Commissione ottava, audizioni su consorzio Valle del Liri e filiera vitivinicola

Nella prima audizione, i comuni si sono fatti portavoce delle lamentele dei cittadini sulle cartelle del consorzio, nella seconda i produttori hanno esposto la situazione non facile del comparto.
Un tipo di uva rossa. 20/06/2019 - Due audizioni oggi in ottava commissione, Agricoltura e ambiente, presieduta da Valerio Novelli, la prima  sulle criticità inerenti la gestione del Consorzio di bonifica Valle del Liri, la seconda invece sulle problematiche della filiera del comparto agricolo vitivinicolo. Il consorzio è attualmente sottoposto a gestione commissariale per porre rimedio alla grave situazione debitoria maturata negli anni passati, ma l’operato del commissario Stefania Ruffo è criticato dai comuni che ricadono nel territorio del consorzio, a causa delle onerose cartelle di pagamento ricevute dai cittadini negli ultimi tempi. Per quanto riguarda la seconda audizione, era stata richiesta dal consigliere del Pd Eugenio Patanè, per esaminare insieme agli attori principali le difficoltà del settore e studiare possibili soluzioni, la principale delle quali potrebbe essere, ad avviso del consigliere, l’attivazione dei tavoli di filiera previsti da un regolamento regionale ma mai attuati.

Nella prima audizione, il comune di Atina ha puntato il dito contro il Consorzio, accusato di inerzia nei suoi compiti, come testimonierebbe una perizia di cui il Comune è in possesso; anche il dissesto prodottosi alla fine di ottobre scorso può essere ricondotto, secondo i rappresentanti di Atina, all’inerzia del Consorzio. Il sindaco di Casalvieri, Moscone, ha confermato la volontà dell’amministrazione comunale di essere al fianco della cittadinanza nella protesta contro le cartelle. Anche secondo il sindaco di Picinisco, Scappaticci, gli oneri pretesi dal consorzio sono ormai insostenibili, specie a fronte, come confermato anche dal sindaco di Vallerotonda, Di Meo, nonostante di recente insediato, della totale assenza dei servizi che il Consorzio dovrebbe approntare. Per il sindaco di Villa Latina, Ricci, va rivista anzitutto la convenzione con Acea, per rivedere i contributi sulla base degli aggiornamenti catastali.

Il Commissario straordinario del Consorzio Valle del Liri, a proposito della perizia di cui parla il comune di Atina, dice che a lei risulta che i lavori nel 2018 siano stati fatti, quindi si tratta di una situazione da chiarire. Comunque, il rispetto della legge viene prima di tutto ed è quello che la gestione commissariale cerca di assicurare, ha affermato il commissario. Anche secondo Gianluca Quadrana della lista Zingaretti, sebbene non si possa  ignorare il grido di dolore proveniente dai territori il commissario deve fare il suo lavoro, per porre riparo a  guasti prodotti in decenni. Il presidente Novelli si è detto preoccupato soprattutto dal fatto che il processo di fusione dei consorzi stia andando avanti spedito, quindi il Valle del Liri dovrà porsi quanto prima in una situazione più chiara di quella attuale. Presente alla prima audizione anche il consigliere del Movimento 5 stelle Loreto Marcelli.

La seconda audizione ha visto prendere la parola per primo il Presidente Associazioni Produttori Agricoli Lazio, il quale ha dipinto un fosco quadro, con la perdita del 50 per cento circa della superficie utile negli ultimi anni, la chiusura di cooperative e cantine sociali: per questo ha chiesto di porre un limite alla frammentazione dell’offerta e misure che coinvolgano i comuni. Secondo la rappresentante di CIA Lazio, il problema principale è l’assenza di una logistica per la commercializzazione. Presenti anche i titolari di quattro aziende agricole della regione: Cortina ha individuato come uno dei problemi principali le poche domande per il Psr che vengono accolte rispetto al totale; Lulli ha detto di ritenere importante lavorare soprattutto sulla qualità, aiutando le aziende a privilegiare il prodotto pregiato, cosa che non possono fare da sole.  Ciccariello, da parte sua, ha concordato sul fatto che ci siano troppe certificazioni, inutili e sconosciute al di fuori della regione, e ha aggiunto  che il problema principale del produttore sia l’invenduto nelle cantine, che necessita di un aiuto per essere smaltito, a pochi mesi dalla nuova vendemmia. Infine, Andreassi ha denunciato il fatto che i vini laziali non si trovino nel circuito della ristorazione.

Il consigliere Patanè, come detto, aveva ricordato già in sede di presentazione dell’audizione il fatto che i tavoli di filiera non siano più stati attuati: il modo per colmare questa lacuna potrebbe essere spingere gli assessorati competenti a prendere iniziative in questo senso, attraverso una risoluzione di commissione o una mozione in Aula. 27 Doc, 6 Igt e 3 Docg sono effettivamente troppi, secondo il consigliere del Pd. D’accordo sulla risoluzione il presidente Novelli, che ha proposto anche di chiedere il supporto dell’Arsial. A questa seconda audizione era presente anche il consigliere Quadrana.

  A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio