In commissione Sanità audizione con l'associazione Oikos che si occupa di ragazzi autistici

Incontro chiesto da Daniele Giannini per sbloccare l’iter di autorizzazione ad aprire una casa famiglia in via Cassia. Istituito tavolo con Regione, Comune, Asl e genitori.
18/07/2019 - La commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (FI), oggi ha incontrato i rappresentanti dell’associazione Oikos, che si occupa di ragazzi autistici, in audizione con i rappresentanti di Roma Capitale, Regione, Asl Roma 1 e Asl Roma 2. L’audizione, richiesta dal consigliere Daniele Giannini (Lega), è servita a fare chiarezza sui motivi che impediscono a Oikos di ricevere i contributi necessari per avviare la loro terza casa famiglia, “che – ha detto la rappresentante legale, Francesca Trionfi – offrirebbe una dignitosa soluzione di vita ai ragazzi e ai loro genitori”. Questi ultimi, ha spiegato Trionfi, “si sono già accollati la spesa di 2.800 euro mensili per l’affitto della villa in via Cassia, da due anni, e per questo motivo non potrebbero continuare la loro opera se entro settembre le istituzioni coinvolte non sbloccano l’iter per il finanziamento”.

Dagli interventi dei rappresentanti istituzionali è emerso che il problema sta proprio nella natura del servizio offerto dalla struttura, se socio-sanitario o socio-assistenziale. Emanuele Montini, intervenuto per conto dell’assessore di Roma Capitale alla Persona, scuola e comunità solidale, ha spiegato che è stata concessa l’autorizzazione all’apertura ma manca ancora l’accoglimento della richiesta di accreditamento perché i termini per partecipare al bando erano scaduti. “Stiamo aspettando l’apertura del nuovo bando – ha aggiunto Montini – ma nelle more dell’accreditamento le Asl potrebbero intanto procedere con proprie determinazioni dirigenziali ad autorizzare l’assistenza individuale ai ragazzi”.

Silvia Bracci, direttore del distretto 14 dell’Asl Roma 1, e Claudio Leonardi, dirigente della Asl Roma 2, hanno sottolineato che Oikos e altre strutture simili sono strutture socio-assistenziali e per questo hanno finanziamenti comunali nell’ambito delle politiche sociali e che solo in certi casi particolari le Asl hanno proceduto con determinazioni individuali con pagamenti “100 per cento sanità”. Bracci ha anche detto che era stato suggerito a Oikos di avviare un percorso di accreditamento per il “dopo di noi” ai singoli utenti, che avrebbe dato una quota parte del finanziamento per coprire circa il 40 per cento delle spese. “Abbiamo chiesto al Comune – ha concluso – se c’è una quota di finanziamento anche sociale, perché otto posti pagati solo dalla Sanità su una struttura socioassistenziale ci mette un po' in difficoltà”. Ancora più esplicito è stato Claudio Leonardi, il quale ha precisato che “ad oggi noi non abbiamo nessuna autorizzazione a intervenire da un punto di vista economico, con i soldi della Sanità, all’interno di queste strutture, per cui è assolutamente necessario che venga prodotto un dispositivo transitorio che ci autorizzi a sostenere queste realtà che per noi sono comunque le strutture ideali per poter affrontare il problema in maniera corretta”.

Giovanni Farinella, dirigente della direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria, ha chiarito che, essendo in regime di commissariamento, “la Regione non può erogare risorse per prestazioni non previste nei livelli essenziali di assistenza né può finanziare con risorse della Sanità la parte sociale di una prestazione. Quindi noi non potremmo fare alcun provvedimento, a meno che queste strutture – ha aggiunto Farinella – non rientrino in un percorso di normale erogazione di prestazioni sociosanitarie. In età minore è prevalente il concetto di assistenza sanitaria ma quando si cresce prevale quello del mantenimento, più tipico dell’assistenza sociale. Per questo motivo, è necessario attivare un percorso indirizzato all’accreditamento sanitario, presupposto per accedere a un finanziamento della Sanità”.

Su questo punto, i rappresentanti dell’associazione Oikos hanno manifestato contrarietà. “Tutte le attività della vita quotidiana sono terapia per i ragazzi autistici – ha detto Trionfi – che vanno assistiti per tutta la giornata. Un susseguirsi di interventi che li aiutano a vivere, non hanno patologie, non servono medici e infermieri”.

Su questo punto è intervenuta anche Chiara Colosimo (FdI), per ribadire che servono interventi di integrazione, non di cure: “Il ragionamento è molto più complessivo di una richiesta di accreditamento – ha detto – perché il caso specifico è una realtà bellissima che andrebbe aiutata anche con delle forzature se necessario. Qui ci vuole un tavolo di coordinamento per valutare tutte le situazioni come questa e risolverle”.

L’idea di istituire un tavolo di coordinamento tra tutte le istituzioni è stata accolta e rilanciata anche da Giannini e dal presidente Simeone che, in chiusura di seduta, ha invitato Farinella a fare da coordinatore dello stesso, coinvolgendo anche la direzione regionale che si occupa di politiche sociali, con l’obiettivo di trovare una “soluzione ponte” da qui a settembre per sostenere Oikos nelle more del perfezionamento della richiesta di accreditamento. A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio