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L'Aula approva la mozione a sostegno dell'assessore Ravera

In una precedente seduta votata la revoca delle sue deleghe. La maggioranza: "Solo un incidente". Lei: “Chiuderò con la politica”. Bocciata mozione su incostituzionalità decreto vaccini

Dopo l’ordine del giorno votato il 12 settembre scorso alla Pisana, con cui si chiedeva al presidente Nicola Zingaretti il ritiro delle deleghe all’assessore Lidia Ravera, nel corso della seduta odierna il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, a maggioranza, una mozione a sostegno della titolare di Cultura e Politiche giovanili. Sottoscritta da numerosi esponenti del centrosinistra, è stata illustrata dal presidente della quinta commissione, Cristian Carrara (Pd), che ha ricostruito così la seduta in cui è stato approvato l’atto di indirizzo sul ritiro delle deleghe: “Era una situazione particolare, stavamo votando molti documenti, uno dietro l’altro; le assenze sui banchi della maggioranza non stavano certo a significare un atto di sfiducia nei confronti dell’assessore”.

Legge sullo spettacolo dal vivo, sostegno del cinema, dell’audiovisivo, dei comparti delle industrie creative, promozione della lettura e dell’editoria sono alcuni degli aspetti dell’attività amministrativa di Ravera riepilogati e apprezzati da Carrara. Anche la vicepresidente della commissione, Daniela Bianchi, ha parlato dell’assessore come di “un valore aggiunto a cui non si può rinunciare”.
Per le opposizioni, hanno confermato le riserve sull’operato di Ravera, rivendicando la richiesta di ritiro alle deleghe, i consiglieri Aurigemma (Forza Italia), Pernarella (M5s), Malcotti (Cuoritaliani), Righini (FdI), Sabatini (Cuoritaliani), Sbardella (Misto), Storace (Mns). Ripetuti anche gli attacchi all’indirizzo di Zingaretti, criticato per la sua assenza in Aula a sostegno del proprio assessore.

A nome della Giunta, al termine della discussione generale, ha preso la parola il vicepresidente Massimiliano Smeriglio secondo cui “non c’è alcun motivo per mettere in discussione il lavoro svolto finora dalla mia collega”. 
Durante l’esame dei numerosi emendamenti dell’opposizione alla mozione di sostegno, ha poi preso la parola la stessa Ravera: “Non avrei voluto arrivare a questo punto, a dovermi difendere e giustificare in prima persona, dicendo quanto bene abbiamo fatto in tutte le province del Lazio, fertilizzando il territorio dal punto di vista culturale, creativo”, ha esordito, annunciando la distribuzione di un volumetto sulle attività svolte.
“Ho lavorato, sto lavorando molto, con tanti risultati, tanti riconoscimenti, senza chiudermi mai nell’arroganza e nello snobismo che tanti consiglieri mi hanno a torto imputato - ha aggiunto Ravera -. Certamente trarrò le mie conclusioni dalle violente critiche che mi sono state poste e sicuramente non mi proporrò in un analogo ruolo istituzionale in una prossima consiliatura”.

Un intervento che non ha placato le polemiche da parte dell’opposizione, secondo cui, al di là dell’operato dell’assessore, è stato un forte segnale politico approvare un ordine del giorno contrario ad un componente della Giunta.  “Solo un incidente quell’ordine del giorno e piena fiducia in Ravera”, invece, la posizione ribadita per la maggioranza da Marco Vincenzi e Gian Paolo Manzella, del Partito Democratico.
Al momento del voto finale sull’atto, le opposizioni non hanno partecipato in segno di protesta.

Respinta poi la mozione, proposta dai consiglieri Cinquestelle Davide Barillari e Devid Porrello, per impegnare il presidente Zingaretti a promuovere la questione di legittimità costituzionale rispetto al decreto legge “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”, che ha stabilito quali sono le vaccinazioni obbligatorie nell’infanzia e nell’adolescenza per iscriversi o frequentare istituti scolastici in tutta Italia. Ad assistere al dibattito, una folta rappresentanza di cittadini palesemente contrari al decreto ministeriale.

“Metodi come l’obbligatorietà e la coercizione sono la strada peggiore per raggiungere la massima copertura vaccinale, che necessita, invece, di un serio percorso di sensibilizzazione, informazione e raccomandazione”, hanno spiegato i proponenti, contestando soprattutto il carattere di urgenza stabilito dal decreto.
Critiche anche dai banchi del centrodestra. Per Storace, favorevole alla mozione Cinquestelle come pure il consigliere Righini, “è evidente la responsabilità del governo nazionale nell’aver creato nel Paese questo clima ‘no vax’, per avere insistito, con inusitata fretta, a saldare il tema dei vaccini con quello del diritto all’istruzione”.  

Di segno opposto, per la maggioranza, l’intervento di Maria Teresa Petrangolini (Pd) secondo cui il decreto “rappresenta una garanzia per la collettività, dopo che purtroppo la copertura vaccinale del nostro Paese tendeva a diventare inferiore alla fatidica soglia del 95% raccomandata dalla comunità scientifica internazionale”. L’esponente democratica ha rivendicato le migliorie al testo originario apportate dal Parlamento, nonché le misure intraprese dalla Regione Lazio per attuare la legge semplificando le procedure e potenziando i servizi offerti. “Nelle nostre scuole sarà sufficiente l’autocertificazione, nessuna corsa forzata alle vaccinazioni: ci sarà tempo fino al marzo 2018 per mettersi in regola”, ha concluso Petrangolini.
Daniele Fichera (Psi), annunciando il proprio voto contrario, ha infine sottolineato l’importanza del tema delle vaccinazioni obbligatorie a tutela dei minori che per motivi di salute non possono immunizzarsi e che quindi sono maggiormente vulnerabili.

Roma, 20/09/2017


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