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Illustrata in Aula la proposta di legge sulla rigenerazione urbana

Relazione dell’assessore Civita. Depositati 538 emendamenti. Domani discussione generale.

 

12/06/2017
Le norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio destinate a rappresentare la disciplina ordinaria del “dopo piano casa” hanno iniziato il loro cammino in Consiglio regionale. La proposta di legge è stata infatti illustrata oggi pomeriggio all’Aula della Pisana da Michele Civita, assessore alle Politiche del territorio e mobilità della Giunta Zingaretti, che ha preso l’iniziativa per il varo della nuova disciplina. Un testo, la cui elaborazione era stata prevista dall’ultima Finanziaria regionale e che è stato approvato a maggioranza lo scorso 29 maggio in sesta commissione. che ne ha riscritto diversi passaggi.

Oggi, alle 15, si sono chiusi i termini per la presentazione degli emendamenti, che sono risultati essere 538 per un totale di 11 articoli all’esame dell’Aula. Ad essi potrebbero aggiungersi altre proposte di modifica sotto forma di subemendamenti. Il presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, ha aggiornato la seduta a domani alle 11 per consentire ai consiglieri di approfondire i contenuti della relazione in vista del successivo dibattito generale.

La proposta di legge è stata presentata da Civita come uno strumento ordinario per comuni e cittadini, dopo aver ricordato quanto di positivo c’è stato nel “piano casa” (nelle prossime settimane, inoltre, saranno chiesti ai comuni dati sulla sua applicazione). Con la nuova legge, secondo l’assessore, si vuol promuovere e incentivare la rigenerazione urbana intesa in senso ampio e integrato, comprensiva di aspetti sociali, economici, urbanistico-edilizi, anche per promuovere o rilanciare territori soggetti a situazioni di disagio o degrado sociale ed economico. Gli obiettivi sono molteplici. Il primo è di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, promuovere e agevolare la riqualificazione delle aree urbane degradate e delle aree produttive dismesse, aiutare la possibilità di intervenire per riqualificare tessuti edilizi disorganici o incompiuti, nonché complessi edilizi ed edifici dismessi, inutilizzati o in via di dismissione.  

La proposta, che porta il n. 365, punta poi a qualificare la “città pubblica” esistente, limitare il consumo di suolo, per aumentare le dotazioni territoriali attraverso l’incremento di aree pubbliche o la realizzazione di nuove opere pubbliche o il potenziamento di quelle esistenti. Andrà potenziata la mobilità, in particolare quella su ferro. Altro obiettivo è la sicurezza statica dei manufatti edilizi, anche mediante interventi di adeguamento sismico, di miglioramento sismico, riparazione o intervento locale, come prevedono le norme tecniche per le costruzioni. E ancora, tra le finalità, il miglioramento della qualità ambientale e architettonica dello spazio insediato, assicurando lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.

Ricordata da Civita la nuova strumentazione di cui la Regione intende dotare i comuni. Vale a dire i programmi di rigenerazione urbana, gli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio, i cambi di destinazione d’uso. Per i cittadini, poi, in applicazione del testo unico dell’edilizia sarà possibile avere una premialità (tramite demolizione e ricostruzione “in conformità di piano”) con un incentivo del 20 per cento per il rinnovo del patrimonio edilizio esistente. Infine si intende introdurre la semplificazione degli iter per gli strumenti urbanistici.

Nella formulazione uscita dai lavori della sesta commissione (competente in materia di ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica) la proposta presentata oggi e che sarà oggetto di discussione e votazioni nelle prossime sedute disciplina: i già ricordati programmi di rigenerazione urbana, gli “ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio”, gli interventi per il miglioramento sismico e l’efficienza energetica, nonché i cosiddetti interventi diretti. Dettate anche norme particolari per il “riordino funzionale” degli stabilimenti balneari nel rispetto della disciplina paesistica e ambientale, allo scopo di dare certezze ai Comuni. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Ufficio Stampa