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Acqua, Zingaretti: "Destinare gli utili dei gestori a investimenti su rete"

Il presidente della Regione in Consiglio regionale su siccità e incendi nel Lazio. Il dibattito in Aula. Approvate tre risoluzioni.
Zingaretti durante una relazione all'Aula.02/08/2017
"E' il tempo di chiedere, e mi auguro che Roma Capitale lo faccia, all'ente gestore un piano straordinario di investimenti sulle infrastrutture. La tariffa non giustifica un ulteriore prelievo dalle tasche dei cittadini. Sarebbe bene che si rinunciasse agli utili e ai dividendi per destinarli al 100 per cento a investimenti sulla rete idrica. Quello che emerge è che in questi anni sulla rete idrica ci sono stati investimenti da parte di tutti i gestori drammaticamente insufficienti”. Lo ha dichiarato Nicola Zingaretti, riferendosi in particolare ad Acea, nel corso delle comunicazioni all’Aula su crisi idrica ed emergenza incendi nel territorio laziale. L’intervento del presidente della Regione Lazio è stato programmato e inserito tra le sessioni dedicate al cosiddetto collegato, subito dopo la conclusione della discussione generale.

LA CRISI IDRICA
Zingaretti ha ricostruito gli avvenimenti che hanno spinto la Regione a emettere due ordinanze a breve distanza per regolare la captazione delle acque dal lago di Bracciano, che funge da riserva idrica della Capitale. A tal proposito, il presidente ha spiegato che la Regione si è attivata subito, ai primi segnali di emergenza, raccogliendo le ripetute sollecitazioni dei comitati dei cittadini e dei sindaci. “Abbiamo messo in campo iniziative e ci siamo rivolti al Governo insieme ad altre 9 regioni, chiedendo lo stato di calamità per tutto il territorio regionale – ha detto Zingaretti – e comunicando ai gestori di adottare le misure d’urgenza e di fornire tutti i dati in loro possesso sui prelievi d’acqua e sugli investimenti effettuati”.

“Abbiamo inoltre dato seguito anche alle indicazioni politiche del Consiglio regionale, che nella seduta dell’11 luglio scorso aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno proprio sul problema del lago di Bracciano”, ha aggiunto il presidente della Regione, che ha poi chiarito le modalità con le quali si è giunti alla prima ordinanza emessa il 20 luglio per bloccare la captazione dal lago. “Successivamente – ha proseguito Zingaretti – il 27 luglio Acea ha comunicato di non essere in grado di prendere acqua altrove, paventando il razionamento per i cittadini romani”. Per questo motivo, il giorno dopo, la Regione ha emesso una seconda ordinanza con la quale è stata ridotta gradualmente la captazione dal lago per venire incontro ai problemi del gestore, rinviando a settembre il blocco se la situazione non migliorerà.

Infine, Zingaretti ha voluto chiarire la querelle con la Città metropolitana di Roma Capitale: “Abbiamo rinnovato l’esigenza di conoscere almeno quali sono le altre captazioni esistenti non gestite da Acea che prelevano ancora l’acqua senza alcun vincolo dal lago di Bracciano. Comunico al Consiglio – ha concluso Zingaretti – che allo stato attuale, malgrado l’ordinanza sia della scorsa settimana, non abbiamo ricevuto su questo punto alcuna risposta, né su quante sono le captazioni in essere né su provvedimenti adottati dalla Città metropolitana al fine di regolarle, condizionarle o, se possibile, a mio giudizio, eliminarle”.

L'EMERGENZA INCENDI
Per quanto riguarda gli incendi, Zingaretti ha ricordato che dall’8 luglio è stato dichiarato lo stato di calamità naturale e chiesto lo stato di emergenza al Governo. “Il numero degli incendi è cresciuto in proporzioni drammatiche – ha spiegato il presidente – passando da 1.287 di giugno-luglio 2016 ai 2.290 del 2017, cioè sono quasi raddoppiati”. Per questo motivo, Zingaretti ha comunicato che l’Agenzia regionale di Protezione civile ha adottato misure di contrasto, sia in termini di pianificazione e prevenzione che di lotta attiva agli incendi boschivi, attraverso il piano operativo antincendi boschivi e la convenzione stipulata con il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Ma serve maggiore prevenzione: “La sfida è quella di costruire un sistema in grado di evitare il più possibile situazioni di emergenza”, ha detto Zingaretti. “Da parte nostra – ha concluso – c’è stato un impegno straordinario, con circa 16,5 milioni di euro messi a disposizione per contrastare e prevenire gli incendi boschivi”.

IL DIBATTITO IN AULA
Nel dibattito che è seguito alle comunicazioni di Zingaretti è stata reclamata l’individuazione degli ambiti di bacino previsti dalla legge regionale per “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” (n. 5/2014) approvata più di tre anni fa (Antonello Aurigemma, FI). “Che fine ha fatto la legge regionale sull’acqua pubblica?”, ha incalzato Giancarlo Righini (FdI), per il quale Acea Ato2 è un “fallimento”. Devid Porrello (M5s) ha invece fatto riferimento alla necessità di aggiornare il piano regolatore degli acquedotti, fermo al 2015, di approfondire l’indagine sugli investimenti dei gestori a partire dal 2010 e di commissariare gli Ato.

Oltre al tema della programmazione, i consiglieri sono intervenuti sulle responsabilità dei gestori per la dispersione e gli sprechi. L’accordo raggiunto sul lago di Bracciano – per Olimpia Tarzia (Lista Storace) - è una “soluzione tampone”: il 1° settembre non saranno risolti problemi provocati da anni di cattiva gestione. La situazione del lago di Bracciano, secondo Gaia Pernarella (M5s), esiste da tempo e non è causata dai prelievi, ma da fattori come l’antropizzazione e le sviluppo edilizio. Giuseppe Simeone (FI), il quale ha richiamato attenzione sulla gravità della situazione in agricoltura e nel Sud pontino. Sul tema dell’acqua non sono mancate note polemiche a fine seduta, in particolare tra il capogruppo del Pd Massimiliano Valeriani e i Cinquestelle.

Giuseppe Cangemi (Cuoritaliani) ha sottolineato, da parte sua, come Zingaretti abbia fornito molti dati sulla crisi idrica, mostrandosi “superficiale” sul tema degli incendi. La Regione, secondo Cangemi, come di consueto arriva a emergenza conclamata. Righini ha evidenziato che il piano antincendi boschivi è stato approvato il 17 luglio, a estate ormai pienamente in corso. Un ritardo stigmatizzato anche da Fabrizio Santori (FdI). Sia Cangemi che Righini hanno proposto la collocazione della sede della protezione civile regionale a via Prato della Corte, una struttura nelle vicinanze della Cassia Bis. Aggiornare il catasto delle aree percorse dal fuoco è la priorità, per Pernarella, perché dissuaderebbe chi ha interesse a che gli incendi siano appiccati. Quella del catasto è stata un’istanza ribadita anche da Gino De Paolis (Insieme).

LE RISOLUZIONI
Al termine della seduta, il Consiglio ha approvato tre risoluzioni, una presentata dalla maggioranza di centrosinistra e due dal centrodestra. La prima, da un lato appoggia le richieste di Zingaretti agli enti gestori per maggiori investimenti sulle reti, dall’altro sollecita studi scientifici, un piano di monitoraggio su risorse idriche, incendi e agricoltura, piani di intervento, lotta alle captazioni idriche illegali, agli sprechi e agli incendi dolosi. Il primo ordine del giorno del centrodestra, invece, chiede di destinare parte dei fondi della programmazione comunitaria 2014-2020 a uno specifico piano di sostituzione delle reti idriche, come già intende fare il ministero dell’Ambiente; mentre il secondo chiede un piano per la manutenzione e l’efficienza della rete idrica regionale. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa