Coronavirus, la sanità del Lazio verso la "fase 2". Parola d'ordine: cautela

L’assessore D’Amato nell’audizione settimanale in commissione ha illustrato la memoria di giunta sugli interventi previsti durante la prima fase della riapertura. I consiglieri regionali chiedono di riprendere le attività ambulatoriali e intramoenia.
un operatore dello Spallanzani 30/04/2020 - Prima di tutto una grande cautela. E’ stata questa la parola più usata dall’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, nell’audizione che si è svolta oggi nella commissione consiliare, presieduta da Giuseppe Simeone. L’assessore, aprendo la videconferenza, ha illustrato quali sono gli interventi previsti e gli obiettivi da raggiungere, come previsto dalla memoria di Giunta inviata in precedenza ai consiglieri.

“Il primo punto – ha spiegato D’Amato – è il controllo della curva epidemica. Il famoso R0, il coefficiente di replicazione (cioè quante persone contagia ogni malato), è il parametro principale previsto dal decreto del presidente del Consiglio del 26 aprile, in base al quale verranno decise eventuali nuove restrizioni. Adesso siamo intorno a 0,5, dobbiamo tenerlo basso. Quindi il compito principale del servizio sanitario è individuare e isolare i casi, limitare i cluster di comunità, che restano uno delle principali modalità  di contagio nella nostra Regione. La nostra attenzione è sempre massima verso le strutture per anziani. Abbiamo già fatto 619 controlli, fra Rsa e case di riposo. Quando ci sarà la ripresa della mobilità fra regioni avremo anche il cosiddetto rischio importato, un altro importante fattore da controllare”.

Gli altri obiettivi su cui lavorare sono la riduzione della mortalità, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, sia attraverso le ormai classiche disposizioni per chi lavora in sede, sia mantenendo elevato il livello dello smart working soprattutto per la pubblica amministrazione.

“Stiamo implementando la telemedicina – ha proseguito D’Amato – anche per aumentare la sicurezza dei medici di base. L’applicazione DrCovid sarà aperta anche agli specialisti. Entro il 20 maggio avremo anche i primi risultati dell’indagine epidemiologica che partirà all’inizio del mese su 300mila persone (personale sanitario e forze dell’ordine) che si somma a quella nazionale, su un campione elaborato dall’Istat, che comprende 10mila cittadini del Lazio”.

Un altro nodo importante è il graduale ritorno alla normalità della rete ospedaliera: “Dal 27 aprile sono state chiuse le accettazioni di pazienti Covid19 al San Giovanni, al San Camillo, al Grassi e al Pertini. Puntiamo a mantenere come strutture dedicate gli hub, mentre gli altri ospedali dovranno tornare gradualmente alla normalità. Dobbiamo infine continuare a costruire una rete di protezione dei soggetti più fragili e in questo un ruolo essenziale hanno le Unità per la continuità assistenziale (Uscar), già al lavoro, e l’assistenza infermieristica, 580 persone in campo dalla fine della prossima settimana, essenziali per la sorveglianza continua dei malati che restano nel proprio domicilio”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti Loreto Marcelli, Silvia Blasi, Francesca De Vito, Roberta Lombardi e Valentina Corrado  (M5s), Laura Corrotti e Daniele Giannini (Lega), Massimiliano Masselli, Chiara Colosimo, Antonio Aurigemma e Giancarlo Righini (FdI).

Molti i temi affrontati. Un coro pressoché unanime sulla necessità di una rapida ripresa delle attività di elezione negli ospedali, delle prestazioni specialistiche e delle attività intramoenia. Un tema su cui è tornato in conclusione della seduta anche il presidente Simeone: “Serve un vero piano straordinario per recuperare questi mesi di blocco assoluto”. Molte le domande specifiche poste dai consiglieri. Dal piano di attività delle Uscar, alla necessità di un laboratorio Covid a Rieti, alla sicurezza negli ospedali, alla necessità di corrispondere a tutto il personale sanitario l’indennità prevista per chi è stato impegnato direttamente nella lotta contro l’epidemia, alla necessità di aumentare l’attività di tracciamento dei contagiati, alla proposta di riunire da subito i malati di Covid utilizzando solo le strutture pubbliche, alla natura dei test sierologici, ai problemi dell’assistenza domiciliare, alle strutture da realizzare.

Nella replica D’Amato ha parlato di “consapevolezza della situazione di forte rallentamento nelle attività sanitarie non  legate al Covid19”, ma ha confermato la grande cautela che continuerà a caratterizzare l’azione della giunta: “Questo atteggiamento ci ha consentito di contenere l’epidemia e questa linea dovremo continuare a seguire: a metà mese potremo fare un punto e cercare di capire se sarà possibile un altro passo verso il ritorno alla normalità nell’assistenza sanitaria. Di certo continueremo il potenziamento della rete territoriale, ma anche dei servizi di igiene e prevenzione delle Asl, che avranno un ruolo essenziale per la sicurezza dei luoghi di lavoro. Continueremo le opere già in parte realizzate: una volta completato l’ampliamento dello Spallanzani, via ai lavori per completare il terzo e quarto piano della torre di Tor Vergata, dopo la Rsa pubblica di Genzano, dove questa settimana sarà attivo il secondo modulo, ne stiamo realizzando un’altra nel vecchio ospedale di Albano. Il sistema dell’assistenza agli anziani andrà rivisto nel suo complesso, a partire da una più estesa assistenza domiciliare per ridurre il ricorso a strutture di cui abbiamo visto tutti i limiti”.

La commissione è stata aggiornata a venerdì 8 maggio alle 11. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio