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Premio alla Soprintendenza per la scoperta della Tomba dello Scarabeo dorato

Ore 12,00 - Consiglio regionale del Lazio - Via della Pisana 1301 - Roma
foto premiazione leodoriUn premio alla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell'Etruria Meridionale per la scoperta e il recupero della "Tomba dello Scarabeo dorato" avvenuti lo scorso gennaio a Vulci, in provincia di Viterbo. A consegnarlo, questa mattina alla Pisana, è stato il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. Si tratta del ritrovamento di una sepoltura intatta di una principessa tredicenne, sottratta ai tombaroli che avevano iniziato a scavarla, che ha rivelato reperti provenienti dall'Egitto e dal Baltico.

È una delle più importanti scoperte archeologiche dell'Etruria degli ultimi anni: un sito datato tra l'ottavo e il settimo secolo avanti Cristo, che nessuno è riuscito ad alterare nel tentativo di trafugarne i contenuti. "Il contesto chiuso, sottratto ai clandestini, ci permette di ricostruire la storia", ha detto la soprintendente Alfonsina Russo nell'evidenziare l'eccezionalità del ritrovamento. "Spesso - ha osservato Leodori nello spiegare le ragioni del premio consegnato a Russo - ci si sofferma a valorizzare le immense bellezze della città di Roma, tralasciando quelle immense del resto della regione. Scoperte come questa consentono il rilancio del territorio regionale del Lazio". 

Premiate inoltre dal vicepresidente del Consiglio regionale Mario Ciarla e dal consigliere segretario Giuseppe Simeone, Simona Carosi, archeologa della Soprintendenza e Teresa Carta, restauratrice della Fondazione Vulci. Altri riconoscimenti sono stati assegnati a Patrizia Petitti, archeologa della Soprintendenza, e a Carlo Casi, direttore scientifico della Fondazione Vulci.  Presenti i consiglieri regionali Enrico Panunzi, Piero Petrassi e il sindaco di Montalto di Castro, Sergio Caci. Ha mandato il saluto ai premiati il presidente della Provincia di Viterbo e sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola.

I reperti saranno presentati a giugno in una mostra nel Museo archeologico nazionale di Vulci e in un'esposizione a Roma sull'Egitto e sui rapporti con l'Etruria. Questo grazie anche alla collaborazione del Consiglio regionale del Lazio, annunciata questa mattina dal presidente Leodori. Entro la fine del mese partirà una nuova campagna di scavi, che si avvarrà degli accordi stipulati dalla Soprintendenza con atenei ed enti europei come l'università di Londra e la Soprintendenza di Amphipolis in Grecia.
La scoperta e il recupero della "Tomba dello Scarabeo Dorato" da parte di Soprintendenza e Fondazione Vulci sono avvenuti a fine gennaio, dopo che è stato sventato uno scavo clandestino a Poggio Mengarelli, nei pressi del Parco naturalistico archeologico di Vulci. Una grande fossa e i frammenti della copertura di una sepoltura è quanto avevano lasciato i tombaroli. All'interno del sepolcro è stato ritrovato un sarcofago in pietra - circostanza eccezionale per Vulci - con un corredo di ornamenti preziosi, provenienti dall'Egitto, e destinato ad accompagnare la vita ultraterrena della tredicenne defunta.

Un complesso restauro ha consentito di restituire il fascino originario al "tesoro della principessa": ceramiche, una fibula d'oro e numerose altre di bronzo, elementi di una collana d'argento e fili d'oro, una collana in ambra del Baltico e due scarabei egizi. Parti di terreno provenienti dalla tomba sono stati portati in laboratorio, nel quale è in corso un "micro scavo" che sta restituendo notizie anch'esse straordinarie: tracce di stoffa che raccontano del rituale di avvolgimento dei resti della cremazione in un tessuto pregiato e una grande quantità di ornamenti preziosi che mostrano come fin da giovanissima la principessa ostentasse i segni dello status della sua famiglia. Dalle nuove ricerche in programma si attende una ricostruzione della genealogia della giovane principessa e una migliore conoscenza del periodo in questione (l'inizio dell'Orientalizzante) durante il quale si diffusero a Vulci oggetto di pregio, spesso importati, a segnalare lo status elevato di alcune famiglie del posto.

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