Lazio, zootecnica: crisi nella filiera di produzione e trasformazione del latte vaccino

Aurigemma " siamo diventati un centro d'ascolto, oggi ci aspettavamo risposte da parte della Giunta".
06/05/2020 -
In commissione Agricoltura, presieduta da Valerio Novelli, si torna a parlare della grave crisi che tavolge il settore zootecnico a seguito del lockdown. Nell'audizione odierna, però, se ne è parlato con un focus sulla filiera delle aziende di produzione e trasformazione del latte vaccino, senza trascurare quello bufalino e ovino. 
Sara Paraluppi, direttore della Coldiretti Lazio, ha spiegato come la chiusura di gelaterie, ristoranti e bar, a seguito del lockdown, abbia fatto crollare i consumi di tutto il canale horeca e della denuncia degli allevatori sull' aumento di oltre il 30% del costo dei mangimi per il bestiame. Inoltre, ha fatto notare che il bando del ministero verso gli indigenti e  destinato al ritiro del latte UHT, privilegia le aziende del nord Italia, cosicchè i trasformatori del Lazio non riescono ad usufruirne. "Come se non bastasse - ha spiegato Paraluppi - sta entrando in Italia latte spot dall’estero a prezzi bassissimi, anche  a 0,28 centesimi al litro, in forte competizione sul latte italiano e i prezzi così bassi deprimono il mercato del Lazio". 
Marco Scorzolini di Confagricoltura Lazio ha parlato della forte contrazione nella vendita della carne da macello, dell'aumento della soia da 50 euro a quintale a 52. Confagricoltura, in chiusura ha sollecitato la Regione all'adozione di un Piano regionale agricolo, per non inseguire le urgenze, ma programmare il mercato e non solo del latte. Alessandro Mezzi ha sollevato la questione di verificare le pratiche sleali, e di quanto l'anello debole della filiera rimane l'agricoltore, occorre mettere mano a una normativa che garantisca i contratti come in tutti gli altri settori. 
"E' insostenibile, per tutte le imprese del Lazio, questa rincorsa al ribasso del prezzo del latte - così Fabrizio Neglia, presidente di Copagri - per un'azienda agricola o di allevamento che chiude nel Lazio,  non ne nascerà una nuova". Poi ha spiegato come sul latte bufalino, l'emergenza sia esplosa immediatamente, mentre per il latte ovino, grazie alle grandi aziende di traformazione per i formaggi stagionati, l'emergenza sia stata contenuta anche se così non è andata per i caseifici aziendali che fanno direttamente la trasformazione. Queste aziende, ha detto Neglia, hanno ridotto gli incassi fino al 90 - 99%. 
Al termine delle relazioni dei rappresentanti di categoria, sono stati svariati gli interventi dei consiglieri, perlopiù critici nei confronti dell'assenza dell'assessore di riferimento, Enrica Onorati, impegnata in una conferenza Stato regioni. 
Giuseppe Simeone (FI) ha parlato di commissione doppione di quella del 17 aprile visto che l' audizione sullo stesso tema si era già tenuta e che l'aspettativa fosse quella di un incontro che entrasse nel merito delle risposte della Regione.
Dello stesso tenore l'intervento di Angelo Tripodi (Lega) che ha anche sollecitato la Regione ad accellerare il processo di acceso ai fondi e di snellire il più possibile le procedure. Invece, ha parlato di una commissione stile "centro d' ascolto" il consigliere Antonello Aurigemma (FdI).  
Il presidente Valerio Novelli( M5S) in chiusura dei lavori ha ricordato come in sede di  collegato il Consiglio regionale ha fatto un grosso passo avanti verso la semplificazione degli atti amministrativi, e che ora spetta  alla Giunta a dover fare  fare la sua parte.  Ha poi precisato come non sia una perdita di tempo ascoltare dai diretti interessati le probelmatiche del settore, e che la commisisone può svolgere un ruolo di pungolo importante verso la Giunta. Per l'assessorato era presente il direttore generale Mauro Lasagna.  che ha ricordato il bando di 5 milione di euro, in scadenza oggi, e la preparazione di modifiche al Psr per recuperare quante più risorse per affrontare la crisi del settore.
A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio