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Rigenerazione urbana: slitta esame su esclusioni, si discute dei programmi

L’Aula ha iniziato ad affrontare gli interventi sulle zone degradate. I lavori proseguiranno il 28 giugno. A inizio seduta le comunicazioni sui rifiuti dell’assessore regionale Buschini.
L'Aula della Pisana durante i lavori.21/06/2017
Accantonata la conclusione della discussione sull’articolo 1, il Consiglio regionale ha iniziato oggi ad affrontare un altro dei punti centrali della proposta di legge n. 365, vale a dire quello dei “programmi di rigenerazione urbana”, disciplinato dall’articolo 2. La questione della misura dell’esclusione o meno delle zone agricole e delle aree naturali protette dal novero degli interventi consentiti dalla nuova legge, oggetto di emendamenti al secondo comma del primo articolo del testo, è così scivolata alle prossime sedute. La Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, riunitasi nel primo pomeriggio di oggi, ha stabilito la prosecuzione dei lavori martedì e mercoledì prossimi, entrambi alle 11 del mattino (in apertura della seduta del 27 giugno i lavori sono stati aggiornati al 28 - ndr).

I programmi di rigenerazione urbana saranno affidati all’approvazione dei Comuni, valutando anche le proposte dei privati. Si tratterà di un insieme coordinato di interventi urbanistici, edilizi e socio-economici  volti a riqualificare i contesti urbani degradati e a recuperare e riqualificare ambiti, complessi edilizi, edifici dismessi o inutilizzati. La finalità è quella di migliorare le condizioni abitative, sociali, economiche, ambientali, culturali e paesaggistiche delle zone urbanizzate. Previsto anche il riuso di materiali ricavati dalle demolizioni. Rientrano nella norma in discussione anche i programmi per potenziare la mobilità sostenibile, favorire l’insediamento di attività di agricoltura urbana e conseguire l’autonomia energetica basata anche sulle fonti rinnovabili.

Esaminati una sessantina di emendamenti, dei quali sette hanno ottenuto il voto favorevole dell’Aula – interrotta da numerose richieste di verifica del numero legale – mentre cinque sono stati accantonati per essere esaminati con maggior approfondimento. Respinte le richieste di riduzione o revisione della percentuale di premialità che la legge i comuni possano stabilire fino a un massimo del 35 per cento della superficie lorda esistente per il rinnovo del patrimonio edilizio, per la realizzazione di opere pubbliche o per cessioni di aree aggiuntive. I comuni – tra le altre indicazioni che dovranno inserire nei programmi – definiranno anche la quota di alloggi da destinare a edilizia residenziale pubblica e sociale.

IL PUNTO SUI RIFIUTI
La seduta di oggi è stata aperta da una comunicazione dell’assessore regionale all’ambiente e rifiuti. A proposito dei roghi dell’impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) di Viterbo, di quello del Csa a Castelforte e al deposito dei cassonetti Ama di ieri, Mauro Buschini ha comunicato all’Aula che essi non risulterebbero essere frutto, dalle prime investigazioni, di fenomeni di autocombustione. Ma la risposta definitiva è affidata alla magistratura. Il Tmb di Viterbo riprenderà a funzionare ad agosto, nel frattempo la Regione ha ottenuto l’aiuto per il trattamento da Umbria e Toscana. Tre le inforazioni fornite all’Aula: la prima sulla differenziata 2016, che ha raggiunto il 40 per cento, la seconda quella di un’intesa alla quale stanno lavorando Governo, Regione, Città metropolitana e Roma Capitale per affrontare i nodi irrisolti in materia di rifiuti di quest’ultima, così da riportare alla normalità l’intero sistema laziale. L’ultima, in sede di replica a una sollecitazione dell’opposizione, della disponibilità sin da lunedì prossimo di discutere la proposta di legge sugli ambiti territoriali ottimali per i rifiuti. Quanto al caso della Rida Ambiente di Aprilia, il cui impianto Tmb nei giorni scorsi a seguito di una diffida seguita a controlli dell’Arpa aveva interrotto le attività – poi riprese su ordinanza della Provincia di Latina – l’assessore ha precisato all’Aula che il provvedimento non deve essere interpretato come atto ostile. Dai banchi di opposizione, a questo proposito, si è invece parlato di violazione del diritto di impresa a vantaggio dei monopoli. Appunti sempre dagli esponenti delle opposizioni sono stati mossi sulla scoperta, oggi, di un sistema regionale in equilibrio precario, su impianti che in gran parte non sarebbero a norma e su controlli effettuati non direttamente, ma su richiesta del ministero dell’Ambiente.

(Ultimo aggiornamento il 27 giugno 2017 alle ore 13,07). A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

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