Coronavirus, D'Amato: medici di base potranno prescrivere clorichina anche senza tampone

Audizione dell’assessore in commissione Sanità: lunedì al via la campagna di test sierologici.
un malato di covid in terapia intensiva 08/05/2020 -



 

“Abbiamo mandato una circolare ai medici di medicina generale nella quale li autorizziamo, in base ai sintomi rilevati nel paziente, a prescrivere la terapia con la clorichina anche prima dell’esito del tampone”. La notizia arriva in conclusione dell’audizione con l’assessore, Alessio D’amato, che si è svolta stamani nella commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Giuseppe Simeone.

L’assessore, come avviene ogni settimana, ha fatto il punto sulla situazione della pandemia nel territorio regionale, con particolare riferimento alla campagna di test sierologici: “Da lunedì – ha spiegato – partirà la rilevazione, complessivamente riguarderà 300mila ciitadini del Lazio. Riguarderà il personale sanitario, tutto il personale che lavora a vario titolo negli ospedali, i medici di base, i farmacisti, le forze dell’ordine e le Rsa. Tutte le Asl e le aziende ospedaliere predisporranno un calendario per i prelievi, che, lo ricordo, saranno di natura venosa. Non utilizzeremo i test istantanei che sono scarsamente affidabili. Per quanto riguarda del forze dell’ordine partiranno i finanzieri, circa 11mila nel Lazio, poi toccherà ai carabinieri. Polizia e vigili del fuoco faranno autonomamente i prelievi. Chi risulterà positivo dovrà essere sottoposto a tampone, contestuale nel caso degli operatori sanitari e delle forze dell’ordine. Per gli altri il sarà effettuato in modalità drive in il giorno successivo, basterà la ricetta del medico di famiglia. Oggi avremo anche l’elenco dei laboratori privati che hanno le capacità necessarie per effettuare i test con la stessa tecnica che usiamo noi, come avevamo previsto nella delibera di Giunta”.

D’Amato ha fatto poi una panoramica sull’attività delle Unità di continuità assistenziale (Uscar) centrata in questa fase soprattutto verso le strutture per anziani e sulla rimodulazione della rete Covid che, se i dati della curva epidemica continueranno a essere sotto controllo, entro fine mese potrebbero essere ridotti alle sole strutture dedicate in via esclusiva. Gli altri ospedali sono destinati a tornare alle attività normali. Infine sarà potenziato il Servizio regionale malattie infettive, “perché – ha spiegato l’assessore – in questa fase saranno essenziali la tempestività dell’intervento e la capacità di tracciare i contatti che hanno avuto i contagiati”.

Ad aprire la serie degli interventi è stato Antonio Aurigemma (FdI) che ha chiesto chiarimenti sul ruolo dei medici di base e sui tempi di ripristino degli interventi programmati negli ospedali. Davide Barillari (gruppo misto) ha ribadito la necessità di avere a disposizione “un  documento con tutti gli interventi programmati dalla Giunta, in maniera da poter svolgere un ruolo propositivo come commissione”. Tema toccato anche da Francesca De Vito (M5s) che ha puntato l’attenzione “sulla necessità di riprendere le attività normali in campo sanitario”. Stefano Parisi (Lazio 2018) ha parlato di “gestione ottusa dell’emergenza e della fase 2: nel Lazio abbiamo avuto pochi casi eppure abbiamo seguito alla lettera, forse anche perché il presidente della Regione è il segretario del Pd, le indicazioni del Governo. Bisogna accelerare la riapertura”. Loreti Marcelli, da parte sua, ha annunciato un documento “del gruppo del M5s, in cui avanzeremo osservazioni e proposte alla Giunta”.

Rodolfo Lena (Pd) ha ribadito “il suo giudizio positivo sulle misure messe in atto nel Lazio. Non è questione di fortuna, ma di scelte politiche, come ad esempio quella di centralizzare la gestione dell’emergenza, affidandola allo Spallanzani”. Stessa linea che da Paolo Ciani (Centro solidale), che ha definito le affermazioni di Parisi “parole dal sen fuggite”.

Anche l’assessore D’Amato, nella sua replica ha rivendicato l’azione del servizio sanitario regionale: “Non è questione di fatalità, una epidemia come questa non si gestisce confidando nel fato. Se Roma, una città di oltre 3 milioni di abitanti, con il principale aeroporto internazionale del Paese, non  ha vissuto lo stesso dramma delle altre capitali europee, il merito è stato delle azioni che siamo riusciti a mettere in campo, delle nostre strutture che si sono dimostrate all’altezza”.

Per quanto riguarda il tema delle prestazioni “normali”, l’assessore ha confermato la necessità di “valutare la situazione con estrema prudenza: “Abbiamo ben presente il tema delle liste di attesa, lavoreremo a un piano per riprendere le prestazioni: ma ricordiamo che il virus non è sparito, continua a circolare. Quindi massima attenzione. Non smantelleremo i posti di terapia intensiva che abbiamo aumentato in questi mesi, resteranno anche quando l’epidemia sarà finita. Vorrei infine evidenziare che in questo periodo gli accessi al pronto soccorso sono diminuiti del 60 per cento: un dato che fa riflettere sulla necessità di potenziare la rete territoriale in maniera da evitare anche in futuro gli accessi impropri”. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio