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Sanità, Zingaretti all'Aula: "Ieri si è aperta una nuova pagina per la nostra Regione"

Conti a posto, Lea ok: sempre più imminente la fine della gestione commissariale. Opposizioni di diverso avviso. Sei gli ordini del giorno approvati in conclusione di seduta.
Un momento della relazione di Zingaretti all'Aula. (Foto di Bruno Ponzani)31/07/2019
“Ieri si è aperta una nuova pagina per la sanità del Lazio, il tavolo tecnico, convocato per bollinare il consuntivo 2018, ha certificato il saldo positivo con più di sei milioni di euro. È la prima volta dopo 11 anni di lavoro”. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, parlando all’Aula consiliare, per la seduta straordinaria sulla situazione della sanità, all’indomani della riunione al ministero dell’Economia e delle finanze (Mef).

“Alla luce dell’accertamento del tavolo tecnico sull’andamento dei conti – ha riferito Zingaretti - con la certificazione del saldo positivo, e sull’adempienza della Regione Lazio nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, ho chiesto al termine del tavolo al primo ministro Giuseppe Conte di attivare tutte le procedure per portare in Consiglio dei ministri la delibera di completamento del mandato e quindi la cessazione della gestione commissariale della sanità del Lazio".

Zingaretti ha poi spiegato che “proseguiremo nella gestione ordinaria del Piano di rientro, denominato ‘Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio sanitario regionale 2019-2021’, ai sensi e per gli effetti dell'art.2, comma 88, della legge 23 dicembre 2009, n. 191. Piano già adottato con il decreto 303 del 25 luglio scorso. Un passaggio importante, che rappresenta un vero e proprio snodo per l'intera regione”.

“Grazie ai risultati ottenuti - ha proseguito il governatore - mi attendo quindi che vengano assunte tutte le decisioni conseguenti per porre fine a una gestione che non ha più motivo di essere, con un ruolo che può tornare pienamente nelle mani del Governo regionale e di questo Consiglio".

“Non esiste risanamento senza considerare i bisogni delle persone”, ha detto Zingaretti, secondo il quale “occorre voltare pagina”, uscendo dal blocco del turn over; ma è stato auspicato dal presidente che il commissariamento sia superato proprio come istituto, a livello nazionale. La Regione Lazio si farà promotrice, ha proseguito, di un'iniziativa istituzionale su questo e vigilerà perché sia scongiurata un'ulteriore mannaia sulle spese sanitarie a livello governativo. Il presidente della Regione Lazio ha parlato anche di crescita della qualità delle cure dal 2014. In particolare, è stato rilevato un dato positivo sulla mobilità, specie con riferimento alle cure oncologiche. Ricordata anche l’esperienza di Mattia Torre, autore di cinema di recente scomparso, che ha riconoscito alla sanità laziale non solo l'efficienza e la qualità delle cure ma anche l'umanità e la sensibilità del personale. Una stagione nuova per la sanità laziale, con apertura di strutture (ospedali e case della salute, l’ultima al Tuscolano), di questo ha parlato anche il presidente. Aperti nel weekend nuovi poliambulatori pediatrici. Ora c’è la possibilità di fare assunzioni e un piano per il rinnovamento delle strutture. Nel 2019, prima volta dopo anni, verrà sostituito tutto il personale in uscita. Citato anche il registro tumori come importante novità nel panorama sanitario.

Il dibattito

Ad aprire il dibattito che è seguito alla relazione di Zingaretti è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Antonello Aurigemma, il quale ha innanzi tutto ricordato che “ci sono più di 1.200 persone in attesa nei pronto soccorso delle strutture ospedaliere del nostro territorio”. Per Aurigemma, già nel 2015 i numeri consentivano di uscire dal commissariamento, grazie a “quel miliardo in più, che fu dato per l’adeguamento demografico”. Per la capogruppo del Movimento 5 stelle, Roberta Lombardi, “ieri non c’è stato un passo avanti ma uno di quei salti mortali mediatici che a lei (Zingaretti, ndr) vengono benissimo. Aveva promesso che saremmo usciti al 31 dicembre 2018. Poi ci siamo spostati a marzo 2019. Poi a luglio. E non è detto che sia così”. Secondo il presidente della commissione consiliare Sanità, Giuseppe Simeone (FI), “in questi anni si è fatta più propaganda che fatti”. Simeone ha ricordato l’istituzione di 48 case della salute nel 2013, di cui neppure una quindicina risultano oggi aperte.

I tre consiglieri della Lega - Orlando Angelo Tripodi, Laura Corrotti e Daniele Giannini - hanno esposto in Aula, al termine dell'intervento di Zingaretti, uno striscione 'Parlateci di Bibbiano' con la 'P' e la 'D' evidenziate. Ciò ha provocato l’uscita dall’Aula dei consiglieri di maggioranza, quando è giunto il momento dell'intervento di Giannini. Quest'ultimo a sua volta ha annunciato  una mozione di sfiducia, aspettando di vedere chi apporrà la sua firma. A questo punto, il presidente Zingaretti, intervenuto sull’ordine dei lavori, ha detto di aver apprezzato l’uscita dall’Aula della maggioranza di fronte a pratiche di lotta politica a suo dire “inaccettabili”, come quella messa in atto dalla Lega.

Anche Stefano Parisi (Lazio 2018) si è detto contrario all’iniziativa della Lega in aula, vale a dire alla strumentalizzazione di fatti giudiziari per fini politici. Sul merito della materia sanitaria, Parisi ha detto che al momento la Regione Lazio non è di fatto uscita dal commissariamento e l’enfasi del presidente “non corrisponde al sentimento della popolazione”, che non è soddisfatta delle prestazioni sanitarie. Anzi, il commissariamento è stato un’occasione perduta e il risanamento è dovuto in realtà a entrate straordinarie. Per Parisi, ci si trova di fronte a una “totale assenza di strategia”: non c’è stata riorganizzazione ma solo taglio dei costi, mentre in realtà sarebbe la prima ad essere più che mai necessaria. Dito puntato sulle inefficienze della sanità laziale da parte di Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia, in un intervento che ha voluto prendere in esame sia il lato dei pazienti che quello dei professionisti, citando casi concreti, mentre per Sergio Pirozzi è stata persa una grande occasione oggi, specialmente a livello mediatico, poiché i giornali inevitabilmente parleranno d’altro, anziché della situazione della sanità laziale. Secondo Pirozzi, al pari di Parisi, la sanità privata nel Lazio otterrebbe benefici dalle difficoltà di quella pubblica.

Di riduzione dei posti letto e di aumento della mobilità passiva ha parlato, dopo la ripresa dei lavori, Pasquale Ciacciarelli di Forza Italia, per argomentare la sua tesi per cui il rientro probabile dal commissariamento non risolve tutti i problemi della sanità laziale. Giancarlo Righini di Fratelli d’Italia ha ricordato, da parte sua, come lo sforzo di rientro abbia potuto beneficiare dell’extragettito derivante dalla riduzione delle aliquote. Drammatica specialmente la situazione dei pronto soccorso, secondo il consigliere di Fd’I. Secondo Massimiliano Maselli (Noi con l’Italia) non bisogna correre il rischio di autoconvincersi del fatto che, siccome si è rientrati dal deficit, la sanità laziale funzioni. Una materia difficile, comunque, sulla quale per Maselli il centrodestra forse non è pronto per un’alternativa, anche se il sistema attuale “non funziona”. Marta Bonafoni della lista Zingaretti ha richiamato il dibattito alla forza dei numeri, che non possono essere piegati alle esigenze dell’argomentazione politica: il saldo positivo e il rispetto dei Lea testimoniano la bontà del lavoro fatto, che deve ora solo ricevere la sanzione politica. Per Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia è stato comunque importante parlare di sanità oggi, alla presenza del presidente della Regione; ma il risultato raggiunto è frutto soprattutto dei sacrifici chiesti ai cittadini del Lazio.

Non adatti alla circostanza “toni trionfalistici” secondo Valentina Corrado del Movimento 5 stelle, che si riferisce ad esempio alla situazione del S. Camillo. “Molto tecnico”, inoltre, è il giudizio positivo ricevuto dalla regione a suo avviso; nella parte gestionale e operativa le criticità non sono affatto superate, ha concluso Corrado. “Da segretario di partito” è stato il discorso di Zingaretti secondo Davide Barillari, sempre per il Movimento 5 stelle, per la sua natura “propagandistica”. I numeri sono oggettivi, ha continuato Barillari, ma si può ben fornire quelli che fanno comodo e nascondere gli altri, ha aggiunto. Secondo Paolo Ciani del Centro solidale, non ci dovrebbe essere nessuno che non sia soddisfatto della prossima uscita dal commissariamento, in quanto argomento che è decisivo per ogni cittadino laziale. Per Marco Vincenzi capogruppo del Pd, una discussione che non tiene debito conto dei fatti rischia di diventare sterile; il miglioramento dei conti c’è stato, e anche quello dell’assistenza, anche se “ancora molto bisogna fare”. Per l’assessore Alessio D’Amato, in sede di replica, va ricordato che l’Italia è uno dei paesi che investono meno in materia sanitaria e questo è un tema da affrontare non solo a livello regionale. La sanità laziale è però all’avanguardia in settori di eccellenza, come quello dei trapianti, e da questo bisogna ripartire per una nuova stagione che si lasci alle spalle il periodo del commissariamento. Sulle questioni specifiche, la carenza di medici è a livello nazionale, il Lazio ne è solo una parte; c’è poi la necessità di investimenti sulle strutture e la questione delle nomine dei dirigenti. La sfida del servizio sanitario del Lazio dovrà vedere una importante assunzione di responsabilità da parte dell’aula, ha concluso D’Amato prima della votazione degli ordini del giorno.

Gli ordini del giorno

Dei sei ordini del giorno (su un totale di 19 presentati) approvati, il primo, avente come primo firmatario Loreto Marcelli (M5s), impegna la Giunta “a confermare l’impegno di riduzione della quota di esternalizzazione di servizi e di personale sanitario nella Regione Lazio”. Passa anche l’ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di centrodestra – prima firmataria Chiara Colosimo (FdI) – che impegna la Giunta a sbloccare le assunzioni dei precari, a prevedere importanti investimenti in macchinari per la diagnostica e “a porre in essere una seria programmazione sanitaria, che risolva finalmente il problema delle liste d’attesa, delle condizioni dei pronto soccorso e del sovraffollamento dei reparti di degenza”. Un ordine del giorno proposto da Giancarlo Righini (FdI) impegna la Regione a impegnarsi per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e di retribuzione nelle procedure di subentro delle aziende nei cambi d’appalto.

Massima convergenza fin dalle sottoscrizioni, sull’ordine del giorno proposto dai consiglieri della Lega – Daniele Giannini, Laura Corrotti e Orlando Tripodi -, volto a istituire il servizio di radioterapia nel presidio ospedaliero San Paolo di Civitavecchia.

Il presidente della commissione consiliare Sanità, Giuseppe Simeone (FI), è il primo firmatario dell’ordine del giorno che impegna il presidente Zingaretti e l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, a depositare presso il Consiglio regionale i verbali delle riunioni del tavolo di verifica del Mef, i piani operativi per il risanamento del sistema sanitario regionale presentati al suddetto tavolo e a esporre un piano triennale di riorganizzazione che innanzi tutto disegni la nuova struttura organizzativa della sanità laziale.

Proviene dalla maggioranza l’ultimo ordine del giorno approvato – primo firmatario Marco Vincenzi (Pd), che “impegna il presidente a porre in essere tutte le iniziative per sollecitare il governo a deliberare quanto prima la conclusione della stagione commissariale della sanità del Lazio” e “a proseguire negli atti di programmazione e gestione per perseguire gli obiettivi di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Ssr”.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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