Medici di base e servizi per la salute mentale, le audizioni in commissione Sanità

Ascoltati i sindacati dei medici di medicina generale sulla gestione della fase 2 dell'emergenza Covid e la presidente della consulta regionale per la salute mentale.
Vaccinazione in uno studio medico. 11/06/2020 -

La commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Paolo Ciani, ha svolto stamani due audizioni in videoconferenza, sulla situazione dei medici di base, in relazione all'emergenza Covid 19 e sui servizi regionali per la salute mentale.


Il ruolo dei medici di base nella fase due dell'emergenza
“Abbiamo chiesto questa audizione – ha spiegato Massimiliano Maselli (FdI) – perché ritieniamo sia un tema molto importante: il ruolo dei medici di base è fondamentale nella gestione della fase due dell'emergenza. L'assistenza e il monitoraggio domiciliare sono essenziali per evitare l'ingresso in ospedale. I medici di medicina generale devono essere dotati di tutti gli strumenti necessari, anche in vista dell'autunno, dove saranno chiamati a un lavoro ancora più delicato, con la campagna per la vaccinazione anti-influenzale. Molti i temi da approfondire: i tamponi, il rapporto con le Unità di continuità assistenziale, l'organizzazione della campagna vaccinale, la dotazione dei dispositivi di protezione individuale, le risorse da investire sul territorio e nella telemedicina”.

Il primo intervento è stato di Giovanni Cirilli (segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale): “Sono cambiate profondamente le modalità di accesso alla sanità del territorio – ha spiegato – L'attenzione deve rimanere molto alta. Il distanziamento sociale è stato fondamentale, bisogna potenziare l'utilizzo della telemedicina, essenziale per stare vicini ai pazienti fragili. Per quanto riguarda le vaccinazioni, si prevede che vengano raddoppiate rispetto allo scorso anno: serve un investimento, dobbiamo partire organizzati. Abbiamo bisogno di un sistema informatico che colleghi gli operatori della sanità, in maniera da annullare le distanze fra territorio e ospedale e riparmiare tempo. La vaccinazione sarà un'occasione importante per fare test su sangue capillare, in maniera da creare un'anagrafe dei pazienti che ogni medico assiste, condizione importante per affrontare preparati il periodo invernale. I tamponi devono essere fatti entro le 24 ore, in maniera da poter gestire i pazienti con efficacia. Questa è stata la maggiore criticità che abbiamo rilevato all'inizio dell'epidemia. La battaglia di vince se creiamo una rete”.

E' stata poi la volta di Angelo Filardo (vicepresidente regionale del Sindacato medici italiani), secondo il quale il giudizio sulla gestione nella fase 1 dell'epidemia “è molto negativo. Le Uscar andavano fatte prima, i medici di famiglia sono stati abbandonati insieme ai loro pazienti. Pochissimi i tamponi fatti. Per quanto riguarda i Dpi, dico soltanto che la mia Asl in tutto questo periodo mi ha fornito soltanto 4 mascherine chirurgiche. In caso di una seconda ondata rischiamo davvero grosso: chiediamo l'applicazione della legge, mettendo le Uscar nelle condizioni di lavorare in collaborazione con i medici di base. I vaccini anti-influenzali devono essere pronti da settembre, in maniera da poter evitare confusione fra le malattie stagionali e il Covid. L'altro problema che abbiamo sono le liste di attesa che si sono venute a creare con il blocco di tre mesi delle visite specialistiche. I medici di base possono mettere a servizio le loro specializzazioni per contribuire allo smaltimento delle liste di attesa. Sono provvedimenti minimi, chiediamo che venga aperto subito un tavolo di confronto”.

E' stata poi la volta dei consiglieri regionali. “Felice per i grandi risultati che sta avendo la mia proposta della ricetta dematerializzata – ha dichiarato Loreto Marcelli (M5s) – che va estesa anche ai farmaci di classe C, agli specialisti e ai medici ospedalieri. Importante che il codice venga inviato via sms, in maniera da aiutare gli anziani. Per quanto riguarda le Uscar, delle quali siamo stati fervidi sostenitori, nell'ordine del giorno che abbiamo approvato di recente in Consiglio regionale è prevista una maggiore attività delle Unità sul territorio, in particolare per l'assistenza ai pazienti fragili”. Secondo Davide Barillari (Gruppo misto) “in mancanza di un piano pandemico regionale ci siamo trovati del tutto impreparati. Non possiamo continuare a vivere con la fobia di massa del virus, dobbiamo pensare anche alle altre patologie. Le vaccinazioni obbligatorie per l'influenza sono del tutto ingiustificate”. Paolo Ciani ha puntato sulla “necessità di riorganizzare i servizi territoriali, facendo tesoro di quanto accaduto. I limiti di un modello di assistenza centrato sull'ospedale e sugli istituti per anziani sono evidenti, bisogna pensare a un'alternativa”.

Per l'assessorato alla Sanità è intervenuto Gianni Vicario, della direzione Salute, che ha fatto un quadro dei provvedimenti attuati, con il potenziamento dei distretti sanitari, l'assunzione di nuovi infermieri per attuare l'assistenza di comunità, l'istituzione delle Uscar, coordinate dallo Spallanzani, l'accelerazione che c'è stata per la telemedicina, il piano per recuperare le liste di attesa. “Stiamo lavorando – ha spiegato - sul fascicolo sanitario elettronico, che può essere uno strumento importante anche per i medici di famiglia, stiamo partendo per organizzare la campagna vaccinale, abbiamo avviato il lavoro per la revisione del sistema delle Rsa, di cui l'epidemia ha messo in evidenza tutte le carenze. Per quanto riguarda la questione dei tamponi, abbiamo avuto difficiltà all'inizio, che stiamo recuperando. Interessante, infine, la proposta di utilizzare gli specialisti presenti sul territorio, anche al di là dell'emergenza: abbiamo fatto un programma di acquisto di tecnologie per supportare le attività cliniche dei medici di medicina generale”.

Giorgio Cerquetani, della segreteria della Giunta, ha precisato che il “processo di dematerializzazione delle ricette è stato avviato già da 4 anni, siamo pronti anche per applicarla negli ospedali. In questo periodo abbiamo creato i presupposti per creare una rete di assistenza primaria, attiva 24 ore al giorno, collegata in rete con i sistemi regionali. Per quanto riguarda le lista di attesa dobbiamo tenere presente che i volumi di attività sono diminuiti rispetto alla situazione precedente all'emergenza, per questo abbiamo ampliato l'orario di attività e attivato gli ambulatori anche il sabato e la domenica”.



Situazione dei servizi per la salute mentale

L'altra audizione è stata chiesta da Daniela Pezzi, presidente della consulta regionale per Salute mentale: “I problemi irrisolti sono gli stessi dell'ultima audizione di un anno fa - ha spiegato alla commissione - ma la pandemia Covid li ha acuiti. Continua, intanto, l'assoluta mancanza di rapporti con l'assessorato alla Sanità. La Consulta viene ignorata dalle strutture amministrative e politiche della Giunta, chiedo rispetto per le mie funzioni e per il mio ruolo”. Nel mirino della presidente sopratutto i decreti sulla compartecipazione alle spese dei pazienti, dichiarati illegittimi dal Consiglio di Stato a dicembre: “L'assessorato – ha spiegato Pezzi – non ha ancora applicato la sentenza che prevede che le spese siano totalmente a carico del servizio sanitario. C'è un buco di 11 milioni di euro, incertezza per gli operatori, incertezza per la continuità assistenziale”. Molti i problemi sollevati: i ritardi nel pagamento delle rette, la scarsità di personale. “I pazienti psichiatrici hanno sofferto più di altri in questo periodo e sono stati lasciati soli – ha spiegato anche Pezzi - chiusi i centri diurni, l'unica risposta è stata il ricovero e per di più manca il 50 per cento dei posti letto previsti dalle norme. Le associazioni utilizzeranno tutti gli strumenti a disposizione per denunciare questo scandalo”.
Il primo a intervenire è stato Davide Barillari (Gruppo misto) “La Consulta deve essere messa in grado di poter lavorare, chiedo alla commissione di inviare una lettera all'assessorato”.

Secca la replica dell'assessorato alla Sanità, rappresentato dal capo segretaria, Egidio Schiavetti, e da Carola Magni, dirigente dell'ufficio Salute mentale: “I Servizi psichiatrici di diagnosi e cura sono stati potenziati: i posti sono stati aumentati di 100 posti. La compartecipazione alle spese non è decisa dalla Regione, ma dal Governo, il ricorso a cui ha fatto riferimento la presidente Pezzi è relativo al Comune di Roma che si opponeva al pagamento di una quota, ci siamo adeguati alla sentenza. Per quanto riguarda l'emergenza Covid non c'è stato nessun contagiato nelle strutture per pazienti psichiatrici. Tutti i centri diurni sono rimasti aperti, abbiamo invitato le strutture a proseguire l'assistenza a domicilio per evitare l'affollamento e mantenere le distanze previste dalle norme. L'assessorato è sempre stato disponibile al confronto con tutte le strutture consultive”. La presidente Pezzi, nel suo secondo intervento, ha dichiarato “i nuovi posti aperti sono 30 e non 100, basta con i numeri taroccati”, ha ribadito la sua richiesta di partecipare alle riunioni tecniche e si è dichiarata del tutto insoddisfatta delle riposte ricevute. Ciani, nel suo intervento, ha ribadito la massima attenzione della commissione alle tematiche della salute mentale: “Io stesso – ha spiegato – ho sollecitato più volte l'assessorato durante le audizioni che abbiamo svolto durante l'emergenza. Vanno garantiti i corretti rapporti istituzionali fra consulta e assessorato”. Per Massimiliano Maselli (FdI) “la presidente della consulta ha posto temi importanti, fra cui quello della partecipazione, mi sembra legittimo che abbia una risposta”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio