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Il Consiglio ha iniziato l'esame del Piano territoriale paesistico regionale

Durante la seduta sono stati ricordati Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma, e Noemi Magni, la ragazza che ha perso la vita a Fiumicino per il maltempo.
29/07/2019
Il Consiglio regionale del Lazio ha avviato oggi l’esame del Ptpr, il Piano territoriale paesistico regionale (Proposta di deliberazione consiliare n. 26 del 4 gennaio 2019). Dopo la relazione dell’assessore regionale Massimiliano Valeriani, titolare della delega all’Urbanistica, è iniziata la discussione generale, che proseguirà domani a partire dalle ore 10,30. Prima della relazione dell’assessore, l’Aula ha respinto a maggioranza la questione pregiudiziale e quella sospensiva, richieste dal Movimento 5 stelle. Secondo Gaia Pernarella (M5s), che ha illustrato la richiesta in Aula, le modifiche apportate nella commissione competente dagli emendamenti presentati da alcuni consiglieri del Pd, “espongono la Regione Lazio a ricorsi di varia natura, che sono costituzionali, che sono ricorsi puntuali, ma che sono anche ricorsi che riguardano l’attività erariale dell’Ente. A sostegno di quanto dico – ha spiegato Pernarella – ricordo che la giurisprudenza della Corte costituzionale ha affermato, in più occasioni, che tutti gli organi costituzionali o di rilevanza costituzionale, devono improntare le loro attività, inclusa quella legislativa, verso la migliore e più stringente tutela possibile del paesaggio”.

Respinte la questione pregiudiziale e la sospensiva, l’Aula ha dunque iniziato l’iter di approvazione del Ptpr, che sarà in discussione anche nei prossimi giorni, visto il cospicuo numero di emendamenti presentati. Durante la sua relazione, l’assessore Valeriani ha spiegato che “con il Piano territoriale paesistico regionale verrà disciplinato l’uso dell’intero territorio del Lazio salvaguardando i vincoli del paesaggio e fornendo certezze normative. Il nuovo piano, infatti, sarà uno strumento fondamentale per garantire regole chiare e univoche sulla gestione del territorio regionale. In particolare, consentirà il definitivo superamento dei vecchi Piani paesistici assicurando uniformità, trasparenza e semplificazione al sistema di tutela del Lazio”. Valeriani ha anche precisato che “appena il nuovo piano sarà vigente, i Comuni avranno tre anni di tempo per adeguare i loro strumenti urbanistici. L’approvazione di un unico piano consentirà di racchiudere in un solo unico strumento l’intera disciplina del paesaggio regionale con il definitivo superamento dei vecchi Piani provinciali”. L’assessore ha precisato che “il Piano non è uno strumento urbanistico, in quanto questa competenza resta in capo alle amministrazioni comunali, ma ha una forza cogente per orientare e armonizzare lo sviluppo del territorio all’interno di un dettagliato sistema di tutele”.

Sulla questione sollevata da Pernarella in merito a quanto avvenuto in commissione, Valeriani ha detto che è stata apportata una modifica sostanziale “ma che non ritengo possa snaturare in nessun modo l’efficacia e l’impianto del Piano adottato e aggiornato, con tutti gli adeguamenti normativi e vincolistici. La decima commissione ha deciso di recuperare quasi 500 osservazioni il cui esito, dopo le verifiche del Ministero, ha avuto un segno opposto rispetto a quello proposto dai tecnici regionali, perché riguardano questioni prodotte da molti Comuni e da molte situazioni specifiche. Quindi, con comprensibile precauzione – ha concluso l’assessore – si è scelto un testo sempre condiviso e aggiornato di Piano adottato e pubblicato nel 2008 e non quello copianificato, proprio con l’obiettivo di evitare una massa infinita di ricorsi per difetto di pubblicazione, soprattutto in relazione agli ulteriori vincoli che sono stati inseriti, tra cui quelli più preponderanti riguardanti le aree di interesse archeologico”.

Marco Cacciatore (M5s), presidente della decima commissione, ha parlato invece di “una sorta di colpo di mano, perché, chiaramente, il problema della pubblicazione lo conosciamo tutti e sappiamo che ripubblicando saremmo stati probabilmente subissati di altre osservazioni e questo avrebbe significato non avere un Ptpr per un altro decennio”. Poi Cacciatore ha voluto precisare che, da consigliere e non da presidente, “credo di essere stato quello che ha presentato la maggior mole di emendamenti per fare da deterrente, perché quello che è rimasto del Ptpr in esame sia alla portata degli strumenti di tutela necessari. Io intenderò non certo negoziare, ma battagliare per ottenerlo”, ha detto Cacciatore. Tra gli emendamenti annunciati, il consigliere ha fatto cenno a quelli per tutelare il centro storico di Roma, quelli per evitare discariche nei paesaggi agrari, impianti fotovoltaici nei paesaggi agrari di rilevante valore, antenne all’interno dei paesaggi pregiati e quelli tesi a impedire le premialità sulle cubature.

Stefano Parisi (Lazio 2018) ha parlato di tema molto importante in discussione: “Se pensiamo che questa Regione, come io credo, abbia una forte vocazione turistica, culturale, di attrazione di tutto il mondo verso di noi, verso il nostro territorio, dobbiamo fare in modo di darci gli strumenti di programmazione e ovviamente gli strumenti di regolazione del territorio perché fra vent’anni il Lazio sia meglio dal punto di vista paesaggistico e dal punto di vista economico. Pensiamo che oggi si possa tutelare il nostro paesaggio dando importanti strumenti di sviluppo. Anzi, pensiamo di più, pensiamo che la tutela del paesaggio non è una tutela vincolistica, non è congelare le cose come stanno, ma anzi avere gli strumenti di rigenerazione, ristrutturazione, ammodernamento che possano fare in modo di aumentare la qualità del nostro paesaggio, migliorarne la tutela, la capacità di tutela e ridurne il degrado”.

Fabrizio Ghera (FdI) ha mostrato aperture verso modifiche migliorative del testo. “Siamo a favore delle proposte che verranno dagli altri gruppi che ci convinceranno – ha detto – e ragioneremo sempre verso la tutela del territorio, verso la possibilità ovviamente di non bloccare l’economia del Lazio, che è fondamentale da questo punto di vista, portando avanti quelle che sono le nostre proposte da sempre, ivi compresa la sostituzione edilizia”.

Giuseppe Simeone (FI) ha elogiato la scelta della Giunta di “rompere la copianificazione con il Ministero delle attività culturali, “in qualche modo allontanandosi da quelle che erano le linee su cui si era convenuto nel 2013. Mi aspetto – ha aggiunto – un confronto leale, vero, sincero, sugli emendamenti che abbiamo presentato, perché provengono dai territori, dalle amministrazioni comunali, che ne sanno sicuramente molto più di noi. Noi abbiamo il dovere di ascoltarli, abbiamo il dovere di trovare una soluzione insieme a loro”.

Massimiliano Maselli (Noi con l'Italia) ha sottolineato, con favore, il "cambio rispetto all’impostazione originaria, che non portava da nessuna parte perché evidenziava, purtroppo, un appiattimento nei confronti del Ministero. Non c’era quella corrispondenza alle esigenze dei territori, ai poteri dei Comuni e della Regione". Maselli ha precisato che il cambio di impostazione è riferito alla scelta di stralciare tutta la parte copianificata "che avrebbe ingiustamente vincolato ancora di più questo territorio e avrebbe sancito veramente un fermo, una pietrificazione e anche un blocco dell’attrazione degli investimenti", ha detto.

I lavori odierni del Consiglio sono stati caratterizzati da due momenti di cordoglio. Il primo ha riguardato il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, assassinato nei giorni scorsi a Roma. Alle ore 12, in concomitanza con i funerali del militare celebrati a Somma Vesuviana, l’Aula e gli Uffici hanno osservato un minuto di silenzio e tutte le bandiere della sede in via della Pisana sono state poste a mezz’asta per l’intera giornata. Il secondo momento di cordoglio è stato invece dedicato alla memoria di Noemi Magni, la ragazza che ha perso la vita a Focene, nella notte di domenica 28, a causa del maltempo. L’Aula ha anche approvato all’unanimità una mozione illustrata da Michela Califano (Pd) e sottoscritta da quasi tutti i consiglieri, con la quale è stato richiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale e la messa a disposizione di un fondo a sostegno del Comune di Fiumicino fortemente colpito dal grave maltempo nella notte di domenica 28 luglio.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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