Piano energetico regionale, svolte le ultime audizioni in commissione sesta

Unione petrolifera, Federauto, Confagricoltura e i sindaci del viterbese oggi ascoltati nell'organismo consiliare che sta portando avanti i lavori sul piano, che ora potrà essere emendato fino a settembre.
Pannelli fotovoltaici. Foto di Sebastian Ganso. 24/07/2020 - Alcune organizzazioni di categoria e i sindaci del viterbese sono stati al centro delle audizioni di oggi in commissione sesta, presieduta da Eugenio Patanè, riguardanti ancora il piano energetico regionale, su due filoni principali: quello del rinnovo del parco auto e dei carburanti  ai fini del contenimento dell’inquinamento e la questione della geotermia nella provincia di Viterbo, appunto. In apertura, Patanè ha ricordato che Enea ha preso atto che i dati del PER sono un po’ datati, risalenti all’incirca al 2014, ma ha detto anche che saranno aggiornati.

Giannocco e Del Manso dell’Unione petrolifera hanno sottolineato, attraverso l’esposizione di slides, dei punti di convergenza, come la riduzione di Co2 al 2050; si è rilevato però come la previsione dei 95 g di co2 per km deve essere perseguita a prescindere dall’uso di carburanti alternativi, quindi il piano deve essere “più inclusivo” su questo punto. La ricetta dell’Unione per limitare le emissioni inquinanti resta la sostituzione veloce dei veicoli più vecchi. L'eliminazione dei carburanti inquinanti è invece da traguardare al 2050, secondo l’Unione. Per quanto riguarda il numero dei punti vendita carburanti, negli anni si è mantenuto più o meno costante. Importante è che non si consideri tra i carburanti alternativi solo l’elettrico, ha aggiunto l'organizzazione.

Per Federauto, Adolfo De Stefani ha detto che il parco auto italiano è il più vecchio del mondo; inoltre si è “demonizzato”, a suo dire, il diesel, che almeno non emette Co2; sull’elettrico, i costi di ricerca sono molto alti, con ricaduta sui costi dei veicoli stessi. A parte il fatto che tra 7/8 anni saremo già all’idrogeno, secondo De Stefani, il paradosso che ne scaturisce è che il costo rende l’elettrico appetibile solo per gli strati sociali più agiati, cosicché sono proprio questi, e non quelli meno abbienti, a usufruire degli incentivi. Eliminare i veicoli inquinanti è l’unica soluzione, quindi, anche a suo avviso. Anche Andrea Virgili per Confagricoltura si è riallacciato al tema dei veicoli vecchi, perché si tratta di un problema che affligge anche l’agricoltura. Coerenza è necessaria tra la normazione in questo campo e quella che riguarda il settore agricolo, secondo Virgili.

Il vicesindaco di Bolsena Andrea Di Sorte ha parlato a nome di 21 sindaci che sono preoccupati per l’impianto di geotermia che si sta sviluppando attorno al lago, e che interessa anche comuni umbri, oltre a quelli laziali adiacenti al lago. Tre centrali in particolare sono in stato avanzato a livello burocratico, quindi la preoccupazione delle amministrazioni interessate, tra cui Castelgiorgio per l’Umbria, ma anche,  in territorio laziale, Latera, è tanto maggiore. Oltre 70 istanze di perforazione attorno al lago presentate al Mise preoccupano le amministrazioni comunali, tanto più che esse non hanno alcun tipo di voce in capitolo in proposito. La risorsa idrica costituita dal lago non può permettersi questo tipo di interventi senza correre dei rischi, specie perché compiuti a 4 km circa di profondità. Si tratta inoltre di territori sismici, su cui gli interventi geotermici possono avere conseguenze a livello di microsismi, con ricadute negative sul turismo e anche sulla popolazione residente. La discriminante è rappresentata dalle dimensioni degli impianti, ha concluso Di Sorte.

Temi ripresi dalla consigliera del Movimento 5 stelle Silvia Blasi, che ha detto che la provincia di Viterbo, per quanto piccola, ospita una concentrazione importante di produzione energetica, con la centrale di Montalto in primis ma anche gli impianti di fotovoltaico sviluppatisi di recente. In questo quadro, l’irrompere della geotermia inserisce un ulteriore motivo di preoccupazione, secondo la consigliera, anche se l’obiettivo primario della decarbonizzazione è da perseguire sicuramente, ma nel rispetto delle compatibilità dettate dalla natura dei territori.  Al 2050 è previsto un 7 per cento di geotermia, ha aggiunto Blasi, e la provincia di Viterbo per le sue caratteristiche geologiche si presta naturalmente a questo tipo di produzione energetica, ma vanno evitati gli impianti di grandi dimensioni, ha concluso.

Con riferimento in particolare al tema della geotermia, l’assessore Mauro Alessandri ha detto che non si può non tenere conto del dato sostanziale delle audizioni, cioè dei contributi che in esse si manifestano, altrimenti verrebbe meno il valore delle medesime. Le questioni poste vanno quindi sintetizzate nel piano, o anche al di fuori di esso, ove possibile.

Conclusione a cui ha aderito Patanè, che ha confermato come lo scopo della audizioni sia appunto quello di migliorare il piano, integrando i diversi interessi, pubblici e anche privati, in gioco sul tema. Mediazione “al rialzo”, però, ha detto Patanè, in nome dello sviluppo sostenibile. Dichiarata la vicinanza ai sindaci, che esprimono, a dire di Patanè, le istanze dei territori nel modo più genuino e quindi hanno la regione al loro fianco, nel momento di decidere le politiche. Si conclude con questa il ciclo di audizioni sul piano, ha detto infine Patanè, che ha ricordato come il termine per produrre emendamenti sia fissato a settembre, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio