Lavoro, Crisi Lazio Ambiente: i sei assi di intervento dell'assessore Di Berardino

Sindacati compatti nel chiedere una norma nel collegato al bilancio che garantisca i lavoratori, no al Fis.
29/01/2020 - Affollata nonché animata audizione in commissione consiliare regionale Lavoro, presieduta da Eleonora Mattia, sulla vicenda dei 129 lavoratori e lavoratrici della società regionale partecipata Lazio Ambiente che percepiranno lo stipendio dal datore di lavoro fino al mese di gennaio. 

“Questa è una vicenda che sta molto a cuore a tutti gli amministratori e a tutti i colleghi di maggioranza e opposizione – ha esordito Mattia – Non ci stiamo ad scegliere fra questione ambientale e tutela del lavoro, vogliamo sia la tutela ambientale che dei lavoratori”.

Per i lavoratori, che manifestavano fuori dal Consiglio regionale, ha parlato una lavoratrice: “siamo stati lasciati soli”, ha detto.

Le richieste dei sindacati

Per Natale Di Cola, segretario regionale della Cgil, la Regione Lazio deve garantire stabilità ai lavoratori onorando gli impegni presi in questi mesi di incontri, un rilancio per l’azienda e prospettive per il territorio. Ma soprattutto una norma da inserire nel collegato al bilancio che si discute in Aula che risolva il problema della transizione al nuovo compound da 220 mila tonnellate l’anno di rifiuti che dovrebbe vedere la luce a Colleferro e degli stipendi. Assoluta contrarietà a mobilità e ammortizzatori sociali.

Per Massimiliano Gualandri, coordinatore regionale Igiene Ambientale Fit-Cisl Lazio, la ricollocazione deve avvenire “all’interno del perimetro della Regione”.

“Nel 2018 ci siamo subito posti il problema del periodo transitorio fra la chiusura dei termovalorizzatori e della discarica e il nuovo impianto – ha detto Alberto Civica, segretario generale della Uil Lazio - ci troviamo a gennaio 2020 e deve ancora partire il bando per la progettazione. Perché a dicembre in sede di Bilancio queste questioni non sono state affrontate? Occorrono garanzie e certezze, un accordo sindacale non dà certezze, abbiamo bisogno di una norma cogente”.

Anche per Armando Valiani, segretario regionale Ugl, “la Regione deve trovare uno strumento serio, tangibile, che possa risolvere in tempi brevi i problemi dei lavoratori”. No a cassaintegrazione anche per Remo Cioce, segretario regionale Fiadel: “Lazio Ambiente è di proprietà della Regione che deve accompagnare i lavoratori sino alla chiusura del progetto del nuovo compound”.

I sindaci

Sono poi intervenuti i sindaci dell’area interessata, in primis quello di Colleferro Pierluigi Sanna: “chi dice che Colleferro non è come l’Ilva non conosce Colleferro. La discarica chiude perché c’era un contratto che non si intende rinnovare. Nessun problema a prendere un numero congruo di lavoratori se Lazio Ambiente sblocca i fondi del “post mortem” - 9 milioni di euro ha reso noto il primo cittadino - e l’impegno della Regione. Il post mortem lo possiamo gestire direttamente come Comune o Consorzio Minerva (la nuova azienda pubblica per la gestione dei rifiuti creata da nove comuni dell’area, ndr). L’auspicio unanime dei sindaci è che la Regione scelga di ricollocare i lavoratori all’interno delle società pubbliche regionali”.

Anche Danilo Giovannoli, sindaco di Labico, ricordando che i sindaci presenti all’audizione sono stati “quasi tutti eletti negli ultimi due anni”, ha messo a disposizione il Comune che “avrebbe bisogno di qualche dipendente”, nonché “per onorare il debito con Lazio Ambiente lasciato dalla precedente amministrazione comunale”. Presente anche il sindaco di Valmontone, Alberto Latini, la vice sindaco di Gorga Nadia Cipriani, il sindaco di Gavignano Ivan Ferrari, primo cittadino da 7 mesi, il cui comune, a differenza di Gorga e Valmontone, ha un debito con Lazio Ambiente: “considerando la mancanza di personale e il blocco delle assunzioni – ha aggiunto - sarebbe una grande mano ricevere qualche lavoratore”.

Per Pietro Cascioli, sindaco di Segni, condividendo le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali, una ventina di lavoratori possono essere ricollocati nel post mortem della discarica, ma per gli altri “deve essere la Regione a risolvere la situazione”, aprendo all’ipotesi di elaborare progetti che possano collocare i lavoratori a disposizione dei comuni “tutti in crisi riguardo le risorse umane a disposizione”.

“Massima attenzione alla ricerca di una soluzione anche all’interno di Minerva”, così il primo cittadino di Genazzano, Alessandro Cefaro.

Gli interventi dei consiglieri regionali

All’audizione ha partecipato anche il presidente della commissione Rifiuti, Marco Cacciatore, che ha annunciato l’audizione delle sole organizzazioni sindacali sul Piano Rifiuti che verrà discusso subito dopo il collegato al Bilancio.

“Quello che mi stupisce ogni volta è la mancanza di programmazione, siamo in netto ritardo sulle risposte che dovevamo dare ai lavoratori”, ha detto il consigliere Daniele Giannini (Lega).

“Questa è una storia che arriva da lontano e che vede più colori politici coinvolti - ha replicato Marta Bonafoni (Lista Zingaretti) – oggi la scadenza di cui dobbiamo tener conto è questa dello stipendio dei lavoratori, il collegato al bilancio può essere uno degli strumenti che noi utilizziamo e c’è la bella responsabilità dei primi cittadini che hanno dato la loro disponibilità ma è evidente che serve una regia e la Regione questo deve fare da subito”.

Rigettando l’accusa della lavoratrice di aver lasciato soli i lavoratori di Lazio Ambiente, l’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino ha tracciato l’azione che intende intraprendere la Regione. “Con l’assessore al Ciclo dei rifiuti Valeriani abbiamo sempre detto alle organizzazioni sindacali che noi non avremo lasciato nessuno per strada, quindi la Regione, con il Consiglio e la Commissione, si muove con questo obiettivo che vogliamo conseguire con un accordo con le organizzazioni sindacali. Abbiamo iniziato un confronto che proseguirà nei prossimi giorni, giovedì convocheremo nuovamente le organizzazioni sindacali per continuare a discutere, il confronto continuerà fino a che non troveremo un accordo che sarà condiviso con le parti”.

Gli assi di intervento

Di Berardino ha poi tracciato sei assi lungo le quali pervenire a una soluzione. In primis ha annunciato il pagamento delle retribuzioni anche per il mese di febbraio; riconsegnare al territorio un ambiente sostenibile con un intervento da avviarsi prima dell’estate; alcuni servizi regionali, anziché darli all’esterno, come facchinaggio o altro, possono essere tenuti dentro la Regione e affidati a Lazio Ambiente per fare in modo che le coperture economiche possano rispondere non solo a un servizio ma anche al tema occupazionale; la vendita dell’asset di Lazio Ambiente conterrà una clausola che riguarda i lavoratori; definizione di una norma nel collegato alla quale si sta lavorando, per garantire che una parte dei lavoratori possano essere impiegati in società regionali, incluso fondi per riqualificazione e formazione ad hoc; infine il capitolo dei pensionamenti.

“Questi assi di intervento comporteranno la risposta a tutti i 129 lavoratori e lavoratrici”, ha assicurato Di Berardino, sebbene ciò non sia possibile che avvenga contemporaneamente, ma a ogni misura verrà apposta una data. A questi “sei interventi concreti” ha aggiunto l’interlocuzione con Ama o altri soggetti. Tuttavia l’assessore ha posto sul tavolo anche l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale “per il tempo strettamente necessario a definire questi sei assi”.

La replica delle OOSS

“L’accordo regge se esiste una norma che istruisce pezzi di quei percorsi, incluse nuove attività per rilanciare Lazio Ambiente – ha risposto Di Cola della Cgil – l’alternativa al Fis (Fondo d'Integrazione Salariale) sono le amministrazioni pubbliche, serve una legge che garantisca la transizione, altrimenti la concertazione non inizia”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio