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Piano rifiuti, la replica dell'assessore Valeriani

28/07/2020
Dopo gli interventi dei consiglieri regionali, la discussione generale si è conclusa con la replica dell’assessore Massimiliano Valeriani. “E’ stata una discussione molto bella – ha detto – grazie per il contenuto, ma anche per il tono. Ben consapevole, ovviamente, delle differenze, delle diverse angolazioni da cui ciascuno di noi legittimamente osserva il fenomeno, il fatto di aver condotto una discussione per tutta la giornata con questo rispetto reciproco, secondo me, ci aiuta a migliorare il documento che abbiamo portato all’approvazione dell’Aula”. Valeriani ha poi precisato che “il Piano norma e disciplina alcune cose, ma non gli è consentito di occuparsi di tutto il tema dei rifiuti perché, come prevede la norma nazionale vigente, alcune competenze spettano allo Stato a altre agli enti locali. Noi abbiamo il compito di fare un lavoro non dico di mediazione ma di sintesi tra le diverse sensibilità anche politiche dentro l’Aula”. L’assessore ha ribadito che la Giunta “difende un impianto di fondo, che è quello che è stato dettato dalle linee guida, che è quello del punto di vista della maggioranza che ha provato a fare un piano con alcuni elementi qualificanti che adesso provo a ricordare”. Valeriani ha quindi spiegato che l’obiettivo principale è ridurre la produzione di rifiuti. Poi ha elencato quelli dell’aumento della raccolta differenziata e del riciclo; il principio del riequilibrio territoriale, la creazione di soggetti pubblici per la gestione non solo della parte residuale del sistema dei rifiuti, ma soprattutto per la parte più redditizia, “quindi non solo spazzamento e raccolta, ma anche trattamento e recupero energetico”.

Sul tema degli Ato, l’assessore ha precisato che “il problema è come funzionano, come agiscono, come si regolano. Nel Piano rifiuti non c’è la leva per azionare questo meccanismo, perché la legge che regola il funzionamento degli Ato è un’altra. Offro la mia disponibilità per metterci al lavoro e revisionare la legge n. 27/1998, perché abbiamo bisogno di rendere molto più stringenti alcuni meccanismi e alcuni elementi di funzionamento”. Nel frattempo, “la Giunta proverà a mettere d’accordo i diversi punti di vista da parte dell’Aula, sapendo che il tema è quello di definire come obbligo inderogabile per tutti gli ambiti ottimali, compresa soprattutto Roma Capitale, l’obbligo di essere autonomi e nel dover gestire in un ambito di prossimità, che è quello del confine comunale, i rifiuti che si producono”.

Sui termovalorizzatori, infine, Valeriani ha ribadito di non “aver mai avuto un atteggiamento pregiudiziale. Partiamo dal fatto che non ci sono. Noi non siamo responsabili degli ultimi quarant’anni della storia di questa Regione. Oggi l’impianto di termovalorizzazione in esercizio nella nostra regione è solo uno. Negli ultimi otto anni non c’è stata nessuna richiesta di realizzare impianti di quel tipo da parte di soggetti pubblici o privati, tranne l’ultima, qualche mese fa, prevista a Tarquinia”. Secondo l’assessore “questi impianti avrebbero sicuramente fatto comodo ma abbiamo fatto una scelta sulla base delle direttive europee che non demonizzano quegli impianti ma, in coerenza con l’economia circolare, dicono che a un certo punto nei prossimi decenni quella tecnologia, aumentando la raccolta differenziata, aumentando il recupero di materia, non serve più”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa