschini ha comunicato all’Aula che la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari ha stabilito di rinviare a dopo la pausa estiva l’esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione consiliare. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa